Consumo di cannabis ed effetti a lungo termine

I suoi benefici sono ormai stati dimostrati. Ma quali sono gli effetti a lungo termine del consumo di cannabis?
Consumo di cannabis ed effetti a lungo termine
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Esistono decine di studi volti a determinare gli effetti del consumo di cannabis, positivi e no. Mentre questa sostanza viene legalizzata in un numero sempre maggiore di paesi, gli esperti si chiedono in che misura essa e i suoi derivati a uso medicinale possano essere davvero utili e quali quantità non bisogna superare per non incorrere in danni collaterali.

La cannabis è famosa per l’uso ricreativo che se ne fa. Tuttavia, anche il suo potere curativo è stato accertato. Esistono infatti numerosi prodotti derivati dalla cannabis, tra cui oli essenziali per trattare il dolore cronico e l’epilessia. Tuttavia, studi più recenti ci mettono in guardia sugli effetti a lungo termine del consumo di cannabis.

A lungo andare il consumo di cannabis può causare danni al cervello

Di recente alcuni studiosi dell’università di Lisbona (Portogallo) e dell’Università di Lancaster (Regno Unito) hanno condotto uno studio sul consumo prolungato di cannabis e i suoi possibili effetti. I risultati pubblicati sul Journal of Neurochemistry evidenziano l’esistenza di un rischio piuttosto importante: il consumo prolungato di cannabinoidi può danneggiare la memoria.

I ricercatori hanno realizzato un composto con le stesse caratteristiche dei cannabinoidi (WIN 55,212-2) per osservarne gli effetti sul cervello. Grazie ad alcuni esperimenti condotti su cavie, i ricercatori hanno potuto osservare che i roditori presentavano significative alterazioni della memoria in seguito a un’esposizione continua a questa sostanza. In poche parole, non erano più in grado di distinguere oggetti noti da quelli mai visti.

Prima di continuare con le nostre osservazioni, appare opportuno chiarire un dato: si definiscono cannabinoidi tutte quelle sostanze chimiche che, a prescindere dalla loro provenienza o composizione, sono legate ai ricettori cannabinoidi del corpo e del cervello umano e che hanno effetti simili a quelli prodotti dalla pianta di Cannabis sativa (anche detta canapa o marijuana).

Effetti del consumo di cannabis sul cervello

Attraverso l’utilizzo di tecniche di neuroimaging, i ricercatori sono stati in grado di osservare anche che questa sostanza derivata dalla cannabis sortisce diversi effetti sulle aree cerebrali legate all’apprendimento, all’immagazzinaggio di informazioni e all’accesso ai ricordi.

Ma gli effetti che l’esposizione continua a questa sostanza può avere sul cervello non finiscono qui: i ricercatori spiegano che la comunicazione tra le varie aree cerebrali che “comandano” l’apprendimento e la memoria potrebbe risultare compromessa.

“Il nostro studio mostra chiaramente che l’assunzione prolungata di cannabinoidi, quando essi non vengono impiegati per uso medico, può avere un impatto negativo sulle funzioni cerebrali e in particolare sulla memoria”, spiegano gli studiosi.

Ana Sebastião, principale autrice dello studio spiega che È importante comprendere che lo stesso eccipiente potrebbe essere utile al fine di ristabilire un certo equilibrio in un individuo che presenta una certa patologia come l’espilessia o la sclerosi multipla, ma allo stesso modo potrebbe creare scompensi in un soggetto sano”, inoltre ci ricorda che “le terapie basate sull’assunzione di cannabinoidi non comportano solo benefici, ma anche numerosi effetti collaterali”.

È possibile ridurre gli effetti collaterali della cannabis a uso terapeutico?

I risultati dello studio sopracitato scaturiscono da un precedente studio condotto dall’equipe di Ana Sebastião. Anche in quell’occasione era stato possibile osservare che uno degli effetti sul cervello del consumo di cannabis consisteva nel fatto che la sua assunzione prolungata a lungo poteva alterare la “memoria di riconoscimento” . Si tratta della memoria che ci permette di ricordare persone e oggetti con i quali abbiamo una certa familiarità.

Nell’ambito di quest’ ulteriore studio i ricercatori suggerirono persino un modo per compensare gli effetti collaterali dei cannabinoidi: assumere medicinali derivati dalla caffeina. Questi risultati sono fondamentali per lo sviluppo di strategie farmacologiche volte a ridurre gli effetti collaterali causati sul sistema cognitivo dalle terapie a base di cannabinoidi attualmente in uso, la cui efficacia nel trattamento di disturbi del sistema nervoso è stata dimostrata”, secondo quanto dichiarato da Ana Sebastião.

Con lo sguardo rivolto al futuro, gli scienziati sperano che una maggiore consapevolezza sugli effetti collaterali legati al consumo di farmaci cannabinoidi possa condurre allo sviluppo di terapie alternative in grado di arginare il problema.

Mente distrutta

A questo proposito, Neil Dawson, coautore dello studio, spiega che Questo studio offre nuove importanti informazioni sul modo in cui l’esposizione ai cannabinoidi a lungo termine può avere un impatto negativo sul cervello. Comprendere questi meccanismi è fondamentale per capire in che modo l’esposizione continua a sostanze cannabinoidi aumenta il rischio di sviluppare disturbi mentali e alla memoria; comprenderli ci permetterebbe di attenuarli.”

 


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