Memoria collettiva: i racconti dei nonni
Ci sono storie che meritano di essere condivise. Molte vengono trasmesse di generazione in generazione. Il passaparola serve a questo, per condividere i ricordi e le interpretazioni di eventi passati. La trasmissione di queste storie costituisce la “memoria collettiva”. Diverse generazioni condividono i ricordi in modo che non si perdano.
Ma cosa sono le storie? Le storie sono semplicemente rappresentazioni del passato che vengono raccolte in narrazioni. Queste storie, che parlano di un determinato argomento, hanno una trama con un inizio e una fine ben definiti, forniscono coerenza sequenziale e causale. Inoltre, nella narrazione compaiono gli eventi considerati più importanti. Quando una narrazione viene adottata da un gruppo come interpretazione del passato, questa diventa parte della loro memoria collettiva.
Distorsioni nella memoria collettiva
La memoria collettiva è un resoconto oggettivo o neutro di eventi passati. Queste narrazioni condivise sono selettive, si ricorda ciò che si vuole ricordare, e sono di parte, poiché in molti casi si dà la priorità a ciò che è utile nell’attualità.
La memoria collettiva può servire a giustificare le azioni del presente. Sulla base della trasmissione orale della memoria collettiva, ogni generazione che la condivide distorce sempre di più la storia iniziale, adattandola alle necessità del presente.
Quando i nonni ci raccontano di guerre passate, gli eventi che più ricordano e che hanno lasciato un segno più profondo, questi eventi saranno riportati in base alla loro ideologia.
Sceglieranno probabilmente la parte della vittima, e ci parleranno degli oppressori, dei colpevoli. Le “piccole battaglie dei nonni” serviranno a spiegare il motivo per cui nel momento contemporaneo vengono attuati specifici comportamenti. “Se abbiamo combattuto per una Italia unita… non lo abbiamo fatto perché ora la Padania diventi indipendente”.
Tipi di memoria collettiva
Anche se finora abbiamo parlato della trasmissione di racconti per via orale, esistono diverse forme di trasmissione. Queste corrispondono ai diversi tipi di memoria che compongono la memoria collettiva e che sono:
- La memoria popolare: rappresentazioni del passato da parte dei membri della società e che si manifestano direttamente nei sondaggi di opinione pubblica.
- La memoria ufficiale: sono le rappresentazioni del passato adottate dalle istituzioni formali. Questa memoria si manifesta, per esempio, nelle pubblicazioni militari, nelle mostre dei musei nazionali e nei libri di testo approvati per l’uso nel sistema educativo.
- La memoria autobiografica: delle persone che hanno sperimentato direttamente le vicende legate alla storia, in genere dimostrata attraverso i ricordi e le storie orali. Questa memoria è una fonte primaria di conoscenza del passato.
- La memoria storica: il modo in cui la comunità scientifica spiega il passato con i suoi studi.
- La memoria culturale: il modo in cui la società vede il suo passato attraverso vari elementi tra cui articoli di giornale, commemorazioni, memoriali, film e gli edifici.
Gli ultimi quattro tipi di memoria sono quelli che più influiscono sulla memoria popolare; mentre la memoria ufficiale, che rappresenta le nazioni in ambito internazionale, influisce sulle relazioni estere.
La memoria collettiva dei conflitti
Quando si parla di un conflitto, le narrazioni affrontano i principali eventi che hanno scatenato il conflitto e che si sono sviluppati durante il suo svolgimento. Queste storie saranno selettive e di parte. Forniranno una visione egoista e semplicistica del conflitto.
Di solito queste narrazioni toccano almeno quattro temi principali:
- Delegittimazione del rivale.
- L’immagine positiva del proprio gruppo di appartenenza.
- La presentazione del proprio gruppo come unica o principale vittima.
- La giustificazione per l’inizio del conflitto.
Tali racconti svolgono due ruoli importanti nel conflitto. Il primo è interno. Quando un gruppo adotta queste storie, diventano parte della memoria popolare dei suoi componenti. Le narrazioni, dunque, influenzano le reazioni psicologiche dei membri del gruppo e di conseguenza le loro azioni.
Con molta probabilità saranno negative verso l’avversario e positive verso il gruppo stesso. Il secondo ruolo è esterno, i racconti presentano il proprio gruppo in modo positivo di fronte alla comunità internazionale, dalla quale si cerca supporto.
Conseguenze della memoria collettiva
Le narrazioni che compongono la memoria collettiva di un conflitto, spesso inibiscono la risoluzione pacifica dei conflitti e la riconciliazione tra le parti. Da un lato i membri del gruppo sono demotivati a fare pace con un rivale che percepiscono in modo negativo e come poco degno di fiducia. D’altra parte, le narrazioni distorte dissuadono l’avversario dal negoziare con l’altro gruppo.
Come diceva Epitteto: “Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà”.
La memoria collettiva nella maggior parte dei casi è egoista e di parte, pertanto dobbiamo considerare tutte le prospettive. Conoscere tutte le narrazioni, comprese quelle che sono in contrasto con la memoria collettiva, ci aiuterà a capire meglio gli eventi passati. Ci aiuterà anche a capire qual è il ruolo della narrazione e quali elementi limitano o impediscono gli accordi di pace.
Potrebbe interessarti ...