Meditazione Vipassana e purificazione mentale

Meditazione Vipassana e purificazione mentale
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

La meditazione Vipassana è una potente pratica volta allo sradicamento delle più profonde cause di sofferenza e all’ottenimento di una genuina felicità frutto della totale liberazione.

È, inoltre, una delle più antiche tecniche di meditazione dell’India, un sentiero che porta alla trasformazione a partire dall’auto osservazione e la contemplazione. Vipassana significa usare la mente per trovare le risposte alle grandi domande che ci affliggono e che, in un certo senso, ci accompagnano dall’inizio dei tempi: chi sono? Come posso liberarmi dalla sofferenza? Qual è la mia relazione con il mondo?

Vediamo insieme in cosa consiste la meditazione Vipassana.

Coloro che dedicano la loro vita a insegnare agli altri la pratica della meditazione ripetono spesso una frase ai loro alunni: “Per poter arrivare dove vuoi, devi prima percepire dove sei”. Non si tratta della classica ed enigmatica frase da film, bensì di una riflessione su cui vale la pena di soffermarsi.

La meditazione ci insegna a curare quello che non si deve sopportare e a sopportare quello che non si può curare.

-Allan Lokos-

Nel nostro mondo moderno e agitato tendiamo spesso a posizionare, sulla linea del nostro orizzonte, centinaia di progetti, desideri e obiettivi. È normale prefissarsi grandi obiettivi da raggiungere. Tuttavia, per poter arrivare a quei traguardi, dobbiamo prima chiarire il punto di partenza.

È fondamentale vedere con chiarezza e obiettività dove sono piantati i nostri piedi, che cosa c’è attorno a noi e cosa potrebbe compromettere la buona riuscita dei nostri propositi e, in definitiva, farci soffrire.

Abbiamo la cattiva abitudine di non approfondire la sofferenza, di buttarci nella fretta scansando tutto quello che potrebbe intralciarci. Siamo esperti nell’arte dell’ignoranza senza renderci conto che, spesso, è questa stessa tendenza a farci inciampare, a farci cadere in quel terreno fangoso nato proprio dal progredire delle nostre azioni. Spesso sono le emozioni conflittuali come l’odio e l’ira, insieme al nostro egocentrismo, a intrappolarci e a impedirci di muoverci. Come possiamo liberarcene?

La meditazione buddista prevede due aspetti che ci possono aiutare: Samatha e Vipassana. In questo articolo approfondiremo la seconda, ciò nonostante va sottolineata anche l’importanza della meditazione Samatha, che permette di raggiungere la calma mentale, fondamentale per poter praticare l’osservazione più profonda o meditazione Vipassana. Questa, si libera di qualsiasi rivestimento filosofico, religioso o dottrinale per offrire invece una strategia di crescita personale.

Soltanto quando la mente è calma, ci è possibile comprendere molte più cose, arrivare con maggior disinvoltura e sicurezza verso le mete preposte e, in definitiva, svelare le risposte a quei misteri che a volte offuscano il nostro pensiero.

Meditazione Vipassana: in cosa consiste?

Chi ha poca familiarità con il mondo della meditazione penserà probabilmente che ogni pratica è uguale alle altre. Meditare, per un neofita, non sembra altro che un esercizio che prevede di sedersi in un determinata posizione, chiudere gli occhi e rilassare la mente.

Ebbene, chi pratica la meditazione Vipassana sottolinea l’importanza di differenziarla dalle altre pratiche.

  • Risale a più di 2500 anni fa. I suoi testi antichi rivelano che è originaria dell’India e che fu lo stesso Gautama Buddha a recuperarla dopo che era stata dimenticata.
  • Il termine Vipassana può essere tradotto con insight, ovvero la capacità di scoprire e vedere le cose in tutta la loro realtà, con tutte le loro sfumature. In altre parole, quell’impulso a svegliarci per notare la realtà, per liberarci delle concezioni errate e delle false credenze relative alla mente e al mondo. Il suo obiettivo finale è quello di vedere la realtà nuda e libera di qualsiasi filtro o abito. In altre parole, raggiungere l’osservazione profonda.
  • Uno dei principi della meditazione Vipassana è farci capire che la vita è spesso coperta da un tessuto granuloso, spesso e complesso. Soltanto imparando a meditare il nostro sguardo potrà vedere attraverso questo strato.
Occhio meditazione

Come si pratica la meditazione Vipassana?

La meditazione Vipassana va affrontata con un atteggiamento particolare. Bisogna lasciare da parte tutto quello che abbiamo sentito dire sulla meditazione in generale. Bisogna sradicare i pregiudizi, gli stereotipi e qualsiasi concezione che possiamo avere al riguardo.

Questo è fondamentale per purificare il nostro punto di vista, per avvicinarci a questa pratica con una mente libera e recettiva con cui imparare e sperimentare. Non possiamo dimenticare che la mente spesso tende ad ingannarci. Alle volte restiamo intrappolati in un complesso ciclo di idee, percezioni, credenze e schemi che ci impediscono di mostrarci aperti verso il mondo circostante. Un pilastro della meditazione Vipassana è proprio l’apertura mentale.

  • Questa pratica combina la respirazione alla concentrazione. Per questo, bisogna prestare attenzione a ogni sensazione durante l’entrata e la fuoriuscita dell’aria dalle narici.
  • Bisogna concentrarci su un punto esatto (alcuni fissano una candela o un altro oggetto) per poter prendere coscienza di come la mente divaga, di come tenta di allontanarsi, di disobbedirci.
  • Concentrandoci su qualcosa di stabile, fisso e immanente, alleniamo pian piano la nostra percezione e la nostra attenzione.
  • Mentre inspiriamo ed espiriamo, dobbiamo concentrarci sulle sensazioni provate dal nostro corpo. Si tratta di una vera e propria scansione del nostro organismo e delle sue sensazioni, tutte quelle che percepiamo dalla testa ai piedi.

Dopo aver realizzato questo percorso fisico per 10-15 minuti, torneremo alla nostra mente, al nostro pensiero. Per farlo, possiamo concentrarci su una domanda esatta oppure osservare un avvenimento esterno. Osserveremo così cosa c’è dentro di noi, depureremo paure, idee, pensieri, credenze Lasceremo che vadano via mentre la nostra mente fluisce, si addormenta, si rilassa…

I testi antichi del Pali paragonano la meditazione Vipassana al processo di addomesticamento di un elefante selvatico. All’inizio si mostrerà violento, inquieto e nervoso. Avvicinandosi a lui con bontà, calma e intuizione, comincerà a mostrarsi ricettivo alle nostre carezze.

Uomo e mente

I vantaggi della meditazione Vipassana sono molteplici, poiché oltre ai benefici della meditazione classica, permette di maturare la visione chiara, offrendoci la possibilità di raggiungere la realtà ultima e di vedere le cose per come sono.

Oltre alla meditazione Vipassana, esiste anche la conoscenza Vipassana, alla quale accedono gli alunni più avanzati. Coloro che si sentono attratti dalle virtù di questa pratica tendono ad approfondire la conoscenza della mente e la sua relazione con il corpo. Così, questa pratica ancestrale prevede 16 stadi Vipassana.

Questi punti teorici vanno dalla conoscenza della relazione causa-effetto tra stati mentali e fisici (paccaya pariggaha nana) fino alla conoscenza che permette di eliminare le impurità dalla mente (paccavekkhana nana). Un interessante metodo tramite cui imparare a connetterci in maniera più positiva e saggia con le varie fasi della nostra mente… Un esercizio a cui non fa mai male avvicinarsi.


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