Dolore cronico: la malattia invisibile

Dolore cronico: la malattia invisibile
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Quando proviamo dolore, sembra semplice eliminarlo o alleviarlo: basta andare dal medico, ci prescrive il trattamento da seguire e il dolore sparisce. Ma le cose non vanno sempre così. Una delle grandi sfide per la medicina è quella rappresentata dal dolore cronico. Cosa fare quando niente è in grado di dare sollievo? Come fare a controllare una cosa così estenuante come il dolore costante?

Chi soffre di dolore cronico ha la sensazione di avere migliaia di aghi conficcati nel corpo. Si tratta di una situazione pesante non solo a livello fisico, ma anche emotivo, cognitivo e relazionale. A causa dello stress continuo a cui è costretta, la persona in certi momenti mette in discussione la sua visione del mondo, della vita e i suoi rapporti interpersonali.

Questa situazione non è complicata solo per chine  soffre, ma anche per le persone dello stesso ambiente, come familiari e amici, che si trovano in difficoltà, soprattutto quando l’incomprensione o la stanchezza assumono il controllo. Alcuni pensano che aver provato diversi tipi di dolore nella vita li renda capaci di empatizzare. Tuttavia, essendo il dolore una dimensione soggettiva e dipendente dalle proprie sensazioni, è difficile mettersi nei panni di chi soffre.

Cosa può fare la psicologia contro il dolore cronico?

Il dolore è un segnale che ci invia il corpo per informarci che qualcosa non va. Ma cosa si può fare se il dolore persiste pur avendo seguito le indicazioni del medico? La vita può diventare una minaccia per chi soffre di dolore cronico. Le attività di tutti i giorni sono una vera e propria sofferenza e  si pensa  al futuro con preoccupazione o disperazione .

La sensazione di essere alla mercé del dolore come una foglia al vento è altamente pericolosa per l’autostima. C’è da dire che il grado di invalidità dettato dal dolore cronico è soggettivo, varia da persona a persona. Tuttavia, indipendentemente dall’autonomia e dalla funzionalità provate, la situazione viene vissuta come limitante e soprattutto frustrante.

In generale, secondo gli esperti, si parla di dolore cronico quando la sofferenza si protrae per oltre sei mesi e non trova sollievo con trattamenti medici o chirurgici. Oltre ai diversi farmaci per alleviare la sintomatologia, la psicoterapia può essere un valido aiuto in questi casi.

Al di là del sollievo fisico e dei risultati pratici nella vita di tutti i giorni, lavorare sull’accettazione e sulla presa di potere da un punto di vista psicologico può aumentare e rafforzare la sensazione di “controllo sulla propria vita”.

Sfidare il dolore

Esistono varie tecniche per affrontare il dolore cronico. A seguire approfondiremo quelle esposte nel testo di Moix e Kovacs del 2009, Manual del dolor, ovvero il manuale del dolore.

Una delle formule principali per affrontare le avversità è capire come funziona ciò che ci destabilizza. Dalla comprensione alla consapevolezza del problema, si possono attivare le strategie migliori riducendo il livello di tensione accumulata a causa dell’incertezza.

Se capiamo dove indirizzare la nostra attenzione, dunque, potremo prendere il controllo sul dolore. In questo senso, allenare l’attenzione e orientarla verso stimoli rilassanti sarà più utile che concentrarsi sul solo dolore.

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è che il malessere generato da uno stato d’animo negativo alimenta e rafforza la malattia. La paura, lo stress, la sensazione di stanchezza o i problemi di insonnia aumentano il dolore. Si potrebbe, quindi, lavorare in senso contrario, ovvero indirizzando le emozioni, i pensieri e i comportamenti verso un minimo di benessere per evitare di aumentare il dolore. Per quanto minimo, questo benessere sarà positivo.

Al lavoro!

Una volta capito che possiamo affrontare la situazione dal punto di vista dell’azione, dobbiamo darci da fare. Alcuni dei punti principali del protocollo d’azione sono:

  • Il rilassamento e la respirazione: sono essenziali per alleviare la tensione muscolare. Rilassarsi non consiste solo nello sdraiarsi sul divano e riposarsi fisicamente a livello muscolare. Esistono anche altri metodi per “staccare la spina”, come andare al cinema, mangiare al ristorante, ascoltare musica, parlare al telefono con un amico, fare una passeggiata.
  • Le emozioni: sono un altro punto forte di questo processo. Può essere utile imparare a conoscerle, capire come influenzano il dolore e lavorare su tecniche di distacco emotivo.
  • Comunicare in maniera sana: è logico che in una situazione di dolore cronico lamentarsi faccia parte della normalità. Lavorare su un modo diverso di esprimere e comunicare lo stesso messaggio, però, aiuterà a migliorare i rapporti personali.
  • Recuperare vecchie e sane abitudini: è normale che in caso di dolore cronico vengano messe da parte attività piacevoli e quotidiane perché più difficili da realizzare. Tuttavia, recuperare vecchie dinamiche, includendo a poco a poco attività gratificanti, contribuirà alla ricostruzione della propria vita.
  • Pianificare con il terapeuta un programma da seguire: è fondamentale sapere quali sono i filtri di pensiero e le distorsioni cognitive che impediscono di cambiare il proprio modo di pensare.

Come avete potuto leggere, il dolore cronico non è solo una malattia che ha delle ripercussioni a livello fisico, ma colpisce anche la dimensione del pensiero, delle relazioni e delle emozioni. Un problema invisibile, ma di grande peso, per cui è fondamentale impegnarsi per migliorare.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.