Si finisce sempre per attirare ciò che si voleva evitare

Si finisce sempre per attirare ciò che si voleva evitare

Ultimo aggiornamento: 15 aprile, 2016

Sprechiamo molto tempo ed energia per cercare di evitare quello che non vogliamo succeda, ma perché alla fine succede l’opposto? È una situazione che si verifica abbastanza di frequente. È possibile che la soluzione sia cambiare la nostra prospettiva e il fulcro della nostra attenzione.

Sono molte le situazioni della vita che pretendiamo di controllare: il lavoro, gli studi, il rapporto di coppia, le relazioni sociali, etc. Abbiamo la necessità di avere l’illusione del controllo, insieme alla sensazione che ogni cosa sia a posto. Per questo, valutiamo tutti i possibili pericoli, credendo in questo modo di poter intervenire per proteggerci dalle conseguenze.

La realtà è ben diversa. Questi pericoli a cui pensiamo e contro i quali ci prepariamo sono una creazione della nostra mente che ci genera ansia per ciò che potrà succedere. Finiamo per perderci nelle possibilità di tutto quello che potrà succedere, impedendoci di valorizzare e goderci quello che stiamo vivendo in questo momento.

Dov’è il fulcro della nostra attenzione?

In qualche modo, con i nostri pensieri, determiniamo il nostro comportamento, le nostre abitudini e infine il nostro destino. Per questo motivo, è di vitale importanza capire dove stiamo riponendo il fulcro della nostra attenzione. Senza esserne consapevoli, possiamo sprofondare facilmente nella sofferenza rimuginando di continuo su pensieri negativi, soprattutto quelli che sono connessi in modo circolare.

Una buona strategia per identificare la nostra “tendenza di pensiero” consiste nell’osservare quei pensieri per “coglierci in flagrante” nel bel mezzo del processo intellettivo autodistruttivo. Capiremo, così, qual è la questione a cui non smettiamo di pensare e che vogliamo evitare e potremo chiederci a cosa serve continuare a pensarci.

Mettere in discussione i nostri sentimenti è essenziale per poterli modificare a nostro vantaggio. È altrettanto importante non credere a tutto quello che pensiamo, lasciando aperta la possibilità che esistano altre prospettive che in un dato momento non siamo in grado di vedere.

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Il nostro cervello non concepisce la negazione

La nostra mente è preparata a comprendere un certo tipo di informazione attraverso il linguaggio. A seconda di ciò che capisce il cervello, potremmo ottenere un’esperienza piuttosto che un’altra. È per questo che possiamo comunicare con noi stessi in maniera dannosa senza nemmeno rendercene conto.

Il nostro cervello associa pensieri ad immagini e il NO non fa parte di queste immagini. Se volete fare una prova, potete dirvi: “non penserò ad un elefante rosa” e finirete per pensare ad un elefante rosa. Questo fenomeno che si verifica nella mente è conosciuto in psicologia come “Teoria dei processi ironici” (Wegner, 1994).

La teoria di Wegner indica che il tentativo di controllo delle esperienze interne è destinato a fallire perché non capiamo in che modo funziona, quindi otteniamo il contrario rispetto a ciò che volevamo. È così che si genera l’opposto di ciò che volevamo controllare.

Quando siamo preoccupati per qualcosa, ci ripetiamo continuamente di non pensarci, ma alla fine non facciamo altro che intensificare questo pensiero. Lo stesso capita quando mandiamo messaggi negativi alle altre persone.

Lampadine

Una strategia per non fare questo errore così comune per cui attiriamo ciò che invece vorremmo evitare è cambiare prospettiva. Cambiare i punti di riferimento e guidare in maniera consapevole i nostri pensieri, scegliere noi (e non essi per inerzia) dove lasciarli liberi. Quando ci sono pensieri ricorrenti riguardo a qualcosa, potete utilizzare le seguenti strategie:


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