Cancellate dalla vostra vita chi vi toglie il sorriso

Cancellate dalla vostra vita chi vi toglie il sorriso

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2017

Fatelo. Applicate alla vostra mente un cestino in cui poter mettere con un semplice click tutto ciò che non vi va più bene, incluse le persone che si permettono di cancellare il vostro sorriso. Dopo aver visualizzato quest’immagine, cercate di capire quanto sollievo possa darvi un atto del genere. A questo punto, mettete insieme tutto il vostro amor proprio e un pizzico di coraggio per riuscire a farlo.

Sappiamo che non è facile. Anche se viviamo in un’epoca in cui molte relazioni si concludono con un click sul pulsante “cancella dagli amici di Facebook”, nella vita reale i processi sono molto più profondi e delicati. Non sempre possiamo fare pulizia come se fosse il nostro profilo Facebook.

“Il mondo non è in pericolo a causa delle persone cattive, ma di quelle che permettono la cattiveria”.

(Albert Einstein)

L’aspetto più complicato è che molti condividono lo scenario della propria vita con certe figure che, senza arrivare ad essere dannose o semplicemente cattive, finiscono per logorarli, perché la loro carica emotiva li sfinisce e li asfissia. Perché il virus del cattivo umore, della negatività o del catastrofismo ci attacca per annientare completamente la nostra aura positiva, che è davvero difficile da mantenere viva.

Non è semplice tagliare certi legami da un giorno all’altro. La famiglia, i colleghi… Sono figure ancorate al nostro presente che fanno parte di una dinamica quotidiana. Tuttavia, quello che possiamo fare è limitare l’impatto dei loro comportamenti e della loro personalità su di noi.

A questo scopo, non c’è niente di meglio che fare un po’ di “pulizia”. Non si tratta di eliminarle, ma di alleggerire una parte della loro forza sulla nostra realtà.

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Le mele marce del nostro ambiente più prossimo

Tony Schwartz è un celebre giornalista e conferenziere che si è guadagnato la fama con il libro “L’arte del negoziato”, scritto per Donald Trump. Si tratta di un libro sull’ideale del trionfo ormai divenuto un best seller. È stato lanciato sul mercato come biografia di un affermato uomo d’affari con l’aspirazione di conquistare la presidenza degli Stati Uniti d’America.

Sono passati 30 anni dalla stesura di quel testo e le sue pagine hanno contribuito a creare un mito di cui ora, tre decenni dopo, l’autore si pente. Oggi Schwartz dirige un’impresa chiamata The Energy Project, incaricata di supportare le aziende per la creazione di un ambiente di lavoro rispettoso e armonioso, affinché il capitale umano possa esprimere il meglio di sé.

In questo libro ci viene spiegato che nella maggior parte degli ambienti lavorativi sono presenti le cosiddette “mele marce”. Persone che con il loro atteggiamento logorano gradualmente il dinamismo e la produttività di tutta la struttura. Seminano preoccupazioni, creano tensioni e spargono ansie tra i colleghi in modo indiretto, ma persistente. “Cancellare” queste persone dalla vostra realtà intima è una questione vitale.

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Il magnate degli Stati Uniti, Donald Trump, è arrivato ad affermare con un sorriso solenne che solo una persona con le sue capacità di leader e di negoziatore aveva diritto alla presidenza. Tony Schwartz, pentito per aver scritto quel libro, ha iniziato una campagna per ricordare come si dà vita a scenari produttivi e rispettosi.

Se avere una mela marcia tra i colleghi di lavoro è frustrante e pericoloso, avere un leader con queste caratteristiche può essere letale.

Non lasciate che spengano il vostro sorriso

Gli amici ci sono per rallegrare la vita, per riempirla di significati e di potenti punti di riferimento. Se esercitano un abuso, allora non sono amici. La famiglia è fatta per aiutarci a crescere, per permetterci di prendere contatto con la società in modo sicuro e sentendoci amati. Se fa tutto l’opposto, allora non è una vera famiglia.

“Non smettere mai di sorridere, perché un giorno senza sorriso è un giorno perso”.

(Charlie Chaplin)

I colleghi di lavoro e i nostri superiori devono tirare fuori il meglio di noi per poter navigare verso un unico fine: far trionfare l’organizzazione. Se questo obiettivo non viene realizzato, allora non è stato fatto un buon lavoro.

Possono spegnerci sorriso in scenari molto intimi per noi e in modi molto diversi, in distinti momenti della nostra vita. Perché il sorriso, quel gesto universale, non è altro che il riflesso di un benessere interiore in cui c’è armonia tra la sicurezza personale, la sensazione di competenza e il sapersi amati, rispettati ed apprezzati.

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John E. Steinbeck diceva che la tristezza che penetra l’anima è più letale di un virus. Perdere il sorriso è il primo sintomo. Un cattivo padre, un amico falso, un capo incapace o un pessimo leader non solo alterano la nostra allegria e le nostre emozioni, ma modificano la nostra carica emotiva.

Dobbiamo cercare di visualizzare questa interazione come fosse un virus. Come quelle mele marce di cui parlavamo prima, le quali espandono il loro malessere infettandoci con il loro cattivo umore, la loro stupidità, la loro assenza di tatto. Bisogna quindi accettare che il mondo è pieno di persone del genere, con più o meno carica nociva.

Dobbiamo farci valere e capire che chi ci fa del male non ci ama, che chi ci ferisce non ci rispetta. Mettere limiti e distanze è essenziale. Tuttavia, è ancora più importante trovare l’antidoto, ovvero attorniarci di persone che vale la pena avere a fianco. Passare più tempo possibile con questi individui speciali che ci danno luce, allegria e amore autentico che guarisce tutto.

Perché questa è la cura di tutti i mali.

Immagini per gentile concessione di Kiyo Murakami e Vladimir Kush


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