La curiosità rende più intelligenti?

La curiosità rende più intelligenti?
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Cosa succede nel nostro cervello quando qualcosa suscita in noi molto interesse? Uno studio pubblicato sulla rivista Neuron, della Cell Press, spiega che, oltre a essere molto vantaggiosa per l’auto-realizzazione, la curiosità è una caratteristica associata a una buona memoria e a una buona capacità d’apprendimento .

Tuttavia, lo studio del legame esistente fra intelligenza e curiosità presenta un problema. Se la prima può essere “misurata” attraverso il noto quoziente intellettivo, la seconda è una caratteristica propria della personalità. Come possiamo allora associare questi due concetti?

Non esiste una definizione univoca di intelligenza

La prima domanda che dobbiamo porci per sapere come influisce la curiosità sull’intelligenza è sapere cos’è esattamente quest’ultima. La risposta, però, non è per niente semplice, anzi. È un concetto molto difficile da definire, data la quantità di accezioni, funzioni e aree che ingloba .

La maggioranza degli esperti convengono che l’intelligenza è una capacità mentale che implica diverse abilità . Fra queste, ragionare, dare un senso alla realtà, pianificare, risolvere problemi, memorizzare, pensare in modo astratto, comprendere o generare informazioni nuove a partire da altre.

Dunque, sorge un’altra domanda. Se potenziamo alcune delle capacità precedenti, è possibile aumentare con esse anche la nostra intelligenza ? Questa è una delle questioni trattate dallo studio a cui abbiamo già fatto riferimento e che spiegheremo a seguire.

Alberi a forma di teste di profilo

La curiosità migliora la nostra memoria

Le persone curiose trattengono meglio le informazioni (Gruber, 2014). In altre parole, risulta più semplice memorizzare certi dati se il tema è di nostro interesse. Perché accade? Perché la curiosità è strettamente connessa alla motivazione. Se ci sentiamo motivati, la nostra capacità di memorizzazione si moltiplica. Facciamo un esempio per capirlo meglio.

Per un amante degli animali, sarà molto più semplice tenere a mente il nome della specie esatta del primate da cui discendiamo, rispetto a qualcuno la cui sensibilità per l’ambiente è pari a zero. Per usare le parole di Gruber, “La curiosità può mettere il cervello in uno stato che permette di imparare e conservare qualsiasi tipo di informazione, come un vortice che risucchia all’interno di ciò che si è motivati a imparare anche tutto quello che c’è intorno”.

Curiosità e motivazione intrinseca

Continuando con l’esempio di cui sopra, vediamo che la motivazione del ragazzo amante degli animali è molto alta quando si tratta di acquisire delle conoscenze sul mondo animale. In altre parole, il suo interesse lo spinge a sapere di più su questo argomento, perché lo appassiona. Questa motivazione è intrinseca ed è un altro dei fattori esplicativi della curiosità

La motivazione intrinseca nasce dalla persona, sprona a realizzare delle azioni per la mera soddisfazione che si ottiene mettendole in atto. Ci permette si sentirci auto-realizzati e di aumentare la nostra crescita personale. Al contrario dell’estrinseca, non ha bisogno di alcun incentivo esterno (come, ad esempio, il denaro), e non è legata all’ottenimento di alcun risultato (ad esempio, essere il migliore).

Le persone curiose apprendono per il piacere di farlo.

L’esempio più emblematico della motivazione intrinseca sono le passioni: montiamo in bici perché ci fa sentire bene e ci piace molto pedalare all’aria aperta. Accade qualcosa di simile con la curiosità: “curiosiamo” per piacere, perché ci dà soddisfazione conoscere qualcosa a cui siamo interessati. Per puro piacere.

Come vediamo, tanto la curiosità quanto la motivazione sono fondamentali affinché si verifichi l’apprendimento. Di conseguenza, quando studiamo qualcosa che non ci piace affatto, facciamo più fatica a memorizzarlo. Per questo, passata qualche ora, lo dimentichiamo. Non ci lascia alcun segno.

“L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento.”

-Stephen Hawking-

Donna con braccia in alto

Cosa succede nel cervello delle persone curiose?

Il team di ricercatori di Neuron ha scoperto che, stimolando la curiosità e risvegliando questa forte motivazione intrinseca, si genera una maggiore attività nel sistema cerebrale relazionato alla ricompensa. In sostanza, aumenta l’attività in tre regioni della corteccia cerebrale strettamente connesse all’apprendimento, alla memoria e alla ripetizione di condotte che generano piacere.

  • Nucleo caudato sinistro: profondamente coinvolto nell’apprendimento e nella memoria, così come nell’acquisizione di nuove conoscenze ed emozioni positive.
  • Nucleo accumbens: è stata studiata la sua relazione con la dipendenza e il sistema di ricompensa, soprattutto in relazione ai rinforzanti naturali: alimentazione, sesso e videogiochi.
  • Ippocampo: è essenziale nella formazione di nuovi ricordi.

Le scoperte di questo team di scienziati ed esperti hanno aperto la porta a nuove ricerche sui possibili modi di migliorare l’apprendimento. Inoltre, questo non si riferisce solo alle persone curiose perfettamente sane, ma anche a quelle che hanno un qualche disordine o disturbo neurologico.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.