Lavorare troppo: 5 conseguenze

Lavorare troppo: 5 conseguenze
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Il troppo lavoro è diventato una routine per molte persone. In genere si pensa che lavorare molto sia lodevole, ma non si può dire lo stesso quando il lavoro diviene la principale ragione di vita. In questo caso, l’esistenza perde gradualmente il suo significato.

Le persone si buttano a capofitto nel lavoro per diversi motivi. Forse lo stipendio base non è sufficiente e gli straordinari sono necessari. Oppure la dedizione e la passione per il lavoro o per il successo che ne deriva sono molto forti.

“Siamo circondati da oggetti per risparmiare tempo, tuttavia abbiamo molto poco tempo libero.”

Laurence J. Peter

Esistono anche casi in cui lavorare troppo diventa un meccanismo per sfuggire da altri aspetti della vita problematici. A ogni modo, i problemi vanno risolti il prima possibile, per evitare conseguenze più serie, come quelle che vi illustriamo in questo articolo.

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Lavorare troppo: conseguenze

1. Deterioramento dei rapporti affettivi e sociali

Lavorare troppo ha come prima conseguenza il progressivo deterioramento di altri ambiti della vita. In primo luogo, perché si dedicano tante ore al lavoro, dunque rimane poca energia emotiva per fare altro. Lavorare troppo, in realtà, è proprio un modo per eludere difficoltà in altre sfere.

Fiammifero bruciato

Molto spesso il troppo lavoro viene percepito dal partner come forma di abbandono o di rifiuto. Si manifesta il fantasma dell’assenza e la persona si sente messa al secondo posto. Lo stesso accade con la famiglia o gli amici che percepiscono chiaramente la mancanza di disponibilità.

Allo stesso modo, quando una persona ha già pochi rapporti affettivi, il troppo lavoro di certo non risolve il problema. Anzi, lo accentua. In queste circostanze le relazioni interpersonali rischiano di deteriorarsi e di svanire.

2. Stanchezza e svogliatezza

Quando lavoriamo troppo, ci sentiamo stanchi. All’inizio questa stanchezza è fisica e mentale, ma poi sfocia nell’esaurimento. Tuttavia, abbiamo la sensazione di non poter o non dover fermarci.

L’esaurimento ha un effetto diretto sullo stato d’animo, tanto da scatenare una forte apatia nei confronti di qualsiasi cosa e una sensazione costante di non aver voglia di fare nulla. L’entusiasmo scompare e va scemando anche l’interesse per qualunque cosa. La tristezza fa la sua comparsa e la strada che porta alla depressione è molto breve. Si manifestano anche ansia e angoscia, con diverse intensità.

3. Improduttività crescente

La cosa più paradossale è che lavorare troppo può essere controproducente, anzi, del tutto improduttivo. La stanchezza, l’apatia e l’instabilità emotiva incidono sulla capacità di portare a termine gli obblighi al meglio, dunque le cose vengono fatte in modo superficiale. 

Alcune persone con tratti ossessivi si impegnano per fare tutto nel migliore dei modi. Il sovraccarico di lavoro, però, limita le loro capacità creative. È più difficile mostrarsi innovativi ed efficienti, cosa possibile solamente a mente fresca e non in balia di emozioni negative.

Uomo stanco al lavoro

4. Problemi di salute

Sono tante le malattie fisiche che dipendono dallo stress per il troppo lavoro. In genere tutto comincia con fastidi gastrointestinali: cattiva digestione, gastrite, stitichezza e disturbi simili. È frequente manifestare anche problemi cutanei, allergie improvvise o raffreddori periodici.

Con il passare del tempo, i problemi di salute diventano più complessi. Non è raro che chi lavora troppo cominci ad avere difficoltà a conciliare il sonno, il che a volte si trasforma in insonnia cronica. In certi casi sorgono problemi di ipertensione o di natura circolatoria.

A questo proposito, è importante ricordare che la morte per il troppo lavoro non è del tutto un mito. Se i periodi di lavoro eccessivo durano a lungo, potrebbero verificarsi attacchi cardiaci o accidenti cerebrovascolari. Per questo bisogna fare attenzione a lavorare troppo.

5. Automatismo e perdita di significato

Quando si lavora troppo, la vita a poco a poco perde il suo significato e il senso di novità. Per quanto il lavoro richieda ingegno e creatività, a un certo punto diventa routine. Per sopportare il carico lavorativo, quasi in maniera inconsapevole le persone sviluppano diverse forme di automatismo. Sono forme stereotipate di agire, per cui la persona evita di prendersi il tempo per riflettere e pensare.

Manichino di legno

Questo porta a una sensazione di mancanza di significato estesa a ogni ambito della vita. Sporadicamente si hanno pensieri e domande sul vero significato della vita. Se si manifestano tratti depressivi, le conseguenze possono essere molto gravi.

Lavorare troppo, come qualsiasi altra forma di eccesso, va evitato a ogni costo. Non fa altro che causare problemi di ogni genere. La vita è una sola e comprende moltissime dimensioni, dunque ridurla al solo lavoro significa danneggiare la propria salute fisica e mentale. È meglio ripensare, ricostruire e aprirsi a modi più soddisfacenti di vivere.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.