La morte è segno che c’è stata vita

La morte è segno che c’è stata vita

Ultimo aggiornamento: 04 novembre, 2022

Nella nostra società, parlare della morte è un tabù, dato che si tratta di un tema che provoca rifiuto, paura e angoscia in molte persone. Ciononostante, la morte è l’essenza stessa della vita, è la verità che tutti dobbiamo, prima o poi, affrontare ed è una costante nella nostra esistenza.

Gli esseri umani vivono a seconda dell’idea che si sono fatti della morte; l’idea che formuliamo al riguardo dice molto di noi e di come impostiamo il nostro cammino. I modelli di pensiero riguardanti la morte possono essere basati sulla paura, sull’apprendimento, sul castigo, sull’eternità, sulla ricompensa e persino sul nulla e sulla fine di tutto.

“Non dobbiamo temere la morte perché, fintanto che siamo, la morte non è, e quando la morte è, noi non siamo”

(Antonio Machado)

Il mistero della morte

Quel che succede quando arriva il momento di morire è un mistero per tutte le culture. La costruzione di tale credenza è strettamente legata alla religione, ai rituali, alla spiritualità, alla filosofia e altro ancora. La scienza ha effettuato molte ricerche al riguardo, lasciando dietro a sé altrettante incognite.

Esiste la vita dopo la morte? Ci aggrappiamo all’idea che esista qualcosa, un’energia che trascende, che può essere sotto forma di reincarnazione o di altra dimensione. Non sappiamo bene cosa avvenga, ma quel che è certo è che, come sosteneva Immanuel Kant, ogni individuo ha la necessità di credere in qualcosa per dare un senso alla sua esistenza.

Cosa ci succede quando una persona a noi vicina muore? L’idea di perdere una persona cara ci risulta terrificante: si vive un grande dolore, la perdita ci mette a dura prova e ci avvicina al concetto di morte. Per qualche tempo, siamo consapevoli di quanto tutto sia effimero, di come nulla sia permanente. Ci scontriamo con la realtà, rendendoci conto di quanto siano assurde tutte le nostre preoccupazioni.

morte sintomo vita 2

“La pallida morte batte con piede uguale le capanne dei poveri e le torri dei re”

(Orazio)

Diventare consapevoli dell’inevitabile

L’idea che tutti moriremo acquisisce il suo massimo senso quando ci aiuta a riflettere sul valore della vita. Per diventare consapevoli dell’inevitabile, bisogna intraprendere un processo di maturazione in cui ritroviamo noi stessi.

Nonostante la nostra fede e le nostre credenze, non sappiamo cosa accadrà quando la morte si presenterà. Quel che sappiamo con certezza è che arriverà un momento in cui il nostro modo di vivere, per come lo conosciamo, si trasformerà. Essere consapevoli di questo fatto ci darà una visione più realista della vita.

“La morte è una vita vissuta. La vita è una morte che arriva”.

(Jorge Luis Borges)

Quando acquisiamo tale consapevolezza, in noi sorgono anche timori riguardo quella fine sconosciuta. Allo stesso tempo, la consapevolezza ci aiuta ad affrontare la fine faccia a faccia, ci permette di non farci dominare da essa e semplicemente di considerarla per poi prendere da soli le nostre decisioni. Se saremo capaci di intravedere la simbologia della morte, capiremo il suo significato di rinnovazione, di costante creazione di energia.

La morte è diversa dalla vita?

Sono poche le cose che possiamo affermare con assoluta certezza, una di queste è che la morte fa parte della vita. Crediamo che la morte ponga fine a tutto ciò che conosciamo; è attraverso le nostre credenze che proviamo a costruire un ponte tra ciò che è per noi conosciuto e ciò che non lo è.

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A questo riguardo, sono molto interessanti gli insegnamenti lasciatici dalle persone in punto di morte quando vengono poste loro domande a proposito della loro vita: queste testimonianze ci ricordano che tutto quello che possediamo è quello che stiamo vivendo in questo preciso momento e che dobbiamo fare di tutto per godercelo in tutta la sua pienezza.

Il famoso psichiatra Carl Gustav Jung formulò alcune riflessioni molto profonde a proposito della morte: le persone, quando hanno paura della fine, si pietrificano, cessando di vivere prima dell’ora, dato che non vivono più secondo i dettami della natura.

“Per l’anima, la morte è tanto importante quanto la nascita e, come essa, è un elemento integrante della vita. Non abbiamo il diritto di chiedere allo psicologo cosa accade alla nostra coscienza alla fine. Qualunque sia la sua posizione al riguardo, oltrepasserebbe inesorabilmente i limiti della sua competenza scientifica”.

(Carl Gustav Jung)

Come potete vedere da questo video, Jung sostiene l’idea che, davanti alla morte, la vita si comporta come se tutto andasse avanti.

https://www.youtube.com/watch?v=MGkoB1OjaVU


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