Errori che bloccano la coscienza secondo il Buddismo

Per il buddismo, l'irrefrenabile desiderio di intervenire per modificare la realtà produce diversi errori che bloccano la coscienza. 
Errori che bloccano la coscienza secondo il Buddismo
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Gli errori che bloccano la coscienza sono causati dalla tipica tendenza occidentale a voler interrompere il corso naturale delle cose. Pensiamo di poter controllare ogni cosa, quando in realtà non è così. Ogni processo deve prendere vita e durare il tempo necessario. Inizia e finisce quando deve.

Per il buddismo, questo irrefrenabile desiderio di intervenire per modificare la realtà produce diversi errori che bloccano la coscienza. 

Accade quando rinneghiamo ciò che ci succede o agiamo in maniera sbagliata per risolvere un problema che ci tormenta. Lungi dal trovare una via di fuga, tutto ciò si trasforma in un ostacolo, che ci impedisce di vedere l’uscita.

Per la cultura orientale, la coscienza è intesa come la capacità di vedere, sentire e comprendere il momento presente. È una lucidità che emerge solo quando si trova un equilibrio tra le proprie emozioni e la gestione dei propri desideri. La vita non è fatta su misura per noi: siamo noi a doverci adattare e a imparare a fluire con essa. A tale scopo, è importante sapere identificare gli errori che bloccano la coscienza.

“Non mi faccio costringere né mi difendo, voglio farmi capire senza dir niente. Che mi comprenda chi può; io mi comprendo”.

-Félix Lope de Vega y Carpio-

3 errori che bloccano la coscienza

1. Ricercare in maniera ossessiva

Il concetto stesso di ricerca significa rinunciare all’idea che qualcosa sia di per sé già completo. La ricerca presuppone una tensione tra il desiderio di trovare qualcosa e il non sapere dove si trova. Ogni ricerca racchiude in sé l’angoscia. Tuttavia, quando questa diventa ossessiva, si trasforma in uno degli errori che bloccano la coscienza.

Parliamo di cercare una verità, una risposta o un’esperienza. Molte volte questo avviene perché ci si convince che quando si troverà l’oggetto ricercato, la situazione cambierà radicalmente. Questo non avviene, mai. Ciò nonostante, molte persone ripongono tutte le loro aspettative in quel qualcosa.

Il presente porta con sé tutto quello di cui abbiamo bisogno: è questo l’insegnamento del buddismo. È in esso che si trova tutto quello che meritiamo, che possiamo comprendere e assimilare. Tutto quello che non possediamo, sappiamo o sperimentiamo qui e ora non è presente perché così dev’essere. La ricerca ossessiva non fa altro che confonderci.

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2. Forzare il cambiamento

Determinati cambiamenti si producono quando sono presenti le condizioni ideali perché si verifichino. Si tratta di qualcosa che fluisce da sé, quando siamo pronti perché sia così. Per questo, forzare determinate situazioni non ha alcun senso.

I buddisti ci spingono a riflettere e a prendere coscienza dei nostri pensieri, sentimenti e comportamenti, senza giudicarci. Dichiarare guerra a noi stessi è uno degli errori che bloccano la coscienza. Scoprendo chi siamo, cosa pensiamo e sentiamo, gli aspetti negativi inizieranno a perdere importanza.

Non dobbiamo punirci o andare contro noi stessi per cambiare. Se non abbiamo modificato qualche aspetto di noi che non ci piace, probabilmente significa che ancora non lo comprendiamo. Quando ci riusciremo, il cambiamento si verificherà.

3. La prigione del dover essere

Il dovere non è qualcosa che si impone contro noi stessi. Troppi “dover essere” provengono dall’esterno e molte volte scegliamo di obbedirvi in maniera automatica. Tutto ciò innesca dei cicli nei quali non riusciamo ad adattarci a questi doveri né a rinunciarvi. Di conseguenza, il senso di colpa è costante. Ci si sente continuamente in difetto.

Buddismo

Un dovere che non viene assunto con entusiasmo e piena convinzione è solo un mezzo per infliggersi dolore. Ci allontana dalla nostra essenza, non fa altro che soddisfare le aspettative altrui e ci impedisce di affrontare la paura della rinuncia. È una situazione alienante e tormentata. Non ci permette di scoprire chi siamo davvero e provoca in noi una continua lotta interiore.

Anche il dovere è qualcosa che fluisce in modo naturale. Ci imponiamo limiti e restrizioni perché sappiamo che rinunciando a qualcosa ora, potremo ottenere maggiori benefici nel futuroPer questo bisogna dedicarsi al dovere con convinzione e allegria, non con tristezza e oppressione.

Tutti gli errori che bloccano la coscienza hanno a che vedere con la tendenza a non accettare la realtà e a forzare il corso naturale delle cose. Tutto ciò è frutto dell’ego, quella pulsione interiore che ci induce a mettere il nostro Io al di sopra della realtà. Questo ci impedisce di vedere e comprendere e ci conduce lungo la via della sofferenza.


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