Età emotiva del disamore: come uscirne?

Età emotiva del disamore: come uscirne?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

La mancanza di amore ci segna profondamente, soprattutto a determinate età o in certi momenti della vita. A volte le conseguenze sono tali da lasciarci completamente intrappolati nell’età emotiva del disamore. In altre parole, l’assenza di affetto ferma il nostro sviluppo impedendoci di avanzare finché la ferita non guarisce.

Il concetto di “maturità” è sostanzialmente questo: un concetto. In pratica, ogni persona è porta dentro diverse età. Alcune di esse predominano, pur essendone presenti altre. Questa è una fortuna, poiché ci consente di divertirci come bambini quando giochiamo e al tempo stesso di assumerci le responsabilità con la saggezza di un adulto.

Tuttavia, alcune circostanze ci bloccano in un’età precisa. In particolare, si rimane legati nell’età emotiva del disamore se la mancanza affettiva non viene elaborata. Sebbene le origini di questo problema possano risalire ai primi anni di vita, persino un anziano può continuare a essere emotivamente quel bambino che piangeva e soffriva per l’assenza di vincoli emotivi.

“Scrivo di cause e non ne descrivo gli effetti? Scrivo la storia di una carenza, non la carenza di una storia”

-Andrés Rivera-

La prima età emotiva del disamore

In tenera età qualsiasi esperienza causa un profondo impatto. È nelle prime fasi della vita che forgiamo le basi della persona che siamo e che saremo. Ciò non significa che nelle fasi successive non permanga la necessità di affetto, bensì che nei primi anni la sua incidenza è decisiva.

Quando un bambino tra 1 e 2 anni è carente di affetto, il suo senso della fiducia ne risulterà compromesso. Le attenzioni che si aspetta dalla madre (o da chi ne fa le veci) vengono deluse.

Quando le attenzioni non arrivano o arrivano sotto forma di rifiuto o aggressioni, probabilmente in seguito gli risulterà molto difficile fidarsi degli altri, così come avere fiducia in se stesso. Questa è la prima situazione in seguito alla quale un individuo può correre il pericolo di restare intrappolato nell’età emotiva del disamore.

Bambino mano nella mano con il genitore

Il disamore, l’autonomia e l’indipendenza

Verso i 2 o 3 anni di età, il bambino inizia formalmente il suo cammino verso l’autonomia. Prima di tutto, ciò riguarda il controllo dello sfintere, per poi passare a tutte le attività che gli permettono di presentarsi al mondo sui suoi piedi.

A quest’età, una madre amorevole (o chi ne fa le veci) promuove questa autonomia con affetto e senza fretta. Non chiede al bambino più di quanto possa dare a seconda del suo livello di sviluppo e della sua capacità di apprendimento, e non tenta di fare per lui quello che potrebbe fare da solo, bloccandone lo sviluppo. L’amore non deve trasformarsi in dipendenza, né la promozione dell’autonomia in abbandono.

Questo processo di indipendenza si estende ancora durante la fase che va dai 3 ai 6 anni di vita, di solito, dato che nulla di ciò che riguarda l’uomo ha date esatte. A ogni modo, si tratta dell’età delle grandi esplorazioni del mondo. Un bambino amato affronta le sue avventure sena timori. Se così non è, entrerà in soggezione e si spaventerà anche in assenza di pericoli.

In età scolastica il bambino sviluppa l’amore per il lavoro e la diligenza, purché sia guidato da una mano amorevole. Altrimenti, assumerà i suoi doveri scolastici con un sentimento di inferiorità. Questo è un altro caso in cui si rischia di restare intrappolati nell’età emotiva del disamore.

Bambina che si nasconde dietro gli alberi

Gli effetti in età adulta

Ci rendiamo conto di essere rimasti intrappolati in un’età emotiva del disamore quando, una volta adulti, manifestiamo determinati tratti della personalità e non sappiamo spiegarli. E non riusciamo a cambiare, per quanto ci teniamo.

Chi si trascina carenze affettive dell’età infantile si rivela insicuro, impacciato e pieno di paure. Farà molta fatica a riaffermarsi, a capire cosa vuole e ad esprimere quello che prova. Impiegherà più tempo a pianificare delle mete e a investire su di esse; le sue paure supereranno il suo entusiasmo. Si rivelerà, principalmente, una persona passiva, persino a livello sessuale, esperienza della quale difficilmente riuscirà a godere.

Cosa fare in questi casi? Le ferite causate dalla mancanza di affetto possono in gran parte guarire. Tuttavia, non lo faranno da sole: bisognerà lottare per riuscirci. Una buona idea è cercare il modo di esprimere liberamente quel bambino afflitto, lasciandolo parlare. Mettersi nei suoi panni e permettergli di dire quello che prova, che sia per iscritto o tramite terapeuta. È una buona idea per uscire dall’età emotiva del disamore.

Immagini per gentile concessione di Ofra Amit


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