Il segreto per imparare parole nuove

Il segreto per imparare parole nuove

Ultimo aggiornamento: 03 luglio, 2015

I neuroscienziati hanno scoperto come il cervello riesce ad imparare parole nuove, ovvero usando le parole come immagini.

Le persone che non riescono ad imparare le parole con il sistema di suoni (il metodo abituale per insegnare a leggere) possono imparare parole nuove come se fossero oggetti visivi. È un’ottima strategia per imparare parole nuove in maniera rapida ed efficace.

La natura delle rappresentazioni ortografiche nel cervello umano è ancora oggetto di discussione.

Il cervello è in grado di imparare parole nuove velocemente perché vede la parola come se si trattasse di un blocco unico, questa la conclusione a cui è giunto uno studio incentrato su questo argomento.

Cosa ha rivelato lo studio?

I ricercatori hanno scoperto che una piccola parte del nostro cervello è olistica, cioè sintonizzata sul riconoscimento delle parole nella loro totalità, invece di trattarle come lettere o sillabe. Una parte del cervello, quindi, potrebbe fotografare le parole per riconoscerle.

Recenti studi hanno rivelato che la parte del cervello che considera le parole dal punto di vista visivo si trova nella corteccia occipito-temporale sinistra e contiene un lessico ortografico basato su rappresentazioni neuronali altamente selettive per parole reali scritte singolarmente. Secondo questa teoria, imparare nuove parole in modo selettivo implica una maggior specificità dell’attività neurale per queste parole nell’area “visiva”.

L’opinione degli esperti

Il Dr. Maximilian Riesenhuber, un neuroscienziato del Centro Medico dell’Università di Georgetown, responsabile dello studio, ha affermato:

“Non riconosciamo parole velocemente dall’ortografia o che si identificano come parti di parole, come suggeriscono alcuni ricercatori. Tuttavia, i neuroni di una piccola area del cervello aiutano a fotografare la parola interna e la sua forma in un modo che potrebbe essere definito come «dizionario visivo».

Una parte del cervello chiamata «zona visiva della parola» è fondamentale per l’apprendimento delle parole”.

All’interno della corteccia visiva si trova il giro fusiforme, un settore che aiuta a riconoscere i volti.

Il Dr. Riesenhuber rivela che “un’area del cervello è quella che ci consente di riconoscere rapidamente la gente e un’altra parte è selettiva per un’intera parola, quindi ci aiuta a leggere velocemente“.

Come è stato condotto lo studio

A 25 partecipanti è stato chiesto di imparare parole nuove assurdamente semplici, così come parole nuove senza significato.

I loro cervelli sono stati radiografati prima e dopo l’esperimento, analizzandone i cambiamenti.

I risultati hanno mostrato che, dopo aver preso coscienza delle diverse parole, l’area del cervello che si occupa di fotografare la forma delle parole ha iniziato a rispondere a parole senza senso come se fossero vere parole.

Il Dr. Laurie Glezer, uno dei primi responsabili dello studio, sostiene che “questo studio è il primo nel suo genere a mostrare come i neuroni cambino la sintonia con le parole imparate, rivelando la plasticità del cervello“.

In base ai dati raccolti, per le persone che hanno difficoltà nella lettura potrebbe essere più semplice imparare parole nuove usando le parole come figure.

Di fatto, il Dr. Riesenhuber è convinto che “chi non può imparare le parole con il sistema dei suoni (il metodo abituale per insegnare a leggere) può imparare parole nuove come se fossero un oggetto visivo; potrebbe essere un’ottima strategia per imparare nuove parole in maniera rapida ed efficace.

L’area che analizza la forma visiva della parola non è interessata al suono che produce.

Il fatto che questo tipo di apprendimento si verifica solo in una piccola parte del cervello è un ottimo esempio della plasticità selettiva del cervello.

Conclusione

Imparare una parola sembra aumentare selettivamente la specificità dei neuroni per le parole nuove nella zona del cervello che visualizza le parole, aggiungendole al dizionario visivo del cervello stesso.

La ricerca in questione è pubblicata sulla rivista online Journal of Neuroscience (http://www.jneurosci.org/content/35/12/4965.full.pdf+html)


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