La vertigine del disamore, quando tutto finisce

Cos'è il disamore? Come interessa la sfera emotiva di una persona? Un viaggio all'interno di un sentimento simile a una vertigine e difficile da accettare.
La vertigine del disamore, quando tutto finisce
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Quella discesa in cui si ha paura di sperimentare la più profonda solitudine, che non può più essere sconfitta dalla speranza. Quella sensazione di vuoto straziante che fa scomparire il legame intimo che si aveva con il mondo. Il disamore è quella terrificante vertigine che fa crollare l’idealizzazione della persona amata. Come viene mostrato nel celebre film La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.

Il disamore crea una vertigine dovuta al fatto che il partner precipita dall’alto della perduta felicità, senza che possiamo fare nulla per impedirlo. Non ci sono barriere o paracaduti per mantenere intatta la sensazione di pace ed equilibrio ormai lontana. Viene smontata ogni sicurezza della relazione, facendoci perdere l’equilibrio. Proprio quello che accade al protagonista del film di Hitchcock.

Di fronte a questa situazione, le persone tengono fuggire o a mantenere una struttura ideale che mette al sicuro l’idealizzazione dell’amato, una persona che finisce per esistere solo come creazione, nell’immaginazione.

L’amore è esso stesso una creazione della nostra fantasia, di ciò che vorremmo che fosse.

La mancanza di amore a volte provoca il rifiuto di arrendersi alla realtà, ma quando si presenta il disamore, non c’è soluzione al trauma della separazione. Non si riesce più a trasformare il dolore in magia. Con questa vertigine, finisce tutto.

Ragazza soffre per la vertigine del disamore

La straziante vertigine del disamore

Sicuramente anche voi preferireste dimenticare, una volta per tutte, una storia d’amore finita male. La vertigine appare quando vi rendete conto che esiste un blocco che non può essere superato. La mancanza di reciprocità, per esempio, oppure di intrigo o mistero, così come la stanchezza o persino una profonda delusione.

La morte dell’amore: riconoscere che l’altro non è mai stato ciò che pensavate che fosse. Quell’amore sognato e corrisposto era, invece, una stupida illusione, segnata da menzogne e portata avanti indossando delle becere maschere. Si fa viva la sensazione di vuoto, di un rapporto in cui l’altro è ormai come un estraneo. Tutto si sgretola e perde significato. E dove prima sentivate il battito del cuore, ora notate un’eco. Che è appunto, il rimbombo di qualcosa che suona a vuoto.

Quando ciò accade, nel cuore si nota una ferita acuta e profonda, una ferita impossibile da chiudere e che lascia inerti. Alla fine, siete stati in grado di vedere il vostro partner per quello che è veramente, senza usare il filtro dell’idealizzazione. Il percorso fatto assieme appare piatto, inutile, senza senso.

Un disamore che è vertigine perché precipitate dall’alto della vostra immaginazione, ma senza mai trovare un terreno su cui fermare la caduta. E allora il dubbio, quel domandarsi se è tutto finito o se, al contrario, non è mai iniziato.

A tutti piace sognare a occhi aperti, costruire una proiezione dell’amore nella propria mente. A volte perché la realtà è insopportabile, per un trauma o una grande delusione sofferta. Prima di affrontare quella vertigine che si presenta con tutta la sua forza, si cerca di girare le spalle al passato. Ma non si riesce a superare così rapidamente la realtà e, con il tempo, questa pagina di ricordi si trasforma in fantasia.

Su questa idealizzazione dell’altro, immaginato senza difetti né lati oscuri, si sostengono  matrimoni e illusioni di amori platonici, storie incapaci di terminare e che alla fine riprenderanno il loro percorso. A volte si creano così tanti scenari, che si perde il contatto e il senso della realtà, che sarebbe potuta essere meravigliosa. Magari accanto a quella persona che vi aveva amato, viziato e che non vi avrebbe mai abbandonato.

L’amore vero ha le radici nella realtà, non nell’immaginazione

Certo, l’amore ha bisogno di magia, di sguardi e silenzi. Non si nutre solo di ciò che viene detto esplicitamente, alla luce del sole, della normalità che può diventare prevedibile e noiosa. A volte le parole sono la molla di una realtà temuta e ritardata, di qualcosa che doveva essere portato alla luce e che veniva tenuto nascosto, come una specie di tesoro interiore.

Ogni storia d’amore è diversa. E, se pensate che la vostra corrisponda al 90% a quella che avete sempre immaginato, beh, avete un problema. Ci sono storie che riescono a superare questo atteggiamento quasi puerile, riuscendo a crescere e maturare in qualcosa di molto più solido e durevole. Partono dall’immagine, ma riescono ad abbandonare l’idealizzazione a lungo desiderata e sognata, abbracciando finalmente la realtà, tanto imperfetta quando speciale e incontrollabile.

Ma questo risultato può essere raggiunto solo se avrete il coraggio di scendere dalla vetta della vostra immaginazione, rinunciando in parte alle vostre aspettative. E, questo, è un passo molto duro da compiere.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.