7 insegnamenti di Walter Riso

7 insegnamenti di Walter Riso

Ultimo aggiornamento: 28 ottobre, 2015

Quando ho conosciuto Walter Riso, avevo 17 anni. Ricordo che stavo attraversando una fase amorosa delicata e mi capitò tra le mani il libro I limiti dell’amore, che mi aiutò ad aprire gli occhi riguardo diversi aspetti della mia vita personale e a rendermi conto dell’infinità di errori che stavo commettendo sia con il mio partner sia con me stessa.

Avevo assorbito totalmente le idee iper-romantiche che ci vendono, ma ho imparato che nella maggior parte dei casi questo provoca più sofferenza che altro.

Walter Riso, oltre ad essere uno stimato scrittore, è anche psicologo specializzato nel ramo cognitivo, divulgatore e trainer di terapeuti.

Dopo aver letto uno dei suoi libri, mi sono appassionata ai suoi altri lavori, una ventina di libri pubblicati, e ad oggi è uno degli autori che più mi ha influenzato. In questo articolo cercherò di riportare alcuni degli insegnamenti di Walter Riso che potranno aiutarvi a livello personale e professionale, così come hanno fatto riflettere me.

Liberarsi dell’attaccamento

Riso ci insegna che l’attaccamento è un legame ossessivo con qualcuno o qualcosa. Quando ci attacchiamo, tendiamo a credere che quella persona o quell’oggetto ci renderà completamente felici, ci darà sicurezza e darà un senso alla nostra vita.

In realtà questa è un’idea falsa, risultato di un romanticismo eccessivo che può portare una persona a soffrire di gelosia patologica, dipendenza emotiva, mancanza di identità.

Ci sono diversi modi per capire se siamo attaccati a qualcosa o qualcuno:

  • Valutare se il nostro desiderio è insaziabile o meno: se non siamo mai soddisfatti e abbiamo bisogno sempre di più, allora soffriamo di attaccamento.
  • Se abbiamo perso l’autocontrollo: se non siamo più padroni di noi stessi e del nostro comportamento, allora siamo schiavi dell’attaccamento.
  • Se stare senza quell’oggetto o quella persona ci provoca un malessere intenso.
  • Se continuiamo ad attaccarci a qualcosa o qualcuno, pur sapendo che è nocivo o dannoso per noi.

Distinguere l’essere dall’avere

Uno dei segreti per crescere come persone è valorizzarci per quello che siamo, per i nostri valori, per i nostri principi, per la nostra essenza e non per quello che possediamo.

Quando ci valorizziamo in base a quello che abbiamo, riponiamo la nostra felicità all’esterno, quindi, ne saremo sempre dipendenti. Bisogna essere consapevoli del fatto che siamo più di quello che abbiamo e che il nostro valore dipende da chi siamo.

Distinguere l’io ideale dall’io reale

La nostra insicurezza nasce sempre dalla distanza tra l’io ideale e l’io reale. L’io reale è ciò che siamo, mentre l’io ideale è ciò che vorremmo essere.

Il problema è che molte volte l’io reale appare distorto, tendiamo a punirci, concentrandoci solo sui nostri difetti senza essere in grado di vedere anche i pregi. D’altra parte, tendiamo anche a creare obiettivi irrealistici e troppo esigenti, quindi la distanza tra l’io reale e quello ideale si accentua ancora di più.

Relazione

Non confondere l’amore con l’ossessione

“Penso solo a te”, “Tutto sa di te”, “Non posso vivere senza di te” sono segnali che denotano ossessione e non amore, e quando c’è ossessione, l’amore giunge al termine.

È necessario che gli amanti capiscano che devono viversi reciprocamente, entusiasmarsi insieme, senza dipendere l’uno dall’altro, senza perdere la propria identità. Siamo individui che hanno deciso di legarsi a una persona e un domani potremmo sciogliere questo legame.

Essere simili per trionfare nell’amore

Il detto “gli opposti si attraggono” nasconde più miti che verità. La cosa certa è che le somiglianze sono essenziali affinché la relazione tra due persone funzioni. Ovviamente si parla di una somiglianza di fondo, per quando riguarda il modo di pensare, i valori, le convinzioni e l’essenza e non di cose superficiali come ad esempio i gusti personali o le passioni.

Innamorarsi prima di se stessi

La società ci insegna che bisogna sacrificarsi e prendersi cura degli altri prima di se stessi. Walter Riso, invece, insiste sul fatto che siamo noi il punto di riferimento.

Dobbiamo imparare ad avere amor proprio e per questo servono le quattro gambe del tavolo: una giusta considerazione di noi stessi, senza auto-punizioni, senza imporci traguardi irraggiungibili; un’immagine positiva di noi stessi, in base ai nostri criteri e non a quelli imposti dalla società; avere a disposizione risorse per raggiungere gli obiettivi e il successo che ci siamo prefissati e una buona dose di fiducia in noi stessi.

Amore

Farsi amica la solitudine affettiva

Hanno voluto venderci l’idea che stare da soli significa essere incompleti e in base a questo abbiamo provato pena quando abbiamo visto qualcuno da solo al cinema o a bere un caffè. Tuttavia, la solitudine non è poi così male, la solitudine permette di stare con se stessi, di sviluppare nuove idee, di avere l’assoluta libertà.

La solitudine, in realtà, può far male solo quando pensiamo che la nostra realizzazione personale dipenda dall’aver un partner a fianco. Questa è un’idea sbagliata, perpetuata dalla società in cui viviamo. Di conseguenza, è bene passare qualche momento in compagnia di noi stessi, pur avendo un fidanzato o una fidanzata, bisogna vivere la solitudine e farsela amica, senza timori.


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