2 racconti per l’anima

2 racconti per l’anima

Ultimo aggiornamento: 25 aprile, 2016

Spesso viviamo situazioni difficili, in cui non sappiamo come agire, o nelle quali non riusciamo a trovare consolazione neanche con i nostri cari più stretti. Siamo sopraffatti dai dubbi e non troviamo nessun punto d’appoggio; ci sentiamo sovrastati dal nostro problema. Sapevate che ci sono dei racconti che possono aiutarvi a trovare una soluzione o a sentirvi meglio?

I racconti nei quali possiamo immedesimarci possono agire come una torcia e illuminare la nostra mente, oltre ad agire come un balsamo per la nostra anima. A seguire vi proponiamo due racconti che sono molto più che due semplici storielle. Buona lettura!

Quanto pesa una piuma?

“Kuri era uno dei pochi abitanti della piccola regione Kamú. In inverno faceva buio presto e gli scuri pensieri di Kuri si svegliavano al crepuscolo.

«Non ne posso più», gemeva mentre si incamminava verso il monastero. Rancore, Rabbia, Colpa ed Ira lo accompagnavano da molto tempo, erano i suoi inseparabili compagni di viaggio.

«Cosa ti preoccupa?», gli domandò il monaco quando Kuri gli chiese aiuto.

«Ultimamente mi sento molto stanco. Rifletto molto, soprattutto sul passato.»

Il monaco comprese subito ciò che stava accadendo. Frugò tra i cassetti della scrivania e gli porse un’antica penna d’oca.

«Secondo te, quanto pesa questa piuma?», gli chiese.

Kuri ci pensò un po’ su.

«2 grammi», rispose.

Allora il monaco gli chiese di tendere il braccio e di reggere la penna per un po’, mentre lui andava a cercare il libro in cui era specificato il peso esatto. Aggiunse che, se voleva, avrebbe potuto cambiare la sua risposta al suo ritorno. Kuri, che non capiva perché avrebbe dovuto cambiare idea, annuì semplicemente.

Dopo cinque minuti, Kuri stava pensando di cambiare la sua risposta e di aggiungere qualche grammo alla sua previa intuizione. Dopo venti minuti, il braccio gli faceva molto male.

Quando il monaco fece ritorno, cioè dopo più di mezz’ora, Kuri si stava per arrendere. «Non ne posso più», sussurrava.

Il monaco si sedette di fronte a lui e, dopo avergli detto di riposare il braccio, gli chiese nuovamente: «Secondo te, quanto pesa questa piuma?».

Kuri era confuso.

«All’inizio mi sembrava che non pesasse quasi nulla. Forse tre grammi. Dopo un po’ il suo peso ha iniziato a triplicarsi e, subito prima che tu arrivassi, pesava come un’incudine.»

«Mio caro Kuri, le emozioni negative sono come questa piuma: se le provi ma poi le lasci andare non pesano praticamente niente.  Se, invece, le sopporti per molto tempo, pesano come un macigno sul tuo cuore.»

Kuri riprese il cammino verso casa a passo lesto, si sentiva leggero come una piuma, o anche meno.”

Il primo dei due racconti ci insegna che le preoccupazioni e le emozioni negative sono dannose per la nostra salute mentale e fisica se lasciamo che ci invadano per troppo tempo. Non c’è motivo per continuare a sopportarle. Superate i rancori, dimenticatevi delle offese del passato. Lasciate andare tutto ciò che vi pesa e recuperate le energie necessarie per essere felici. Ve lo meritate!

Il cammino

“C’era un tempo in cui la siccità aveva causato grandi disastri e per le contadine era diventato davvero arduo trovare provvigioni per la comunità.

Abhigya, la più anziana del gruppo, aveva individuato un albero di mango sulla frontiera. Pertanto, anche se si trattava di un cammino pericoloso, mandò due giovani e coraggiose donne, Abhaya e Agrata, a raccogliere i suoi frutti.

Abhaya, il cui nome significava “senza paura”, camminava davanti, decisa, seguendo passo passo le indicazioni della mappa. Agrata la accompagnava senza rendere onore al suo nome, che significava “prendere l’iniziativa”.

Dopo qualche metro, una tarantola punse Abhaya. Agrata assistette la sua compagna e, nonostante non si trattasse di una puntura mortale, le suggerì di cambiare percorso, dato che quello era pieno zeppo di insetti. «No Agrata, questo è il cammino da seguire per arrivare all’albero», rispose Abhaya, cercando di celare i dolorosi crampi causati dalla puntura.

Le due giovani proseguirono con un buon ritmo, fino a che Abhaya non venne punta da un’ortica. Agrata la aiutò, spremendo il succo dalle stesse ortiche e spalmandolo sulle bolle che si erano create sulla pelle della compagna. «Cerchiamo un altro percorso Abhaya, uno che non abbia le ortiche.», propose di nuovo Agrata. Abhaya rifiutò e le ricordò nuovamente che il cammino per arrivare al mango era quello.

Dopo una serie di altre calamità, seguite dalla testardaggine di Abhaya nel voler seguire la mappa, arrivarono al mango. Abhaya era esausta e ferita. Agrata si offrì di trasportare la cesta, con la condizione di intraprendere un altro cammino. Abhaya, perse quasi tutte le forze, accettò.

Il ritorno fu privo di incidenti; il cammino scelto da Agrata era accogliente, senza insetti né ortiche. Quando, finalmente, consegnarono la cesta con i manghi a Abhigya, quest’ultima chiese loro: «Cos’avete imparato oggi?»

«Che la testardaggine e la rigidità possono essere pericolose», rispose Abhaya.

«Che la persona che ha delineato questa mappa non è mai andata a raccogliere manghi da quell’albero», disse Agrata.”

Il secondo racconto per l’anima ci dimostra che, a volte, ci sforziamo di obbedire senza mettere in discussione ciò che stiamo facendo e chiederci cosa è meglio per noi. Seguiamo rigidamente il cammino che crediamo essere corretto nonostante ciò ci faccia soffrire; non ci permettiamo di considerare altre opzioni o i consigli di coloro che ci amano.

Essere flessibili ed assertivi, accettare di sbagliare, permetterci di cambiare idea, tentare nuove strade, accogliere l’aiuto degli altri e considerare i loro consigli ci può aiutare a raggiungere i nostri obiettivi senza stare male. Provateci e vedrete.

Racconti di Mar Pastor.


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