Per dimenticare, bisogna ricordare

Per dimenticare, bisogna ricordare

Ultimo aggiornamento: 21 agosto, 2016

Esistono molti episodi del nostro passato che desideriamo dimenticare, eppure, per mettere fine a quel dolore, è necessario ricordare; non tanto per relegare l’accaduto all’oblio, piuttosto per integrarlo nella nostra vita attuale, con tutto l’arricchimento che ne deriva.

Tutto il processo che percorriamo con la nostra esperienza di vita implica dei cambiamenti, oltre a numerose ferite di varia natura. I cambiamenti implicano perdite accompagnate da addii, dolori e rinunce. Sembra anche naturale cercare di evitarle e non introdurle nella nostra storia, ma rappresenta uno sforzo che ci farà affogare nella sofferenza perché si tratta di una lotta persa in partenza.

Le sofferenze fanno parte della nostra vita, hanno un senso importante per il nostro sviluppo personale. Perché le sofferenze, non solo ci aiutano a cambiare e ad accettare l’inevitabile, ma ci preparano anche ad abbracciare nuove esperienze di grande valore e significato.

Accettare la trasformazione del dolore non significa dover dimenticare; piuttosto saperlo abbracciare per rinascere in ognuna di queste fasi.

Perdonare, non dimenticare

Il perdono mette a riposo le nostre lotte piene di rancori, colpe e ripicche. Quando giunge il perdono, è in corso il processo di accettazione per porre fine alla sofferenza. È comune negli amori frustrati, si fa di tutto per dimenticare anziché scegliere il perdono e così serbiamo il dolore che ci avvelena.

Per perdonare, bisogna accettare, in modo da acquisire gli insegnamenti necessari ed incorporarli al proprio sviluppo personale. È un processo che porta verso la pace e la tranquillità, il quale richiede una coscienza serena. Il cammino del perdono è paragonabile a quello dell’amore, perché si avvale di questo sentimento per manifestarsi. 

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Di certo avrete usato in più di un’occasione la famosa frase: “Il tempo cura tutte le ferite”, ma questo è un errore, perché il tempo di per sé non cura nulla, è quello che facciamo noi con quel tempo ad aiutarci a maturare, a imparare e a farci crescere per risolvere i nostri conflitti e le difficoltà.

“C’è solo un modo per dimenticare il tempo: impiegarlo”

-Charles Baudelaire-

Imparare a dire addio

Dire addio è una costante inevitabile delle nostre vite, viviamo molti addii importanti, sia da persone (fine di un rapporto, amici che si allontanano, familiari lontani, morti, ecc.) sia da circostanze (lavori, salute e diagnosi di alcune malattie, aspettative che non vanno in porto, raggiungere obiettivi, figli che diventano indipendenti e vanno via da casa, ecc.)

In ogni periodo che viviamo lasciamo dietro di noi problemi irrecuperabili. Lasciamo che i cambiamenti avvengano per poter progredire ed è così che impariamo a dire addio, sapendo che tutte le interazioni significative della nostra vita hanno lasciato un’impronta nelle persona che siamo oggi.

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Nel momento della sofferenza, soprattutto se da parte di un partner, è conveniente non tenere a vista tutto quello che ci ricorda quella persona; in questo modo, potremmo superarlo senza troppe difficoltà. Una volta risanata la ferita, ci renderemo conto del fatto che i ricordi di quella persona non ci intaccano più e che non causano in noi emozioni negative.

“Conservare qualcosa che mi aiuti a ricordarti sarebbe come ammettere che posso dimenticarti”

-William Shakespeare-

Vivere il presente senza dimenticare il passato

Una dei segreti principali del nostro benessere consiste in come ci poniamo nei confronti del presente. Il passato non si può più cambiare, non possiamo controllarlo né modificarlo, l’unica cosa che possiamo controllare è il modo in cui affrontiamo il passato e il presente.

Per questo motivo, il nostro lavoro personale non consiste nel dimenticare il passato né le persone che erano importanti per noi, piuttosto consiste nel poter integrare tutte quelle esperienze nel nostro presente, in qualità di esperienze e di apprendimenti.

Poter tenere a mente ciò che siamo stati e quello che abbiamo vissuto, sia le cose belle sia quelle brutte, ci fa capire meglio quello che vogliamo nel presente. La nostra visione del mondo diventa più lucida e saggia quando integriamo in essa tutto il bagaglio delle nostre esperienze.

“Viandante, sono le tue orme

il sentiero e null’altro;

viandante non c’è un sentiero

il sentiero si fa camminando.

Camminando si traccia il cammino

e volgendo lo sguardo alle spalle

si vede il sentiero che mai

si deve tornare a calcare.

Viandante non c’è un cammino

ma segni nel mare”

-Antonio Machado-


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