La paura della propria grandezza: il complesso di Giona

La paura della propria grandezza: il complesso di Giona

Ultimo aggiornamento: 04 settembre, 2015

C’è solo una persona a questo mondo che vi impedirà di arrivare in alto:

Ella vi guarda tutti i giorni, dallo specchio.

Usiamo uno strano modo di limitarci e di arginare il nostro potenziale; spesso, ci sottomettiamo a un tremendo boicottaggio interiore per impedirci di crescere. Sembra una follia fare questo a sé stessi, vero? Forse sapete già di cosa stiamo parlando, ora andiamo più a fondo nella questione.

Perché ci autolimitiamo se nasciamo con un grande potenziale?

Anni fa, Abraham Maslow chiamò questo fenomeno Complesso di Giona”, riferendosi al passaggio biblico in cui Dio ordina a Giona di far arrivare il suo messaggio a Ninive e questi fugge, non ritenendosi capace di svolgere il compito.

A volte, iniziamo a correre nella direzione opposta al successo, pur sapendo che quella non è la strada giusta. Ciò avviene a causa del timore della nostra stessa grandezza ed è una forma crudele di sminuirci.

I demoni che agiscono nel complesso di Giona sono la paura e l’ansia, le quali frenano le nostre possibilità di avere successo. In altre parole, sappiamo quanto valiamo, che possiamo farcela, riusciamo a visualizzarci vittoriosi, ma agiamo in modo tale da non raggiungere il nostro obiettivo. Attraversiamo il fiume percorrendo la valle della mediocrità, per paura di non essere all’altezza e perché non sappiamo cosa significhi arrivare in cima.

Secondo Maslow, temiamo che “accada il peggio” tanto quanto temiamo che “accada il meglio”. Il ragionamento è più o meno il seguente: “Non voglio il tutto e non voglio il niente, preferisco rimanere qui dove sono”.

Tali paure e ansie rispondono al timore di raggiungere quel qualcosa in più rispetto a ciò che gli altri hanno già ottenuto, di affrontare le responsabilità che la grandezza implica, di non saper spianare il nostro cammino guardando l’orizzonte, di essere arroganti, di sbagliare, ecc.

In altre parole, si tratta di una tetra maniera di provocarci sofferenze. Non freniamo solo il successo o il dolore: freniamo la nostra allegria personale. La sofferenza auto-provocata è un tipo di dolore totalmente superfluo e dannoso.

complesso di jonas 2

È molto faticoso superare questo problema. L’unico modo per liquidare questo tipo di suicidio personale è affrontare il demonio dell’invidia, che abbraccia e attanaglia la nostra società: è in esso che si nasconde la nostra paura di non raggiungere gli obiettivi o di riuscirci e di essere, per questo, rifiutati dagli altri.

Ci sono due modi di rispondere al successo altrui: con invidia o con ammirazione; purtroppo, tendiamo sempre ad adottare il primo atteggiamento. Con premesse del genere, chi mai può osare essere originale, diverso e unico? Ben poche persone al mondo. È per questo che, inconsciamente, facciamo di tutto per restare immobili e dipendere emotivamente dalla mediocrità.

La prigione nella quale ci chiudiamo ha vari vigilanti di fronte alle porte sbarrate, ognuno di loro controlla i nostri movimenti e il nostro respiro. Quella cella si trasformerà nella nostra tomba, con una lapide che mostrerà al mondo che abbiamo vissuto senza pene e senza gloria. Moriremo senza nessuna soddisfazione e ci sotterreranno con i vestiti della mediocrità e della comodità emotiva.

È necessario equilibrare le nostre aspirazioni, mantenendo i piedi per terra. La maggior parte delle persone sbaglia in maniera estrema: colloca i suoi obiettivi troppo in alto oppure si auto-sotterra. Se prestate attenzione alle persone di successo, vedrete che sono state in grado di dare un equilibrio a tale questione: hanno saputo puntare al cielo, senza mai staccarsi dalla realtà.

Temere il raggiungimento dei nostri obiettivi è un atteggiamento anche collegato all’incapacità di tollerare l’incertezza: non ci fidiamo della nostra capacità di affrontare gli eventi futuri, abbiamo bisogno di verificare tutto e che tutto sia prevedibile.

Il nostro bisogno di sicurezza è incredibile, è il nostro modo di fraternizzare con i pensieri ossessivi che accompagnano ogni passo verso il successo. Non siamo consapevoli che guardare in alto significa credere che ci troviamo in basso e che siamo inferiori; questo pensiero può davvero danneggiarci per tutta la vita.

Immagini per gentile concessione di nuvolanevicata e Africa Studio


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