A chi non c'è più, a chi riposa nel nostro cuore

A chi non c'è più, a chi riposa nel nostro cuore
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Se c’è una cosa per cui la vita non ci prepara è la morte. Il nostro cuore è abituato ad aspirare soffi di energia, di vitalità, di ricordi felici, ma anche qualche delusione.

Come assumere il vuoto, l’assenza, la non compagnia di chi ha avuto un grande significato nei nostri giorni? È qualcosa per cui non veniamo istruiti da nessuno, qualcosa che quasi nessuno pensa che succederà.

Siamo sicuri che al giorno d’oggi fate i conti con più di un’assenza nella vostra mente, di vuoti nella vostra anima che rimpiangete tutti i giorni. C’è un modo corretto di assumere la perdita di una persona cara?

La risposta è no. Ognuno di noi, con le nostre particolarità, disponiamo di strategie che non sono più utili di altre. Tuttavia, esistono alcune linee guida essenziali che vi invitiamo a conoscere insieme a noi.

Speriamo che vi servano d’aiuto, perché dovete ricordare che chi se ne va, non ci lascia mai del tutto. Continua ad esistere nei nostri ricordi, a dormire nei nostri cuori.

Modi di dire addio nel proprio cuore, modi di accettare l’assenza

donna nostalgica

Ci sono diversi tipi di perdite. Una lunga malattia ci permette, in qualche modo, di prepararci a dire addio. Purtroppo, ci sono anche le perdite impreviste, crudeli ed incomprensibili, così difficili da accettare.

Poche vicende come la morte di un caro risvegliano in noi tanta sofferenza emotiva. Ci sentiamo così sopraffatti che la cosa più comune è restare paralizzati. Il mondo si ostina ad avanzare, quando per noi si è fermato tutto in modo brusco.

Non vi sorprenderà sapere che le perdite vengono concepite come istanti vitali in cui includere molte altre dimensioni a parte quella emotiva. C’è sofferenza fisica, disorientamento cognitivo e persino una crisi dei valori , soprattutto se si segue una filosofia o una religione.

È toccato a noi e, pertanto, dobbiamo accettarlo e in qualche modo “ricostruirci”. Questo processo, come già sapete, comporta un duello, che di solito dura alcuni mesi. Viverlo è necessario, non dimenticheremo mai la persona cara, ma impareremo a vivere con la sua assenza.

Vediamo adesso le fasi più comuni del duello:

  • Fase di negazione: non riusciamo ad accettare quanto accaduto. Lottiamo contro la realtà e la neghiamo.
  • Fase della rabbia e dell’ira: è molto comune essere arrabbiati con tutti e con tutto, cerchiamo il perché, un motivo per cui è successo proprio a noi. È una reazione normale che può durare alcuni giorni o settimane.
  • Fase di negoziazione: questa fase è vitale per superare la perdita. Dopo l’incomprensione, giunge un piccolo avvicinamento alla realtà. Accettiamo di parlare con altre persone e persino con noi stessi. Vediamo tutto con un po’ più di calma.
  • Fase del dolore emotivo: imprescindibile, catartica ed essenziale. Ognuno lo farà a modo proprio, c’è chi troverà sollievo nelle lacrime, altri cercheranno la solitudine… È necessario.
  • Fase dell’accettazione: dopo la rabbia, dopo questo primo avvicinamento alla realtà ed il successivo sfogo emotivo, l’accettazione giunge con calma.

Vivere tutte le fasi del duello è necessario tanto quanto lasciarsi aiutare. Chi non accetta, chi non si libera e non impara a lasciar andare la persona, resta arenato in un dolore che gli impedirà di avanzare.

Accettare la non permanenza, imparare a “lasciar andare”

donna che fluttua con farfalle

Potremmo parlare della necessità di essere preparati all’avversità, ma in realtà è molto più semplice: capire che non siamo eterni, che la vita è un insieme di momenti da vivere con intensità, perché nessuno ha una quota permanente in questo mondo.

Sappiamo anche che per molti queste parole non serviranno a molto. Ci sono perdite innaturali, nessun genitore dovrebbe perdere un figlio e nessuna persona dovrebbe perdere il proprio partner, quella parte del proprio cuore che dà vita, forza e coraggio.

Non è facile, nessuno ci ha avvisati che la vita ci avrebbe presentano istanti di dolore. Tuttavia, siamo obbligati a vivere, perché questo mondo è implacabile, scorre in fretta e quasi senza alito ci obbliga a continuare a respirare e a palpitare.

Non abbiate dubbi: dovete farlo. Per chi non c’è più e per voi stessi, perché vivere significa onorare le persone che avete amato, portarle con voi ogni giorno, sorridere per loro, camminare per loro. Aprite il vostro cuore e permettetevi di proseguire, di brillare per loro.

Immagine per gentile concessione di: Catrin Welz-Stein


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