Le distorsioni cognitive più frequenti nella coppia

Le distorsioni cognitive più frequenti nella coppia

Ultimo aggiornamento: 18 luglio, 2017

Le distorsioni cognitive sono schemi di pensiero rigidi ed erronei a cui ricorre la nostra mente durante il processo di elaborazione delle informazioni. Selezionano l’informazione, il modo in cui viene elaborata e i risultati di questo processo, in termini di pensieri ed emozioni.

Esistono diversi tipi di distorsioni cognitive e, prima o poi, le proviamo tutti nel corso della nostra vita. Se le distorsioni si manifestano solo in determinate occasioni, non rappresentano un problema. Se, invece, sono ricorrenti, generano dei problemi a livello di rapporti interpersonali, oltre che malessere psicologico e difficoltà in termini di sviluppo personale.

Anche nella coppia le distorsioni cognitive lasciano il segno. Se arrivano a dominare i pensieri relativi alla convivenza, all’amore o alle discussioni di coppia, allora la relazione vivrà un momento di crisi. Individuare le distorsioni cognitive che riguardano l’elaborazione delle informazioni nel rapporto di coppia è fondamentale per una buona qualità di vita e per trovare la felicità.

Sovrageneralizzazione: una volta è sufficiente

La sovrageneralizzazione ha luogo quando uno o due episodi isolati servono a formulare delle dichiarazioni o regole globali. Un esempio di sovrageneralizzazione è: se il mio ragazzo ha dimenticato di comprare una cosa che ho richiesto, la prossima volta che avrò bisogno di un favore, non glielo chiederò perché penso che “si dimentica sempre di tutto quello che gli chiedo”.

Il problema più importante della sovrageneralizzazione è che trasforma la persona in un giudice che emette sentenze tutto il tempo e, automaticamente, rende la persona giudicata incapace di cambiare, perché “se sbaglia una volta, sbaglierà sempre”, quindi perché dovrebbe agire diversamente?

Una strategia utile per vincere la sovrageneralizzazione è cercare dati che contraddicano la regola globale. Ad esempio, se credete che il partner si dimentichi di tutto quello che gli chiedete, allora cercate esempi di situazioni in cui, invece, si è ricordato delle vostre richieste. Si tratta di allenare la capacità di mettere in discussione se stessi, di essere più obiettivi riguardo alle informazioni su cui ci si basa per giungere  ad una conclusione.

Estremismo: le lenti (iper) graduate che ingigantiscono tutto

Questa distorsione si osserva quando un’esperienza viene percepita attraverso un filtro che ne esagera determinati aspetti o caratteristiche. Durante la fase dell’innamoramento nella coppia, è normale usare il filtro dell’estremismo. Un piccolo dettaglio sembra una cosa fantastica, mentre un piccolo errore viene visto come una catastrofe.

L’estremismo si osserva anche quando due fidanzati non sono abituati a trovarsi in disaccordo o quando hanno la loro prima discussione. Quando affrontano una situazione in cui non arrivano ad un punto di vista comune, vivono il disaccordo come una situazione insuperabile, un ostacolo per lo sviluppo della relazione.

Esempi di questa distorsione cognitiva sono: non sopporto che tu non sia d’accordo con me oppure mi ha detto una piccola bugia, ma fa lo stesso, è terribile il fatto che mi abbia mentito. Una risorsa per combattere l’estremismo è arricchire il proprio vocabolario emotivo cercando un termine intermedio per ciò che si vuole esprimere.

Personalizzazione: sentirsi al centro dell’universo

Questa distorsione cognitiva precede le situazioni in cui una persona si sente responsabile dello stato d’animo o del comportamento dell’altro. Ad esempio, sono comuni pensieri del tipo: di sicuro è tornato a casa dal lavoro di malumore perché non gli ho mandato un messaggio a mezzogiorno oppure visto che sono stata tutto il giorno con le mie amiche, di rientro a casa non mi parlerà.

La personalizzazione genera un sentimento di eccessiva responsabilità per quanto riguarda il benessere degli altri. Una persona, cioè, si attribuisce la capacità di controllo sulle emozioni provate dal partner.

