Non siate troppo duri con voi stessi quando commettete un errore

Non siate troppo duri con voi stessi quando commettete un errore

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2016

Gli errori sono inseparabili compagni di vita. Quando glielo permettiamo, inoltre, si rivelano essere saggi maestri che hanno molto da insegnare. Un errore può essere un’opportunità di successo, un’esperienza di profonda sofferenza o un evento in più nella nostra vita, in base al punto di vista che si adotta al riguardo.

L’atteggiamento nei confronti dei propri errori è fondamentale; la sofferenza che deriva da un errore può esercitare un forte potere su di noi, soprattutto se siamo persone esigenti. Ma chi è il vero responsabile della nostra grande sofferenza ogni volta che sbagliamo? Oggi vi parliamo proprio di lui: il Critico Interiore.

Il Critico Interiore

Avete presente quella vocina che ogni tanto fa capolino in voi e non perde l’occasione per giudicare quello che fate, pensate o sentite? Non usa un tono di voce troppo alto, ma anche sussurrando riesce ad avere su di noi effetti sorprendenti. E anche se non conosciamo il suo volto, immaginiamo non debba avere un aspetto poi così grande…eppure prestarle ascolto può portare a conseguenze talvolta gigantesche.

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Ebbene, oggi vi presentiamo quel personaggio che vive in ciascuno di noi, talvolta ricoprendo un ruolo secondario, altre volte prendendo il sopravvento sulla nostra vita e diventandone il protagonista principale. Di nome fa Critico, di cognome Interiore: Critico Interiore, lo conoscevate?

Il Critico Interiore rappresenta l’insieme dei sensi di colpa e delle pretese che esigiamo a noi stessi e che si presentano sotto forma di pensiero.

“Non avrei dovuto dirlo”, “Non mi daranno mai il lavoro perché non ho le giuste capacità”, “Non mi riesce nulla”, “Sono un disastro, nessuno vorrà mai stare con me”…questi sono solo alcuni esempi di quello che è solito dirci il nostro Critico Interiore.

Quella vocina a cui spesso diamo ascolto può danneggiare seriamente la nostra salute emotiva se non vi sapremo porre rimedio. Per lui non c’è mai nulla che vada abbastanza bene, anche se abbiamo investito tutti i nostri sforzi. È solo capace di rizzare le orecchie per avvisarci ogni volta che ci distanziamo da quello che ha interiorizzato come corretto.

Il nostro modo di rivolgerci a noi stessi dipende dalla qualità dei nostri pensieri

Se dovessimo dargli una forma, sarebbe un mostriciattolo dagli occhi grandi e dall’espressione minacciosa che compare ogni volta che facciamo qualcosa che considera un errore, seminando in noi il senso di colpa. Un maestro un po’ troppo esigente, non credete?

Da dove nasce il Critico Interiore

La nostra vocina interna nasce da esperienze passate legate alla nostra educazione o a situazioni che abbiamo vissuto come negative. Risuona nella nostra mente per metterci in allerta da situazioni che potrebbero ripetersi. Di solito si tratta di critiche che abbiamo interiorizzato e che sono diventate un modello di pensiero ricorrente.

Abbiamo imparato il valore dell’esigenza, dello sforzo e dell’impegno, ma si sono dimenticati di insegnarci che non tutto può essere perfetto. Il mondo non è bianco o nero, le sfumature di grigio sono ovunque ed è bene prenderne atto. La ricerca della perfezione ci rende caparbi, ma anche ansiosi e stressati, immersi dai sensi di colpa e dalla frustrazione ogni qualvolta non otteniamo quello che ci eravamo prefissati.

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Stando al Critico Interiore, esiste un unico modo corretto di agire e ignorandolo si rischia soltanto di soffrire. Le sue intenzioni di base non sono negative – cerca di proteggerci da critiche, rifiuti, vergogna e condanne. Il problema risiede nella sua mancanza di flessibilità e nel suo modo di comunicare attraverso la paura, la minaccia e il disprezzo.

Quanto più ascolto gli diamo, maggior potere acquisirà su di noi, trasformandosi pian piano nel nostro modo di pensare quotidiano. È giusto impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi, ma è altrettanto corretto rispettare noi stessi quando non riusciamo a raggiungerli.

Maltrattarci non servirà a migliorare il nostro benessere, bensì a restare fermi e impauriti.

Come comportarci nei confronti del Critico Interiore?

Come abbiamo visto, il nostro Critico Interiore spunterà fuori tutte le volte che ci sbaglieremo, disprezzandoci e colpevolizzandoci. La sua comparsa dipenderà da come ci sentiamo: sarà sempre pronto a venir fuori quando saremo più vulnerabili, distorcendo la verità e attaccando la nostra autostima.

Ormai abbiamo capito che lui comanda e noi obbediamo, senza porci troppe domande. Siamo i giudici, i boia e le vittime al tempo stesso. Di questo passo, però, poco a poco ci distruggerà. Come fare per porvi rimedio?

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In primo luogo, tenete presente che il vostro Critico Interiore è cresciuto insieme a voi instaurandosi nel vostro modo di pensare e di trattare voi stessi. Sarete voi a doverlo identificare, così da poterlo guidare in maniera cosciente e mettergli un freno. Potete persino immaginarvi come è e parlargli quando appare.

Anziché dargli ascolto, mettete in dubbio quello che vi dice – pur trattandolo sempre con rispetto ed empatia. Lui vi critica perché è così che ha imparato, fin da subito, ma ciò non vuol dire che non sia possibile insegnargli un nuovo punto di vista. Insegnategli che oltre alla rigidità, esiste la flessibilità, che ci sono svariate chiavi di interpretazione per quello che ci succede.

Insegnategli che le critiche legate agli errori vi feriscono e che a partire da adesso la bontà di cuore diventerà la vostra priorità per preservare la vostra salute emotiva.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.