Il lavoro notturno mi impedisce di vivere

Il lavoro notturno mi impedisce di vivere

Ultimo aggiornamento: 27 febbraio, 2017

Il grande poeta romano Ovidio una volta disse che “la notte è più triste del giorno”. E sembrerebbe avere ragione. Molte persone che svolgono un lavoro notturno saranno d’accordo con questa frase. Probabilmente il lavoro che fanno impedisce loro di vivere.

Questo è quanto emerso da uno studio realizzato dall’Università del Surrey, in collaborazione con altre istituzioni. Il lavoro notturno incide direttamente sulla qualità di vita delle persone che lo svolgono. Risulta curioso che le ore della giornata alle quali spesso associamo l’amore ed il romanticismo possano addirittura rivelarsi pericolose. Anche se, ovviamente, non è lo stesso passare quel tempo con il proprio partner che a lavorare, no?

Gli inconvenienti del lavoro notturno

Sono già numerosi gli studi che dimostrano che il lavoro notturno non è affatto salutare. L’ultimo riguarda le infermiere della Corea del Sud. Uno studio precedente interessava gli impiegati cinesi ormai in pensione che lavoravano nel settore automobilistico e lo stesso si fece tempo prima con alcuni lavoratori francesi.

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Il problema sembra sorgere dalla mancanza di ore di sonno o dal cambiamento di orario delle stesse. Viviamo in una società che si sviluppa di giorno e alla luce del sole. Le persone che lavorano di notte si devono, però, adattare ad altri orari, accumulano stanchezza e rare volte sono capaci di recuperare le ore di sonno.

In ogni studio sono stati rilevati dati che influiscono direttamente sulla salute delle persone. Inoltre, in ogni individuo sono stati individuati i sintomi, di diversa indole, degli effetti negativi di questa abitudine. Ad esempio:

  • Infermiere della Corea del Sud: quelle che lavoravano di notte presentavano un’allarmante tendenza a soffrire di obesità.
  • Lavoratori cinesi in pensione: presentavano problemi di diabete e pressione arteriosa molto elevata.
  • Lavoratori francesi: alcune analisi dimostrarono che soffrivano di un evidente deterioramento cognitivo. Difatti, i risultati indicavano che tale deterioramento equivaleva ad essere invecchiati di 5 o 10 anni.

Il lavoro notturno influisce sul riposo

Come abbiamo detto, il problema influisce direttamente sulla mancanza di riposo. Quando si lavora con turni notturni e ci si adatta a tali orari, l’orologio biologico perde la sua naturale struttura.

Quindi, i meccanismi interni ed esterni che si occupano del sonno e della veglia si scombussolano. Il corpo di una persona che lavora di notte, pertanto, soffre gravi dissonanze. Ad esempio, si alimenta quando non è pronto a farlo e cerca di riposare anche quando non avverte la stanchezza.

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Alla fine, tutti questi squilibri sfociano in una preoccupante mancanza di riposo. Un lavoratore notturno non dorme le ore necessarie. Fondamentalmente, è questo il problema. Il suo corpo è più stanco.

Tuttavia, ci sono altri fattori negativi che riguardano i lavoratori notturni. Non solo non mangiano al momento giusto, ma hanno maggiori difficoltà ad assumere prodotti sani. Molti mangiano cibi pronti, che deteriorano di più le loro capacità cognitive e fisiche.

Cosa fare quando si lavora di notte?

Non esiste una soluzione semplice per chi lavora di notte. Come vi abbiamo già detto, l’ideale sarebbe adattare totalmente la propria vita agli orari lavorativi. I fine settimana, però, sono problematici, perché durante le giornate libere è più complicato perché cerchiamo di sottrarci all’orario notturno, sfasando il nostro corpo per la mancanza di orari costanti nel nostro bioritmo.

Molte persone, inoltre, vedono spesso variare i propri turni. Una settimana lavorano di giorno e un’altra di notte. Questo è ancora più dannoso per l’organismo. Il corpo non riesce mai ad adattarsi definitivamente a nessuno degli orari. Secondo gli esperti, tra le poche equipe di lavoratori che ben si adattano all’orario notturno, troviamo i lavoratori delle piattaforme petrolifere.  Non avendo fine settimana liberi  e dormendo in stanze senza finestre, non hanno i problemi che si presentano a chi vive in città o in paese.

È evidente che il lavoro è necessario per vivere. Se dobbiamo fare determinati turni, ci adattiamo, ma è anche evidente che questi influiscono sulla nostra salute fisica e cognitiva. Sembra non esserci una soluzione semplice, ma almeno facciamo un passo in avanti: siamo consapevoli che questo stile di vita è dannoso. Il seguente sarebbe fare tutto il possibile per mantenere orari costanti e rispettare un minimo di ore di riposo ogni 24 ore.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.