Fallin' Floyd: risalire dopo aver toccato il fondo

Fallin' Floyd: risalire dopo aver toccato il fondo

Ultimo aggiornamento: 10 ottobre, 2022

Toccare il fondo è come ritrovarsi in un angolo sperduto nel nulla e credere che niente al mondo possa salvarci. Di certo conoscete anche voi quella sensazione d’intenso sconforto che alcuni giorni non vi fa venir voglia nemmeno di alzarvi dal letto, proprio perché lì vi sentite al sicuro e protetti dal freddo della realtà esterna.

In quei momenti di grande debolezza emotiva, l’ansia va di pari passo con la frustrazione ed entrambe vi tappano gli occhi: vi portano ad auto-compatirvi per la vostra sfortuna, facendo in modo che nella vostra mente appaia, come un cavallo impazzito, l’idea di arrendervi.

 “La tristezza è una stanza buia, piccola come una scatola di cartone quadrata”

-J.V. Martínez Gil-

Oggi vi proponiamo un cortometraggio adatto ad ogni tipo di pubblico e che tratta il tema delle emozioni negative che abbattono la fiducia che avete in voi stessi. Il cortometraggio dal titolo Fallin’ Floyd ci insegna, tra le altre cose, a continuare dopo aver toccato il fondo. Vi invitiamo a guardarlo prima di continuare a leggere.

Fallin’ Floyd: un breve cortometraggio che mostra una realtà comune

Realizzato nel 2013 dalla casa di produzione olandese “Il Lustern”, questo cortometraggio d’animazione racconta una semplice storia nella quale di certo vi identificherete, che sia per una vicenda del vostro presente o per fatti del passato.

Il nostro protagonista è un giovane trombettista che suona per le strade rallegrando il passaggio alla gente che cammina intorno a lui. Nel susseguirsi dei suoi giorni tutto sembra funzionare al meglio, ma ad un certo punto scoprirà qualcosa che farà vacillare l’equilibrio della sua anima: la sua compagna, della quale è profondamente innamorato, lo ha abbandonato per un’altra persona.

Ed è allora che la musica, i colori e le espressioni del musicista entrano in armonia per creare un ambiente triste e malinconico, in linea con i suoi sentimenti. E come se non bastasse, un diavoletto nero lo accompagna nella sua caduta interiore: gli impedisce di vedere, lo intorpidisce, lo attanaglia e lo accompagna ovunque come un grande fardello da portare.

Quando sembra aver toccato il fondo…

uomo-depresso

Verso la metà del cortometraggio potete notare che il nostro personaggio entra nella fase peggiore, in cui nulla sembra riuscirgli bene: gli mancano la voglia e le energie. Tuttavia, proprio come accade nella vita reale, qualcosa lo aiuterà a tornare a galla e ad andare avanti: accettare il dolore ed il suo superamento.

In questo modo, dopo essere passato per luoghi inospitali e aver incontrato altre persone nelle sue stesse condizioni, si rende conto del fatto che abbandonarsi a se stesso non lo porterà da nessuna parte. Anche se il suo diavoletto ha ormai preso il sopravvento, decide di affrontare le avversità e ritorna ad essere il grande trombettista felice di un tempo.

 “Superare le difficoltà ci rende eroi”

-Louis Pasteur-

Il cortometraggio, senza far uso di parole, riesce a far arrivare un messaggio fondamentale: qualunque separazione o momento traumatico richiede un processo naturale di assimilazione in cui regnerà il dolore, superato il quale, potremo sognare di nuovo, prendere in mano progetti, nuove relazioni… Toccare il fondo è necessario per potersi dare la spinta e risalire più forti di prima.

Il potere delle immagini del cortometraggio

Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un tipo di animazione carico di sensibilità, che ci rivela la vita nella sua crudezza, mostrandoci al tempo stesso la verità. Poco importa che le cose vadano bene o male, avremo sempre qualcosa da dire, potremo sempre prendere una decisione con forza, nuotare controcorrente e vincere l’inerzia.

Allo stesso tempo, il cortometraggio nasconde in sé il valore dei piccoli gesti (come i sorrisi dei passanti che donano pace al musicista), l’importanza dell’amor proprio o il coraggio che giace in ognuno di noi, ma che riusciamo a tirar fuori soltanto quando siamo alle strette. È un cortometraggio carico di nostalgia, vuoto, tristezza e coraggio, caratteristiche volte a descrivere la sostanza di cui siamo fatti.  

 “Il sole di mezzogiorno si oscura e tace la musica dell’alba, quando v’è tristezza nel cuore”

-Edward Young-

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Infine, se vi è piaciuto Fallin’ Floyd, apprezzerete di sicuro anche Little Quentin da parte degli stessi autori, Paco Vink e Albert’t Hooft, che nel 2009 hanno creato un altro cortometraggio colmo di contrasti, luci e ombre, altrettanto interessante.


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