La rabbia è inutile: come liberarsene

La rabbia è inutile: come liberarsene

Ultimo aggiornamento: 20 giugno, 2015

Nella maggior parte dei casi, quando non riusciamo a controllare la nostra rabbia, ci pentiamo di esserci invischiati in una situazione così pesante. Perché la questione non aveva poi così tanta importanza o perché non volevamo ferire la persona che amiamo.

È probabile che, in altre occasioni, il motivo che ha scatenato il conflitto fosse veramente importante e che la ragione fosse tutta dalla vostra parte, ma se ci pensate bene. adesso che non siete in preda alla rabbia, vedrete che probabilmente tutta quell’ira non valeva la pena. Sicuramente le cause e i motivi avevano la loro importanza, ma la forma in cui vi siete scatenati non era quella corretta.

Quando vi arrabbiate, perdete voi stessi. Venite sequestrati dai vostri stessi sentimenti, in particolar modo dall’amigdala, una struttura del cervello incaricata di assicurarci la sopravvivenza e che, se non viene controllata in tempo, sbotta, obbligandovi ad entrare in un labirinto di sentimenti che vi confonde, vi blocca e vi rende estremamente irrazionali.

L’amigdala è programmata per rispondere rapidamente di fronte al pericolo, senza fermarsi a soppesare i pro e i contro, cosa che invece fa la corteccia cerebrale. Tale procedimento si svolge in questo modo perché altrimenti, in molte occasioni, perderemmo troppo tempo prezioso. Si può dire che, se il pericolo è reale, è un buon meccanismo di difesa, ma se scatta per ogni piccolezza, può creare problemi: una volta azionato il processo, infatti, un cocktail di ormoni si immette nel nostro sangue e provoca delle conseguenze che ben conosciamo.

Non ci piace come ci sentiamo quando siamo arrabbiati e, per giunta, l’ira ci mette in uno stato che ci impedisce di agire nel modo corretto.

Cosa si può fare?

Se è l’altro ad arrabbiarsi, allora prendete le distanze per impedire il contagio, perché la rabbia è una sensazione che si estende con molta facilità.

Date tempo al vostro interlocutore, affinché gli passi; ognuno di voi ha bisogno di tempi diversi e il tempo dipende anche dall’intensità del litigio. Dovete capire che tutti quegli ormoni che scorrono per il suo corpo devono essere prosciugati in senso fisico, non figurato.

Quando la situazione si sarà normalizzata, potrete parlare tranquillamente; di certo, questo può avvenire solo se l’altra persona vi interessa abbastanza da poter aspettare, in caso contrario, sarà sufficiente che vi allontaniate sia fisicamente che emotivamente.

E se siete voi ad essere arrabbiati? Bene, in questo caso ricordatevi che avete pochissimi secondi per fermare il processo: se ve ne renderete conto appena prima di iniziare a parlare, potrete fermarvi. È come lanciarsi da un trampolino, immaginatevene uno molto grande: se prendete lo slancio, ma all’ultimo momento avvertite paura, potete riporre le mani ed impedire il movimento. Se, invece, ci proverete a metà dell’opera, vi risulterà impossibile.

Una buona domanda da porsi durante quei secondi è: “Ciò che mi preoccupa adesso, sarà importante anche tra qualche mese?”

Vi raccomandiamo, inoltre, di inspirare a fondo e lentamente, per poter prendere le distanze dalla situazione; cercate di immaginarvi come gli spettatori di quel che sta accadendo.

E, se alla fine cadete per davvero nella voragine della rabbia, cercate di isolarvi per non far del male agli altri e prendetevi un po’ di tempo per espellere tutti gli ormoni che scorrono per il vostro sangue. Poi, quando vi sarà passata, analizzate quanto accaduto e chiedetevi: “Che opzioni avevo?”. Insomma, cercate di capire cosa potete imparare da questa situazione per la prossima volta, perché questo è ciò che ci fa progredire.


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