La pelle non ha bisogno di parole

La pelle non ha bisogno di parole

Ultimo aggiornamento: 26 marzo, 2015

Risultano curiosi alcuni studi che dimostrano che il primo senso che sviluppiamo durante lo stato embrionale è il tatto. Non siamo ancora in grado di vedere o di percepire suoni, ma già reagiamo agli sfregamenti nel liquido amniotico; probabilmente il tatto è il senso più primitivo dell’essere umano. Addirittura, gli animali ciechi sono in grado di sopravvivere captando la realtà dell’ambiente circostante attraverso le sensazioni che quell’ambiente trasmette loro. La pelle è dunque un meraviglioso trasmettitore di informazioni ed emozioni che riveste il nostro corpo, come una sorta di sofisticato radar.

La pelle parla delle angosce e delle gioie

Molte persone sono solite recarsi dal medico per un consulto quando si vedono affette da patologie come l’eczema, la calvizie o un’acne virulento, senza trovare una soluzione effettiva per il loro caso. Passano in rassegna tutti i trattamenti conosciuti senza che il caso sia risolto, senza alleviare il problema che la nostra pelle esteriorizza. Senza dubbio, questa manifestazione cutanea è ciò che soffriamo interiormente: le persone non sono un agglomerato di acqua e amminoacidi, senza spirito né anima; molto spesso i pensieri che pesano nel nostro cervello sono quelli che provocano questa esteriorizzazione delle patologie.

La pelle parla delle nostre pene e delle nostre gioie quasi ogni giorno: arrossiamo quando ci fanno un complimento o quando avvertiamo la vicinanza di qualcuno che ci attrae, ci sudano le mani quando siamo nervosi, impallidiamo per la rabbia o diventiamo rubicondi per la gioia o per la vergogna. In sostanza, la pelle è capace di liberare una grandissima quantità di neurotrasmettitori che mediano le nostre emozioni; la sua stretta ed intima relazione con il cervello è un indicatore del nostro umore. Se le emozioni non vengono ben gestite o canalizzate si possono trasformare in malattie.

Dove la medicina non arriva: la psicodermatologia

I medici assicurano che molte allergie sono realmente dovute a problemi emozionali.

Il lichen planus – un fungo – è provocato da situazioni particolarmente stressanti o che generano ansia, come il timore di perdere il lavoro, un problema familiare,… Si tratta di evidenze fisiche di qualcosa che non sta andando bene, del fatto che stiamo mettendo a repentaglio il nostro sistema immunitario. Possiamo anche parlare di “calvizie improvvisa”, situazione nella quale i pazienti dicono di sentire un forte prurito e bruciore per tutta la pelle.

Da qui si spiega l’esistenza di una specialità creata per trattare queste importanti patologie, la psicodermatologia, visto che la realtà sociale ha steso le basi affinché essa nascesse: la medicina tradizionale dei dermatologi non è di molto aiuto per almeno il 40% della popolazione.

Trattare la pelle riabilitando in primo luogo le nostre emozioni è una mossa chiave per trovare la soluzione a dei focolai gravi di acne o eczema. Si tratta di situazioni complicate che ci dimostrano che la pelle è effettivamente più importante di quel che riteniamo: essa non ha bisogno del linguaggio per esprimersi, né di parole; siamo in grado di trasmettere affetto e di riflettere il nostro complesso mondo interiore solo avvalendoci di questo senso.

La pelle parla, ma anche soffre, perché in realtà è molto fragile, sia fuori che dentro: freddo, caldo, aggressioni esterne e problemi interiori. Per prenderci cura di lei dobbiamo prima di tutto prenderci cura di noi stessi, imparare a gestire le emozioni e le ansie, le paure e le preoccupazioni. Dipende tutto da voi.


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