Cos’è la personalità anancastica?

Cos’è la personalità anancastica?

Ultimo aggiornamento: 25 novembre, 2015

Giulio è un uomo di successo. Sostiene che, sin dalla gioventù, gli piacciano le cose ben fatte e che ha sempre passato ore ed ore sui suoi compiti e lavori scolastici finché questi non diventavano “presentabili”. Si definisce una persona ordinata, pulita e perfezionista.

Il suo motto è “le cose devono essere fatte bene, altrimenti è meglio non farle”. Ama i dettagli e vuole che le cose godano di una certa armonia, routine e costanza. Ritiene che il suo modo di affrontare la vita sia l’elemento che l’ha portato al successo che sperimenta in questo momento in ambito lavorativo; tuttavia, crede che ciò non sia sufficiente.

Dov’è il problema di Giulio?

Da questa presentazione, si potrebbe pensare che Giulio, uomo di successo, valutato positivamente in ambito lavorativo, operoso e ordinato, non abbia nessun problema. In realtà, la personalità di Giulio lo sta penalizzando in altre sfere della vita: egli soffre di ciò che viene chiamato “personalità anancastica”.

Un individuo con una personalità di questo tipo è caratterizzato da un perfezionismo molto elevato e da una volontà di controllo delle situazioni. Essere perfezionista non significa desiderare e collaborare affinché tutto riesca nel miglior modo possibile; questo sarebbe un comportamento normale ed auspicabile.

Essere perfezionista significa che la persona si impone ed esige a se stessa che tutti i compiti da lei realizzati debbano risultare perfetti. Tuttavia, dato che la perfezione non esiste, l’individuo in questione può passare ore e addirittura giorni a fare qualcosa che qualcun altro farebbe nella metà del tempo. In alcuni casi, può anche arrivare a cedere e non fare più ciò che si era proposto, per timore di non riuscire a farlo perfettamente.

La sua mania di perfezionismo lo porta ad essere perennemente insoddisfatto dei suoi risultati, poiché è sempre convinto che “avrebbe potuto fare di meglio”. Ciò gli provoca un forte stato di ansia che lo fa soffrire e gli impedisce di godersi le sue vittorie.

Il pensiero di tali persone è un pensiero polarizzato, ovvero le cose sono o bianche o nere, belle o brutte. L’individuo è così rigido ed inflessibile che non accetta che esista una via di mezzo. Si è perfetti oppure si è dei totali falliti e, dato che non trova mai la perfezione, nonostante i risultati ottenuti, finisce per considerarsi un fallito.

Si tratta di persone che si dedicano esclusivamente al lavoro. Non prendono ferie, nonostante il loro capo li obblighi a farlo. Il lavoro è la loro priorità e se lo portano a casa ogni giorno, senza mai staccare né svolgendo altre attività. Ovviamente, a causa di tale comportamento, le loro relazioni sociali e di coppia ne risentono molto, poiché lo svago non rientra nei loro piani e, se fanno qualcosa di rilassante, si sentono a disagio e credono di perdere il tempo.

Anche i rapporti con i colleghi di lavoro sono difficili, perché non accettano la collaborazione e l’aiuto esterno; ritengono che nessuno sia in grado di realizzare i compiti in modo così perfetto come fanno loro.

Come si può rilevare da tutte queste caratteristiche, il pensiero fisso di queste persone è fare le cose in modo perfetto e convivono con la paura o l’ansia di fallire e commettere errori.

Come possiamo aiutare Giulio?

I disturbi della personalità sono difficili da annientare, ma una buona psicoterapia unita a degli psicofarmaci può essere d’aiuto a questi pazienti.

  • È necessario lavorare sulle convinzioni sbagliate a proposito del perfezionismo e del controllo. L’obiettivo è far capire a queste persone che la perfezione è un concetto irreale, che non esiste, e che impegnarsi ad ottenere qualcosa che non esiste provoca ansia, frustrazione, sofferenza, aggressività, ostilità e isolamento fisico ed emotivo.
  • La persona deve costringersi a commettere degli errori. Errare è umano e, in quanto umani, dobbiamo sbagliare. Commettere errori ci porta ad imparare e ad evolverci in ogni aspetto della nostra vita, non significa niente di diverso da questo. Vedere un errore come un fallimento assoluto è irreale, pertanto dobbiamo aiutare l’individuo in questione a disfarsi di tale convinzione assurda e ad essere più razionale.
  • È essenziale imparare a godersi il tempo libero e le relazioni interpersonali. Queste persone credono che passare una giornata di relax e svolgere attività non legate al lavoro sia inutile; in realtà, tutti hanno bisogno di riposare, di sconnettersi e di ritrovare le energie per poi rendere di più.

A causa del loro comportamento, questi individui sono esausti sia a livello fisico che mentale, per ciò bisognerebbe rivedere con loro le idee sul relax, affinché capiscano che c’è tempo per fare tutto e che il riposo e il divertimento sono necessari per il benessere fisico e psicologico.

Bisogna sdrammatizzare: “qual è la cosa peggiore che può succederti se non ti riesce questo compito?”. Ponete questa domanda alla persona anancastica e la aiuterete a capire che spesso formula nella sua testa pensieri e immagini catastrofici, che in realtà non sono così drammatici.

La mente ansiosa è solita pensare che accadrà qualcosa di peggiore rispetto a quel che è la realtà, cosa che provoca una sofferenza inutile che rende difficile la risoluzione dei problemi.

Fonte dell’immagine: http://amaltiempobuenapsique.com/2012/10/01/combate-el-perfeccionismo/


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