L'autismo non è una disgrazia, l'ignoranza sì

L'autismo non è una disgrazia, l'ignoranza sì
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

L’autismo è un disturbo dello sviluppo che altera la comunicazione e le relazioni sociali. Il repertorio di interessi e di attività del bambino con un disturbo dello spettro autistico è più limitato e restrittivo, con tendenza alla ripetizione e alle stereotipie. L’autismo non è una disgrazia, l’ignoranza sì.

Data la grande variabilità dei sintomi, la Associazione Americana di Psichiatria e il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) fanno uso di una denominazione più vasta: disturbi dello spettro autistico.

Un bambino di 3 anni che non gioca con gli altri e che conta su un repertorio limitato e stereotipato di condotte. Una bambina di 10 anni che frequenta la scuola articolando solo discorsi ripetitivi, che non sa spiegare le emozioni che prova, ma che è molto brava in matematica o ha una memoria straordinaria. Tenendo conto delle differenze individuali, ci chiediamo: cos’è l’autismo e cosa comporta? Come si svolge l’intervento terapeutico?

Cambiamenti nella definizione di autismo e diagnosi differenziale

Nel DSM-IV, la categoria dei disturbi generalizzati dello sviluppo include cinque sottospecie di autismo: il disturbo autistico, la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia, il disturbo pervasivo di sviluppo non altrimenti specificato (DPS-NAS) e il disturbo di Rett.

Nel DSM-5 quattro di queste sottospecie (disturbo autistico, sindrome di Asperger, disturbo disintegrativo dell’infanzia e disturbo pervasivo di sviluppo non altrimenti specificato) sono state sostituite con la categoria generale “disturbi dello spettro autistico”. La sindrome di Rett non fa più parte di questo sistema di classificazione. Invece di fare una distinzione fra queste sottospecie, la definizione diagnostica del DSM-5 specifica tre livelli di gravità nei sintomi e nel livello di sostegno necessario.

Dal 2000 a oggi sono stati fatti grandi progressi nella ricerca ed è stato possibile distinguere le varianti di alcune catene genetiche coinvolte nella genesi dell’autismo, per cui esiste chiaramente una causa associata al neurosviluppo. Molti di questi geni sono coinvolti nella comunicazione fra i neuroni, e questo dà luogo ad alcune delle anomalie funzionali che riconosciamo nell’autismo.


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