Il cervello umano: Einstein e l'autismo

Il cervello umano: Einstein e l'autismo
Gema Sánchez Cuevas

Scritto e verificato la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 04 ottobre, 2017

Il cervello umano è un organo complesso e misterioso. La neuroscienza sta facendo passi da giganti e ci rivela ogni giorno nuovi dati sul suo funzionamento. Tuttavia, resta ancora molto da scoprire. Il cervello non smette mai di sorprenderci e un caso speciale è rappresentato dall’autismo.

Alcune persone autistiche, infatti, possiedono capacità fuori dal comune. Per citarne una, possono persino disegnare meglio dei pittori del Rinascimento oppure suonare uno strumento senza aver ricevuto alcuna formazione previa. I loro cervelli hanno una struttura e un modo di funzionare diversi. Prima di tutto, facciamo una panoramica generale del nostro cervello.

L’evoluzione del cervello umano

Per tantissimi anni, il cervello tripartito di Paul MacLean è stato un modello molto popolare per raggruppare varie regioni dell’encefalo in insiemi che svolgono diverse funzioni. Le aree sarebbero: il cervello rettiliano, il sistema limbico e il neocortex. Il nostro cervello, dunque, ha subito un’evoluzione, che è stata parallela a quella della nostra specie: da cervello rettiliano a neocortex o “cervello superiore”.

Evoluzione del cervello umano

Cervello rettiliano

Il cervello rettiliano è la zona più bassa del prosencefalo. In quest’area si trovano i gangli della base e le zone del tronco encefalico e del cervelletto, responsabili di alcune funzioni fondamentali per la nostra sopravvivenza (respirazione, battiti cardiaci…).

Questa struttura ci fa mettere in atto condotte semplici e impulsive, connesse agli stati fisiologici dell’organismo: paura, fame, rabbia, ecc. Si potrebbe dire che è la parte del sistema nervoso che custodisce codici programmati geneticamente, che si attivano quando si verificano le condizioni necessarie.

Sistema limbico

È il responsabile della comparsa delle emozioni associate a ciascuna delle esperienze che viviamo. È la sede delle emozioni. Le sue strutture più importanti sono l’amigdala e l’ippocampo, che generano un sistema di memoria primitivo insieme all’ipotalamo, il quale ha reso possibile la reazione a uno spettro di stimoli più ampio.

Neocortex

È il traguardo evolutivo più recente nello sviluppo del nostro cervello. È la sede della razionalità: ci permette di pensare in modo astratto, sistematico e logico. È un risultato memorabile per la nostra specie. È la parte che ci rende così diversi l’uno dall’altro e che, inoltre, dinanzi alla stessa situazione, ci fa reagire in modo diverso in momenti diversi. È anche il luogo in cui risiede la nostra potente immaginazione.

Una delle parti più conosciute del neocortex sono i lobi cerebrali.

Schema del cervello umano

Lobi cerebrali

Il cervello umano è diviso in due parti più o meno simmetriche, chiamate emisferi. Ciascun emisfero è composto da quattro lobi diversi:

  • Lobo occipitale. Vi risiede la corteccia visiva ed è dunque coinvolto nella nostra capacità di captare ed interpretare ciò che vediamo.
  • Lobo parietale. Gioca un ruolo fondamentale nell’elaborazione dell’informazione sensoriale proveniente da varie parti del corpo, la conoscenza dei numeri e delle loro relazioni, e la manipolazione degli oggetti.
  • Lobo temporale. Le principali funzioni hanno a che fare con la memoria. Il lobo temporale sinistro è coinvolto nella capacità di ricordare le parole e i nomi degli oggetti. Viceversa, il lobo temporale destro riguarda la nostra memoria visiva (volti, immagini,…).
  • Lobo frontale. È connesso al controllo degli impulsi, al buon senso, al linguaggio, alla memoria di lavoro, alle funzioni motorie, al comportamento sessuale e alla socializzazione. Provvede anche alla pianificazione, al coordinamento, al controllo e all’esecuzione dei nostri comportamenti.

Cervello e autismo

Le persone affette da autismo, di solito, non sono molto brave a relazionarsi con gli altri. Inoltre, sono solite soffrire di immaturità emotiva, deficit linguistici e ulteriori difficoltà. Questi problemi possono essere dovuti al fatto che alcune aree del loro cervello sono danneggiate e funzionano in maniera anomala.

Tuttavia, nel caso dei cosiddetti “autistici disegnatori”, vi è un’isola intatta nel tessuto corticale del lobo parietale destro (dove risiedono le capacità spaziali e artistiche). In questo modo, il cattivo funzionamento di molte aree cerebrali fa sì che il lobo parietale destro possa accaparrarsi liberamente la maggior parte delle risorse attentive. Al contrario, noi potremmo raggiungere tale risultato solo a seguito di anni di preparazione e sforzo.

Per questo motivo, se il lobo parietale destro viene danneggiato a seguito, ad esempio, di un ictus o di un tumore, capita spesso che la persona in questione perda la capacità di realizzare anche un semplice disegno approssimato. Se invece la lesione riguarda il lobo parietale sinistro (relazionato al calcolo numerico), la capacità artistica della persona è solita migliorare. Come mai succede? Una spiegazione potrebbe essere che il lobo parietale sinistro smette di utilizzare le risorse e le trasferisce al destro. Sebbene i nostri emisferi lavorino insieme, è ovvio che abbiano anche una straordinaria capacità di compensarsi.

Gli emisferi del cervello umano

Cosa c’entra tutto questo con il cervello di Einstein?

A quanto pare, Albert Einstein presentava enormi circonvoluzioni angolari nel cervello (tali circonvoluzioni si trovano nei lobi parietali). È importante comprendere che, essere bravo in matematica, non richiede solo saper fare i calcoli, infatti sono necessarie anche altre abilità, come la visualizzazione spaziale.

Einstein poteva combinare la sua destrezza nei calcoli (lobo parietale sinistro) con la sua abilità spaziale (lobo parietale destro), in modo tanto stupefacente quanto i risultati che ottenne.


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