Intelligenza emotiva: l'importanza di metterla in pratica ogni giorno

Intelligenza emotiva: l'importanza di metterla in pratica ogni giorno

Ultimo aggiornamento: 23 maggio, 2017

L’intelligenza emotiva è molto più che un insieme di approcci e strategie per identificare e gestire meglio le nostre emozioni. Stiamo parlando prima di tutto di acquisire un’autentica conoscenza emotiva con la quale poter costruire relazioni più solide e rispettose, oltre a costituire una tecnica fantastica per poterci sentire più sicuri, produttivi, felici ed avere maggiore successo.

Tutti abbiamo letto qualcosa al riguardo, abbiamo seguito un corso o sentito parlare dell’Intelligenza Emotiva in diverse situazioni della nostra vita sociale: a scuola, all’università, al lavoro… Gran parte della popolazione relaziona istintivamente questo termine al nome di uno psicologo: Daniel Goleman.

Ebbene, in realtà molto prima che Goleman pubblicasse il suo famoso libro “Intelligenza Emotiva” nel 1995, questo termine aveva già fatto la sua comparsa nel mondo scientifico grazie a Michael Beldoch, nel 1964, e in vari articoli. In essi si parla della comunicazione e della sensibilità emotiva, delle sue implicazioni e del modo in cui determina le nostre relazioni e la nostra personalità. Da allora fino ad oggi, l’argomento è andato avanti, dando luogo a diversi approcci e critiche.

Molti esperti vedono questo argomento privo di alcuna rigorosità scientifica, per cui non accettano l’idea che l’Intelligenza Emotiva sia “un altro tipo”di intelligenza, bensì un dominio aggiuntivo della stessa, un’abilità. Tuttavia, l’implicazione che questa prospettiva psicologica, sociale e motivazione ha nella nostra vita quotidiana supera le possibili brecce che possono esistere o meno nella teoria di Daniel Goleman.

L’Intelligenza emotiva migliora la nostra qualità di vita, le relazioni interpersonali, l’auto-percezione e anche le nostre competenze lavorative. Si tratta, inoltre, di un approccio che dovrebbe costituire la maggior parte del programma delle scuole, nelle quali educare persone più competenti, sicure e felici.

L’importanza di applicare questo approccio e questa coscienza emotiva è fondamentale per migliorare la nostra realtà personale e sociale. Vi spieghiamo perché.

1. Intelligenza emotiva: il segreto per una vita più soddisfacente

Fin dall’infanzia veniamo guidati lungo il sentiero dell’accontentamento emotivo. Quasi senza saperlo, i nostri genitori ed educatori ci dicevano di “Non  piangere che sei grande”, “Se sei arrabbiato, trattieniti”, oppure “Fai una tragedia per tutto”.

La scarsa sensibilità al proprio mondo emotivo o altrui determina ancora molti scenari della quotidianità. Nell’ambito familiare continua ad essere presente questo comportamento che spinge a camuffare le emozioni, a non parlare del proprio lavoro, lì dove si creano organizzazioni gerarchiche guidate da leader che si concentrano sul raggiungimento di obbiettivi immediati e che creano un clima lavorativo oppressivo e stressante.

Il dottor Goleman ci ricorda che l’intelligenza emotiva è presente in qualsiasi ambito delle relazioni, e che ha un obbiettivo essenziale: garantirci una vita più soddisfacente. Ecco come fare.    

Motivi per cui le persone emotivamente intelligenti sono più felici

Immaginiamo per un momento l’intelligenza emotiva come un’antenna. Un’antenna a doppia captazione: interna ed esterna. Grazie ad essa, impariamo a conoscerci meglio, a comprendere le nostre emozioni e, inoltre, a capire gli altri. Grazie all’intelligenza emotiva:

  • Conosciamo meglio noi stessi.
  • Ci muoviamo al meglio nei nostri universi emotivi.
  • Sviluppiamo una migliore empatia emotiva e cognitiva.
  • Ci impegniamo di più con noi stessi.
  • Costruiamo una maggiore coscienza sociale.

