Maturare significa ridere di qualcosa che ci ha fatto piangere

Maturare significa ridere di qualcosa che ci ha fatto piangere

Ultimo aggiornamento: 26 settembre, 2016

Guardare verso il vostro passato non è mai un compito facile se non siete stati in grado di superalo del tutto, come è giusto fare. Saprete di esserci riusciti solo quando vi guarderete alle spalle e riderete di qualcosa che, un tempo, vi ha feriti. Quella sensazione di totalità che sentite quando riuscite a uscire da una situazione complicata e ad osservarla sotto una luce diversa si chiama maturità.

Quando attraversate un momento difficile, forse il buio vi impedirà, in un modo o in un altro, di vedere l’uscita per potervi dirigere in quella direzione. È probabile, quindi, che preferiate restare fermi, senza opporvi alle vostre paure e senza affrontare tutte le creature immaginarie che s’innalzano come una grande minaccia.

Nonostante ciò, se ricordate altre situazioni nelle quali vi siete sentiti così, anche se le circostanze non erano le stesse (in fondo, non lo sono mai, proprio come non attraversiamo due volte lo stesso fiume), capirete che le difficoltà che in questo momento sembrano enormi, hanno dei punti deboli altrettanto grandi. Nel momento in cui riuscirete a individuarli, sarete anche in grado di guardare indietro e sorridere con orgoglio alla vostra esperienza, alle vostre paure.

Forse, leggendo quest’introduzione, vi sarà venuta in mente la frase che dice “non si matura con gli anni, ma con i danni”. In un certo senso è proprio così: all’improvviso, quelle ferite, che ormai sono cicatrici, non si riaprono più e sono la prova più schiacciante che vi dimostra che siete cresciuti e cosa avete imparato.

“Non c’è altra strada verso la maturità se non sopportare i colpi della vita”.

-William Shakespeare-

Ridere di ciò che ci ha fatto male

I colpi bassi faranno parte di voi per sempre e, a seconda di quanto è stato duro ognuno di essi, dovrete mostrare più o meno resistenza quando ve li ritroverete di fronte: vi accompagneranno ovunque permetterete loro di seguirvi, non riuscirete a sfuggire e resteranno stampati su quel libro che è la vostra vita. Non ci sarà nessuna eccezione, ma riuscirete a renderli semplici pagine passate, quelle che avete già letto e che rileggerete solo se sarete voi a volerlo.

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Non solo avete il vantaggio di decidere se rileggerle o meno, ma la cosa più importante è che il potere di ricordarle nel modo più giusto, con l’atteggiamento che ritenete necessario, è solo nelle vostre mani.

Per questo motivo oggi diciamo che ridere di ciò che una volta vi ha fatto male significa maturare, perché maturare vuol dire anche imparare da voi stessi ed essere sicuri di chi siete. Quando vi sentivate più persi, avete trovato il vostro punto di flesso e questo è un motivo più che sufficiente per sorridere: vi siete liberati di un passato che vi teneva prigionieri e ora, ormai, sapete come disfare i nodi che vi si presenteranno in futuro.

Errori che diventano ciottoli lungo la strada

La vita vi ha punito duramente tramite le voragini scaturite dalle decisioni errate: ci sono situazioni che vi richiedono di scegliere tra varie opzioni che vi stanno tutte a cuore, ponendovi tra il martello e l’incudine. Tutte queste opzioni vi portano a percorrere strade diverse ed è probabile che quella definitiva sia quella sbagliata.

Gli errori personali diventano piccole pietre piene di significato, un significato che dovete comprendere, per assicurarvi che non ricompaiano in futuro e su strade diverse. Le pietre sono lì, pronte a farvi inciampare di nuovo, fino a che non vi costringeranno ad alzarvi per poter andare avanti: ciò implicherà un enorme sforzo che vi segnerà.

La maturità non si riflette nel prendere le decisioni giuste, ma nell’imparare a vivere con le decisioni prese, persino con quelle sbagliate”.

-Anonimo-

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Maturare vuol dire anche vedere gli errori come opportunità di apprendere e come strumenti per vivere al massimo la vostra vita. È vero che fallire fa male, e a volte molto, ma è peggio stare male per non aver avuto il coraggio di provare qualcosa. Provare, fallire e riprovarci fa parte della propria scoperta interiore.

Maturare significa liberarsi di chi ci ha fatto piangere

È vero, ciò che vi ha fatto piangere è spesso il risultato di una vostra azione, eppure c’è anche la possibilità che non sia così e che a farvi del male sia stato qualcosa o qualcuno a voi esterno. È possibile, per esempio, che vi siate ritrovati in una relazione tossica dalla quale vi è stato difficile uscire e che vi ha destabilizzato emotivamente.

Magari siete in un momento della vostra vita nel quale vi è difficile tagliare i ponti con le persone che amate e che vi hanno regalato il meglio di loro: in qualsiasi circostanza, dovete accettare gli addii e smettere di piangere per ciò che è stato e non è più.

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La scrittrice e traduttrice spagnola Elvira Sastre dice che una vita senza coraggio è un’infinita strada di ritorno: maturare è strettamente collegato all’essere coraggiosi a ogni passo che si fa, soprattutto quelli più difficili, perché non vi manchi mai la forza necessaria per affrontare i contrattempi. In questo modo, percorrerete solo strade di andata e di ricordi, come piccoli bagagli della vostra essenza che sono cresciuti con il tempo.

“Se chiamate esperienze le vostre difficoltà e ricordate che ogni esperienza vi aiuta a maturare, riuscirete a crescere forti e felici, e non importa quanto avverse sembrino le circostanze”.

-Henry Miller-


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