Consolare significa ascoltare senza giudicare

Consolare significa ascoltare senza giudicare
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Tutti abbiamo bisogno di essere consolati in certi momenti, ma noi siamo in grado di consolare? A volte si è abituati a consolare in modo scorretto; oggi vi apriremo gli occhi su cosa significa davvero la parola “consolare”.

“Consolare significa ascoltare senza giudicare, significa esserci; ascoltare è accompagnare senza fare nulla”.

(Bernardo Stamateas)

Consolare è esserci nei momenti duri

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Tutti attraversiamo momenti difficili in cui il fatto di sentirci soli non ci fa affatto bene. Guardatevi attorno: ci sono molte persone presenti per voi; siete anche voi disponibili ad esserci per loro? Non potete solo desiderare che la gente sia disposta ad aiutarvi, anche voi dovete essere disponibili, qualsiasi cosa accada, in qualsiasi momento.

Sia che si tratti di amici che della vostra famiglia, dovete esserci per loro. “Esserci” non è inteso solo in termini di presenza fisica; significa molto di più:

  • Saper ascoltare l’altro, anche quando anche voi avete dei problemi. Presto arriverà anche il vostro turno, in cui l’altro vi ascolterà e vi sosterrà.
  • Ascoltare quello che l’altra persona esprime senza criticare né giudicare né provare a manipolare le sue parole.
  • Avere una mentalità aperta di fronte al problema che vi stanno raccontando.
  • Se l’altra persona è depressa o si trova in un profondo stato di tristezza, esserci per lei ogni volta che vuole parlare.
  • Mostrare interesse per il benessere dell’altro, chiedergli se ha risolto il suo problema.

A tutti piace essere ascoltati sul serio. Se volete essere presenti per qualcuno, fatelo davvero: ascoltatelo sinceramente e mostrate interesse per il suo benessere.

Amicizia è esserci in ogni momento della giornata, con le braccia aperte, in attesa dei momenti belli e di quelli brutti.

Tuttavia, a volte, ci sentiamo a disagio quando consoliamo qualcuno, perché non possiamo fare altro. L’impotenza ci fa sentire inutili. È forse questo consolare? Come possiamo aiutare davvero?

Anche stare accanto a qualcuno vuol dire aiutarlo

Come abbiamo detto, in certi casi, ci sentiamo inutili, impotenti, perché non siamo in grado di aiutare davvero. Crediamo che stare accanto a qualcuno, semplicemente ascoltandolo e consolandolo, significhi non fare nulla. Ebbene, quest’idea è sbagliata: stiamo facendo molto, in verità.

Quando qualcuno ha un problema o sta attraversando un periodo nero, non possiamo interferire con questa circostanza. Ogni persona deve vivere il suo dolore, nessuno può prendere il suo posto, nessuno può superarlo al posto suo.

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Dovete interiorizzare questo concetto, per imparare a comprendere le diverse reazioni delle persone: molti vogliono sfogarsi parlando, altri preferiscono farlo in silenzio. Talvolta, il silenzio è il grido d’aiuto più assordante di tutti.

Imparate ad accompagnare le persone

Sia che una persona voglia parlare sia che preferisca restare in silenzio, restatele accanto. Dovete accompagnarla, farle sapere che ci sono due braccia che la sosterranno se cade. Quelle braccia non la libereranno dal dolore, ma le daranno la forza di continuare a lottare e affrontare i problemi.

È chiaro che non potete sapere che cosa sta succedendo all’altro e, per quanto possa sembrarvi assurdo ciò che vi racconta, dovete provare ad essere empatici e comprensivi. Smettete di dire alle persone sofferenti che “tutto passa”, che “è solo un brutto momento”. Smettete di criticare e di dire quanto sciocchi sembrino quei problemi a voi che vedete le cose in modo obiettivo.

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Non giudicate, perché domani potreste una situazione del genere potrebbe accadere a voi; a quel punto, sarete consapevoli che si tratta di una sciocchezza, ma che fa soffrire anche voi, per quanto vogliate negarlo.

“Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un’altra è pensare che il tuo sia l’unico cammino.”

(Paulo Coelho)

Consolare non è giudicare, bensì accompagnare

Imparate ad esserci per gli altri, a consolare, senza giudicare, i loro pensieri, la loro situazione, le loro pene. Semplicemente, accompagnateli nel loro dolore, affinché sappiano che, se soffrono una battuta d’arresto, voi sarete lì a dar loro una spinta.

Fate capire loro che tutto è esperienza, nel bene e nel male, e che prima o poi lasceranno quella situazione nel passato, la supereranno.

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Immagini per gentile concessione di Jung Eun Park, Shiori Matsumtotto


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