Dimmi che disegni e ti dirò chi sei

Dimmi che disegni e ti dirò chi sei

Ultimo aggiornamento: 16 marzo, 2015

Se si tratta di personalità, non c’è niente di nuovo sotto il sole. Per questo qualsiasi comportamento, che sia il tono di voce, il modo di camminare o di disegnare, esprime il nostro modo di essere, che lo vogliamo o no.

Questo principio, che gli psicologi conoscono bene, è la base dei test proiettivi, ideati in modo tale da farci rivelare la nostra personalità senza rendercene conto. Così, i diversi test di disegni, come quello della figura umana, dell’albero o della casa, sono test proiettivi con cui i nostri disegni (apparentemente innocenti) rivelano i nostri segreti più intimi.

Che cosa sono i test proiettivi?

I test proiettivi costituiscono un’area molto interessante della psicologia per via del processo di scoperta che innescano a partire da uno stimolo così ambiguo come un disegno. Tuttavia, i test proiettivi consistono proprio in questo: sono situazioni che permettono che il soggetto si esprima liberamente, senza controlli coscienti, in modo che le sue tensioni, conflitti, emozioni e atteggiamenti, così come i suoi lati creativi e costruttivi emergano senza restrizioni. Un vero banchetto per gli psicologi!

I nostri drammi nei disegni

Il sostrato da cui si estrae il significato psicologico dei test è costituito dalle teorie psicodinamiche della personalità o teorie della “psiche in movimento”. Si chiamano così perché si basano sull’interazione che esiste tra i diversi aspetti della personalità come gli istinti (l’Es), la ragione (il Superio) e l’aspetto funzionale o adulto della personalità (l’Io). Questi ricreano tra loro vere e proprie situazioni da romanzo che si sviluppano nel nostro inconscio e che influiscono in modo significativo sulla nostra condotta. Questi drammi si manifestano nei test proiettivi, in particolare nei disegni, non solo attraverso il contenuto, bensì anche attraverso ogni dettaglio possibile immaginabile.

Ogni dettaglio conta

L’interpretazione dei testi dei disegni o test proiettivi grafici ha due fasi: l’analisi dettagliata di ciascun aspetto del disegno e la sintesi e integrazione di tutti questi aspetti per arrivare a una conclusione dinamica riguardo la situazione psicologica della persona.

Nell’analisi dettagliata vengono considerati a uno a uno tutti gli indicatori della figura disegnata, tra cui troviamo:

la sequenza. Indica quali sono le priorità del soggetto e con che cosa si identifica e che cosa rifiuta.

la dimensione. Ha a che vedere con introversione ed estroversione, così come con la capacità di controllare gli impulsi.

la posizione e l’orientamento nel foglio. Viene associata alla impulsività e al controllo emotivo, così come al livello di fiducia in sé stessi.

la pressione, lo spessore e la fermezza del tratto. Vengono collegati all’assertività o alla timidezza, alla sicurezza o all’insicurezza.

la simmetria. È collegata al grado di controllo emotivo.

l’assenza o l’eccesso di dettagli. È associato a certi rischi come la depressione e il narcisismo.

È molto importante chiarire che la presenza di alcuni di questi indicatori non implica automaticamente un nesso psicologico. L’esperto deve integrare non solo l’insieme degli indicatori presenti nel test, ma anche altre fonti di dati come l’osservazione, il colloquio e la storia della persona per poter arrivare a una sintesi sul suo profilo mentale.

Ci siamo brevemente immersi nell’affascinante mondo dei test proiettivi grafici, dove il foglio bianco che ci dà lo psicologo è come lo schermo di un cinema in cui proiettiamo il film della nostra psiche con tutta l’intensità dei suoi drammi.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.