La mia camera, il mio disordine, il mio mondo

La mia camera, il mio disordine, il mio mondo

Ultimo aggiornamento: 27 luglio, 2016

Una camera da letto con una scrivania piena di libri, di post-it colorati, di vecchie fotografie, di fiori secchi e qualche tazza di caffè non è sinonimo di una vita caotica. A volte, il disordine di uno spazio indica l’armonia di una mente creativa. È la nostra essenza e contiene la logica di un caos in cui ci sentiamo identificati: è il nostro mondo personale.

Nel corso della nostra vita ci hanno sempre inculcato la necessità di essere ordinati, perché ordine è sinonimo di controllo e, inoltre, un ambiente ordinato trasmette anche una certa sensazione di sicurezza. Tutto ciò è vero, eppure, un errore che facciamo spesso è quello di concepire il disordine come una dimensione essenzialmente negativa. Il disordine è per molti l’immagine del fallimento, dell’inattività, della pigrizia e dell’abbandono.

Una scrivania o una casa disordinata non sono sinonimo di una vita caotica, così come una scrivania spoglia non indica una mente vuota. Il mio spazio disordinato non è altro che il riflesso del rumore della mia mente, attiva, libera e creativa…

Che ci crediate o meno, esiste una vera e propria teoria psicologica sul disordine. Si tratta di una riflessione scientifica che si concentra sull’analisi di ciò che si nasconde dietro questo comportamento e questa personalità. Uno studio condotto nell’università del Minnesota, negli Stati Uniti, per esempio, ha determinato che uno spazio disordinato potenzia la creatività di chi ci vive. Questo dato, però, include molte sfumature di cui oggi vogliamo parlarvi.

colori

La psicologia dietro il disordine

Iniziamo da un aneddoto davvero curioso. Tracey Emin è un’artista britannica che nel 1999 ha presentato al mondo un’opera eccezionale e sorprendete. Si trattava semplicemente di un letto in disordine. Su di esso c’erano montagne di vestiti, sigarette, fazzoletti, bottiglie di vodka… L’insieme, lungi dal risultare attraente o piacevole a livello estetico, era la rappresentazione di un dramma personale. Di quella sensazione di smarrimento ben nota a chiunque abbia sofferto per colpa della sua vita affettiva.

Grazie a quell’opera d’arte, dal titolo My Bed, “il mio letto”, l’artista è stata finalista del premio Turner e, nel 2014, la casa d’asta Christie’s di Londra l’ha venduta per 2 milioni e mezzo di sterline. L’arte moderna rappresenta sempre una sfida ma, come ha dichiarato la stessa artista dopo lo scandalo causato dall’asta, lei stessa lavora abitualmente in ambienti disordinati come la sua opera, perché il disordine, almeno per lei, è il seme della creatività.

ragazza camera da letto con poster

A una conclusione simile è giunto anche uno studio pubblicato sul New York Times, che ha dimostrato che, alle volte, un ambiente leggermente disordinato permette alla mente di liberarsi dalle convenzioni e di sentirsi più libera di muoversi in tutte le direzioni alla ricerca di nuove risposte e nuove idee. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che una delle fasi della creatività è proprio quell’uragano di idee che inizialmente sembra un vero caos, finché non arriva il momento di prendere una decisione e, dunque, di innovare.

Gli spazi personali e la libertà di pensiero

Il disordine che creiamo noi, e che quindi comprendiamo e ci è familiare, non potrà mai essere un problema e sarà sempre propizio, ma solo se abbiamo un certo controllo su di esso. La psicologa Kathleen Vohs, specialista in questa teoria su ordine e disordine, spiega che in un ambiente di lavoro, per esempio, dovrebbe sempre esistere una certa efficienza organizzativa.

Tuttavia, il fatto di creare uno spazio visivo in cui regna un certo caos per quanto riguarda gli oggetti e i colori, genera uno stimolo che permette al nostro cervello di rilassarsi e, contemporaneamente, affinare il suo ingegno. Ora, un dato da tenere in considerazione è che non tutte le personalità tollerano questo tipo di squilibri. Ci sono molte differenze a livello individuale, e per questo alcune persone hanno bisogno di un ordine assoluto per riuscire a essere produttive.

riviste camera da letto

Al di là di tutto, la conclusione a cui dobbiamo arrivare è che una stanza disordinata non riflette affatto una persona irresponsabile o dalla vita caotica. Così come chi si preoccupa moltissimo di controllare e tenere in ordine i suoi spazi e le sue cose non soffre di nessun disturbo mentale e non deve per forza essere accusata di essere ossessiva.

Ognuno di noi ha il diritto di vivere i suoi spazi personali come preferisce e in libertà. Ogni angolo della nostra casa riflette le nostre abitudini e non per questo dobbiamo ricevere critiche o essere etichettati. Per esempio, si suol dire che le persone disordinate non hanno degli obiettivi nella vita, che stanno attraversando dei conflitti interni e che non buttano via niente perché sono eccessivamente attaccate ai loro ricordi del passato.

Questo tipo di stereotipi non sempre è corretto, e se oggi ci svegliamo e decidiamo di non fare il letto e di non riordinare la casa può essere che la decisione sia stata presa perché abbiamo dato la priorità a qualcos’altro. Non per forza deve riflettere un tratto della nostra personalità. Il disordine che scegliamo, controlliamo e che non ci sommerge, lungi dall’essere un rumore, è un sottofondo che riesce a tranquillizzare una mente che si identifica in ciò che possiede.

Perché l’ordine è senz’altro il piacere della ragione, ma il disordine, per alcuni, è il piacere dell’immaginazione.

ragazza camera da letto piena di libri

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