La teoria dell'icerberg e le nostre decisioni

La teoria dell'icerberg e le nostre decisioni

Ultimo aggiornamento: 03 luglio, 2016

La teoria dell’Iceberg di Hemingway è stata applicata a diversi ambiti nel corso della storia, come quello letterario e a quello delle risorse umane; nell’articolo di oggi vi presentiamo questa teoria applicata alla Psicologia.

La teoria di Hemingway nella psicologia sostiene che prestiamo attenzione solo a quello che avvertiamo a prima vista, mentre il resto passa inosservato, e fa il paragone con un icerbeg. Questo vuol dire che esiste una parte cosciente dell’informazione, ma anche una incosciente.

Immaginate di viaggiare su una nave e in lontananza avvistate un iceberg; lo guardate e cosa vedete? Una massa di ghiaccio. Eppure, sotto quell’iceberg vi è anche nascosta alla vista un’altra massa di ghiaccio gigantesca che lo sorregge e gli dà solidità, come potete vedere nell’immagine. Questa è la parte interessante, la parte invisibile ai nostri sensi. Quando guardiamo la realtà che abbiamo davanti a noi, vediamo la sua superficie, la parte visibile, secondo la teoria dell’iceberg solo il 20% del totale. E il resto? Quello corrisponderebbe alla parte incosciente, il restante 80%. Questo ci fa riflettere sui luoghi reconditi della nostra mente e dei suoi processi, quelli che non vediamo.

Per esempio, pensiamo a tutte le volte che ci convinciamo di qualcosa e ci impuntiamo nel seguire il percorso più facile. Questa opzione sarebbe quella che appoggia o favorisce la nostra idea, perché non cerchiamo di verificare se ci siamo confusi o se stiamo sbagliando, piuttosto il contrario, cerchiamo e difendiamo solo le informazioni che supportano la nostra ipotesi.

Perché scegliamo quello che ci colpisce a prima vista o con il quale siamo più in sintonia in quel momento e non cerchiamo di verificare se ciò che pensiamo potrebbe essere falso? Perché spesso non pensiamo ai costi o ai benefici? Non sarà perché nel prendere una decisione improvvisa vengono alla luce nuovi interrogativi e problemi che non avevamo tenuto in conto fin a quel momento? Sarà forse perché noi essere umani, in genere, funzioniamo secondo un programma di economia cognitiva per cui scegliamo le informazioni che ci provocano meno sforzo e che siano in relazione con il nostro modo di vivere?

Per esempio, crediamo che una situazione sia stata creata da diverse circostanze, ovvero: “Un’amica mi ha detto una cosa perché vuole essere come me, perché è invidiosa, perché non sopporta che io abbia fortuna nella vita”. Quando in realtà i motivi possono essere stati altri, ma siamo talmente convinti della situazione creata dalla nostra mente, che qualsiasi cosa che ci venga in mente sarà correlato alla nostra prima ipotesi. Pensate che la maggior parte delle volte manipoliamo l’ipotesi e le conclusioni in base alle informazioni di cui disponiamo, che non è mai l’informazione totale su un argomento.

Fate attenzione quando prendete le vostre decisioni!


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