Fare il bene per interesse significa essere persone astute, non buone

Fare il bene per interesse significa essere persone astute, non buone

Ultimo aggiornamento: 20 maggio, 2016

Mostrare bontà in modo sincero è molto più difficile rispetto a farlo avendo come priorità i propri interessi. In questo modo, molte persone vengono etichettate come “persone egoiste” da chi sospetta che loro acconsentano a contribuire a una giusta causa solo se potranno trarne dei benefici personali.

Un interesse che, d’altra parte, è anche lecito, anche se è mal visto dovuto a un ulteriore elemento significativo: la persona “egoista” viene accusata non solo di aderire alla buona causa per un beneficio proprio, ma anche di farlo solo se questo beneficio effettivamente esiste.

Questo tipo di comportamento, del quale spesso ci rendiamo conto troppo tardi, ha più a che vedere con l’astuzia o con l’egoismo, che non con la bontà, la solidarietà o la dedizione agli altri. Non è la stessa cosa essere una persona buona che essere una persona astuta ma, in alcuni contesti, confondiamo queste due caratteristiche: le persone astute possono mascherarsi da persone buone e ingannare così tutti gli altri. Inoltre, quando ciò accade, è normale provare delusione e tristezza: avevamo riposto delle aspettative nell’altra persona, che si sono rivelate essere per niente reali.

La sfumatura egoistica di chi è buono per interesse

Mani che offrono dei fiori

Continuando lunga la stessa scia di pensiero, bisogna sottolineare che, nel momento in cui qualcuno ci aiuta, ci piace pensare che lo stia facendo perché si preoccupa davvero delle nostre necessità. Nonostante ciò, quando scopriamo che le loro azioni, in realtà, sono mosse da un interesse proprio, togliamo immediatamente valore alle azioni stesse, anche se il beneficio che ha rappresentato per noi è lo stesso in entrambi i casi.

Il danno è causato dal fatto che ci rendiamo conto del vero motivo che si nasconde dietro quegli atti di bontà: se alla base delle azioni e delle strategie usate per raggiungere un obiettivo c’è l’interesse personale, è probabile che quella persona stia agendo in virtù di un beneficio proprio, e non solidale.

A questo proposito, le persone buone che, però, sono guidate dall’astuzia, conservano una certa sfumatura egoistica, poiché loro stessi e i loro obiettivi sono sempre al centro di tutto ciò che fanno. Infatti, proprio per questo, un eventuale altruismo e preoccupazione per gli altri sono sempre relegati in secondo piano, come vedremo di seguito.

“L’egoismo non è sinonimo di amor proprio, ma di una passione disordinata per se stessi”.

-Aristotele-

Altruismo: dentro l’essenza della bontà

Se la prima faccia della medaglia è l’astuzia macchiata di egoismo, la seconda faccia è proprio l’altruismo. Questa è la caratteristica fondamentale che definisce la bontà, al di sopra di qualunque altra cosa. Le persone altruiste si dedicano agli altri, si preoccupano per loro e, soprattutto, sono solidarie e dedite.

Infatti, le persone buone e che agiscono di conseguenza, portano a termine certe azioni cercando di non nuocere a nessuno e sfuggendo dai propri interessi, se sanno che questi possono danneggiare gli altri. L’altruismo è sempre alla ricerca del bene degli altri e non si cura di ciò che riceverà in cambio: fare del bene senza pensare a chi.

“Per quanto riguarda l’uomo, non importano né le sue terre né le sue ricchezze né i suoi clienti né il letto dove dorme o il bicchiere dal quale beve. Ciò che importa è quanta bontà ha, perché questo è il sommo bene dell’uomo”.

-Seneca-

È vero che l’amor proprio è fondamentale, tuttavia una persona altruista mantiene fermamente i limiti: non si tratta di mostrare una mancanza d’interesse verso se stessi, bensì capire che la bontà nasce da un atto libero e volontario, che ha lo scopo di aiutare gli altri.

Mani che offrono un cuore

Le qualità delle persone buone, non astute

Possiamo definire questo tipo di aiuto egoistico come la capacità artificiale di raggiungere un fine. In altre parole, l’interesse proprio non è nocivo perché ci spinge a fare certe azioni. Ciò che nuoce è usare quella spinta per manipolare e approfittare degli altri.

D’altra parte, tra le qualità di una persona buona troviamo quelle che abbiamo già elencato, alle quali possiamo sommarne qualche altra in più. Per esempio, una persona buona è gentile sia con le persone di cui ha bisogno, sia con quelle che non le servono, fa dei favori a chi ne deve e a chi non deve nulla e cede il proprio posto in fila a una persona che ha fretta, anche se non vuole civettare.

Infine, e soprattutto, non possiamo dimenticare che, facendo degli atti di bontà in modo volontario e senza un interesse proprio, si trasmettono dei valori di empatia e umiltà, il che fa nascere, dentro la persona buona, una sensazione di completo appagamento.

“Solo i buoni sentimenti possono unirci;

l’interesse non ha mai forgiato delle unioni durature”

-Comte-


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