Intelligenza emotiva per vivere meglio
L’intelligenza emotiva non ci renderà più felici, non eviterà che le avversità bussino alla nostra porta o che le difficoltà vengano meno. Anche se tentano di venderci l’idea che attraverso questa competenza sia possibile ottenere il successo professionale e personale, nonché costruire la vita che si desidera, non è così. Eppure, possiamo sfruttare la nostra intelligenza emotiva per vivere meglio.
Daniel Goleman lo ha scritto chiaramente negli anni ’90 nel suo celebre libro Intelligenza emotiva: quest’area ha un unico scopo, ovvero applicare l’intelligenza nella sfera emotiva. Il segreto, dunque, +e sviluppare una competenza per migliorare la convivenza con gli altri e imparare a gestire i propri comportamenti in funzione dei nostri bisogni.
È questa l’utilità e la magia dell’intelligenza emotiva. Nella nostra vita di tutti i giorni non dovremmo aspirare alla felicità assoluta, a uno stato di gioia e di soddisfazione permanente. La vita è troppo complessa, incerta e mutevole perché tale stato possa rimanere inalterato.
Dovremmo aspirare, piuttosto, a stare bene con noi stessi, essere consapevoli che disponiamo di risorse psicologiche per gestire le difficoltà. In altre parole, dovremmo usare l’intelligenza emotiva per vivere meglio.
Capire anche che i rapporti umani sono complicati e che, a volte, causano sofferenza. Ma l’intelligenza emotiva consente di gestire al meglio queste situazioni ed evitare di rimanere bloccati, facilitando così una migliore convivenza.
L’intelligenza emotiva ci rende più competenti
La mancanza d’intelligenza emotiva è piuttosto comune. La si può riscontare in quelle persone che non riescono ad ascoltare, rispettare ed esprimere i propri bisogni e idee in modo chiaro e senza aggredire. La osserviamo anche al lavoro, con i manager che non si preoccupano del clima emotivo dei loro collaboratori e che impongono una leadership aggressiva.
Si può ravvisare questa mancanza anche in quei genitori che non sanno educare i figli a tale competenza. Liquidano le emozioni dei figli con il classico “non piangere, non fare così per una sciocchezza” o “sei grande per fare i capricci”.
Educare all’intelligenza emotiva significa riconoscere che dietro a ogni comportamento c’è un’emozione. È compito dei genitori, dunque, favorire la maturità emotiva e la consapevolezza di sé fin dalla più tenera età.
La mancanza d’intelligenza emotiva è ancora largamente diffusa e, sebbene si possano già apprezzare dei cambiamenti a livello scolastico e in generale nel campo dell’istruzione, c’è ancora molto da fare, da correggere e da promuovere. A tale scopo, conviene anche fare chiarezza su alcuni aspetti.
Non è un dono, ma una qualità sulla quale lavorare
L’intelligenza emotiva non ci renderà più felici, non ci renderà i primi della classe o i leader assoluti nel lavoro dei nostri sogni. Non è un dono in grado di catapultarci direttamente verso il successo. Si tratta piuttosto di una qualità che ci aiuta a gettare le basi per una vita più soddisfacente.
Capire, usare, regolare e gestire le nostre emozioni ci consente, ad esempio, di affrontare lo stress in modo migliore.
Gestire le emozioni, comprenderne il messaggio e usare l’empatia per capire gli altri rende le nostre relazioni più armoniche e ci permette di sentirci più sicuri nelle interazioni.
Tutte queste sono qualità di vita, strumenti per il benessere e risorse per affrontare le avversità. Dopo tutto, la felicità va e viene. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno sono strumenti per muoverci con agilità nei momenti difficili e risorse per sfruttare al meglio i giorni di calma.
Tutto ciò ci permetterà di sentirci realizzati e soddisfatti con noi stessi, in qualunque circostanza, semplice o complicata.
Intelligenza emotiva per vivere meglio con se stessi
L’intelligenza emotiva può fornirci i nutrienti psicologici per ottenere la felicità. È quanto dimostra un interessante studio condotto nel 2007 presso l’Università di Oxford dal Dottor Alex Furnham. Secondo questa pubblicazione, si è più soddisfatti di sé quando si sviluppa sufficiente intelligenza emotiva.
Ma bisogna considerare anche un altro aspetto, ovvero che la felicità è una dimensione multidimensionale. Integra aspetti quali le relazioni affettive e sociali, il raggiungimento di determinati obiettivi, vivere secondo i propri valori, vivere una quotidianità nella quale non si prova paura o ansia e ci si sente realizzati, tra gli altri.
L’intelligenza emotiva non è la risposta a tutto, ma alimenta e aiuta a soddisfare molti di questi aspetti. Tale qualità, però, non ci impedirà di subire perdite, delusioni, insuccessi… Anche l’infelicità fa parte della vita e dobbiamo accettarla consapevoli del fatto che non è permanente.
L’intelligenza emotiva ci potrà aiutare a gestire questi stati per raggiungere la fase dell’accettazione, quel ciclo nel quale, sebbene la felicità non sia assoluta, tutto fa meno male e ci lanciamo in nuove opportunità. Questo è il segreto.
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- Furnham, A., & Christoforou, I. (2007). Personality traits, emotional intelligence, and multiple happiness. North American Journal of Psychology, 9(3), 439–462.