2. Competenze dell’intelligenza emotiva al lavoro

Il paradigma del lavoro sta cambiando. Realtà come la Gig economy o la prospettiva di lavori più automatizzati o svolti da macchine e robot, porta gli esperti in questo campo ad avvertirci di un fatto: nel futuro le conoscenze tecniche non verranno valorizzate, bensì si darà la priorità alle abilità personali.  

Competenze come la creatività, il pensiero critico, l’ingegno e l’intelligenza emotiva sono parole chiave per un mondo lavorativo più automatizzato. Un ambito in cui i lavoratori dovranno essere acuti in aspetti del curriculum che fino ad ora non sono stati tenuti in considerazione, come l’intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva al lavoro si propone di sviluppare le seguenti competenze:

Auto-conoscenza

  • Conoscenza emotiva: saper riconoscere in ogni momento le emozioni proprie ed altrui.
  • Autovalutazione emotiva: saper riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti.
  • Fiducia in se stessi.

Autoregolazione

  • Autocontrollo: la capacità di mantenere il controllo in situazioni critiche.
  • Affidabilità: l’importanza di essere onesti ed integri.
  • Adattabilità: la flessibilità di accettare i cambiamenti.
  • Innovazione: l’importanza di accettare e farsi promotori di nuove idee e approcci.

Motivazione

  • Orientamento al successo per raggiungere l’eccellenza.
  • Impegno per essere parte degli obbiettivi di organizzazione.
  • Iniziativa ed anticipazione
  • Ottimismo e persistenza.

L’intelligenza emotiva come combustibile per l’educazione dei bambini

L’intelligenza emotiva è uno dei mezzi grazie ai quali far sviluppare ai bambini le loro capacità per costruire relazioni più positive con la famiglia e con gli altri bambini, per sviluppare una prospettiva più equilibrata della vita e per raggiungere, inoltre, un buon potenziale accademico a scuola. In fin dei conti, saper gestire e capire il proprio mondo emotivo presuppone avere sempre a portata di mano un canale per l’apprendimento, l’attenzione, la memoria, per controllare la frustrazione…

D’altro canto, il celebre medico vissuto nel XIX secolo, William Osler, disse che i bambini fanno delle propri emozioni il loro primo linguaggio; è il loro modo per comprendere il mondo e per comunicare, domandare, esprimersi, interagire ed esplorare, iniziando, così, a sviluppare la propria coscienza.

Dobbiamo essere le loro guide, i loro mediatori e i traduttori di questi labirinti emotivi che a volte li rendono indifesi o li fanno sentire frustrati e che, in alcuni casi, si portano dietro fino all’età adulta.

L’intelligenza emotiva ci apporta punti chiave fondamentali per formare il sostrato in cui si muovono tutti i giorni i bambini. Sono semi di potere e di benessere che dovremmo seminare nella loro mente e nel loro cuore:  

  • Identificazione delle proprie emozioni. I bambini devono imparare prematuramente a riconoscere e discriminare ognuna delle proprie emozioni, a saperle etichettare e a darvi un nome.
  • Gestione dello stato emotivo. Man mano che un bambino cresce e matura, deve acquisire adeguate competenze per controllare e gestire le proprie emozioni.     
  • Auto-motivazione. Un’altra sensazionale strategia consiste nel poter canalizzare le proprie emozioni verso un obbiettivo puntuale, tramite una motivazione quotidiana che li spinga a raggiungere i propri obbiettivi e desideri.
  • Empatia. L’importanza di riconoscere i sentimenti degli altri e sintonizzarli con i propri segnali verbali e non verbali è uno dei segreti dell’intelligenza emotiva.

Infine, una strategia essenziale nell’educazione dei bambini consiste nel potenziare in loro l’adeguata interazione interpersonale, in cui l’assertività e le abilità sociali per negoziare e risolvere i conflitti offrano loro forza ogni giorno.

Per concludere, come avete visto, il campo dell’Intelligenza Emotiva rafforza, nutre e rivitalizza ogni area della nostra esistenza. Dobbiamo renderla il nostro combustibile, il vento grazie al quale spingere le vele delle nostre vite in questi mari complessi e mutevoli.

Referenze bibliografiche

-Daniel Goleman (2010) “Coltivare l’intelligenza emotiva”. Barcelona: Kairós

-Daniel Goleman (2002) “The new leaders: transforming the art of leadership”. Nueva York: Warner Books


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