Un esercizio pratico per combattere la personalizzazione è disegnare un cerchio e suddividere il 100% della responsabilità di quanto accaduto tra tutte le possibili cause, smettendo di sentirsi gli unici responsabili di una situazione o di uno stato d’animo dell’altro.

Etichettatura negativa: un giudizio per tutto

Consiste nel definire l’altro in maniera negativa, denigrante e globale. L’etichetta negativa identifica le caratteristiche negative del partner e le associa praticamente a tutte le sfere della vita. Alcuni esempi di etichette negative sono: è un egoista, continua a guardare la partita mentre gli parloè una sconsiderata, parla sempre e solo di se stessa oppure sembra uno stupido, fa fatica a capire quello che gli sto spiegando, non è intelligente.

Il problema più grave di questa distorsione cognitiva nel rapporto di coppia è che, se non controllata, può sfociare (secondo lo psicologo John Gottman) in uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse che anticipano la separazione: il disprezzo. Qualificare negativamente la persona con cui si ha una relazione significa potenziare un’immagine negativa di lei. Inoltre, aumentano il malessere emotivo, la rabbia e i litigi.

Ragionamento emotivo: se mi sento in questo modo, c’è un perché

Il ragionamento emotivo porta a cercare delle cause esterne che spieghino determinati sentimenti, dunque se ci sentiamo male in una data situazione, significa che questa situazione è sbagliata e qualcosa o qualcuno ne è responsabile.

Questa distorsione cognitiva nella coppia influenza la persona che la manifesta perché tende a prendere decisioni solo in funzione dello stato emotivo. Un esempio di ragionamento emotivo è: sono triste, mi sento abbandonata perché non mi ha mandato un solo messaggio in tutta la giornata.

Decidere esclusivamente in base a come ci sentiamo non è positivo, perché basiamo le nostre decisioni su qualcosa di effimero e mutevole come sono le emozioni. La relazione di coppia ha bisogno di continuità e di impegno a lungo termine e queste cose non si basano sugli impulsi emotivi del momento.

Per combattere il ragionamento emotivo, è fondamentale distinguere tra il modo in cui ci sentiamo e la situazione oggettiva. Bisogna fare uno sforzo per osservare cosa accade da fuori e non dalla prospettiva delle emozioni del momento. Riflettere su quale consiglio daremmo ad un amico nella stessa situazione è un buon esercizio di distacco psicologico per combattere il ragionamento emotivo.

Amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui s’abbandonano.
William Shakespeare

Lettura del pensiero: un pericoloso potere soprannaturale

La lettura del pensiero spinge una persona ad adottare una posizione di difesa come risposta a quello che crede l’altro stia pensando. Questa distorsione cognitiva in un rapporto di coppia porta ad agire in base ad un’informazione che “si suppone” e non in funzione di un’informazione che esiste davvero.

Alcuni esempio di lettura del pensiero sono: anche se mi ha detto che non gli dispiace restare a casa, so che si è arrabbiato oppure la mia ragazza si è congratulata per la mia promozione al lavoro, ma sono sicuro che secondo lei non me la merito .

Per combattere questa distorsione, è fondamentale avere chiaro che molte volte siamo noi stessi a non essere sicuri di ciò che ci sta accadendo, di ciò che sentiamo o pensiamo. È impossibile, quindi, sapere con sicurezza cosa pensa l’altro. Anche se conosciamo molto bene una persona, è difficile sapere con esattezza cosa prova.

Un consiglio per combattere la lettura del pensiero è “chiedere prima di indovinare”. Mettetevi in discussione e cercate di capire cosa sapete del vostro partner e cosa, invece, state cercando di indovinare.

Se capite meglio come funziona la vostra mente, farete il passo necessario per oltrepassarne i limiti. Se lavorate ogni giorno per combattere le distorsioni cognitive nel vostro rapporto di coppia, vi sentirete padroni dei vostri pensieri, liberi dai pregiudizi e pronti a vivere appieno la vostra relazione.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.