Predatori sessuali: abuso di potere e silenzio

Predatori sessuali: abuso di potere e silenzio
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

I predatori sessuali non sono malati, non sono dipendenti da sesso e non vivono solo nelle alte sfere di Hollywood. Il cervello del predatore si aggira in qualsiasi contesto e si avvale della sua posizione di potere per sottomettere la vittima, cercando la complicità di un tessuto sociale abituato a fingere di non vedere.

Potremmo dire, quasi senza timore, che stiamo vivendo un momento molto interessante dal punto di vista sociale e psicologico. Un momento che per molti era atteso e persino necessario. Dopo che è stato portato alla luce il caso del produttore cinematografico Harvey Weinstein, l’onda d’urto e dei media non sembra fermarsi. Ogni giorno ci svegliamo con il nome di un altro personaggio famoso, un idolo che cade, una terribile storia di abuso sessuale.

“E tutto questo ora, perché? Che cosa stanno cercando di ottenere?” – si chiede qualcuno -. Spesso sentiamo testimonianze di avvenimenti verificatisi più di 10, 15 o 20 anni fa. Il velo sembra essere caduto indipendentemente dal tempo passato, perché la ferita, naturalmente, rimane latente. Adesso viene alla luce una realtà nota da sempre, ma strutturalmente taciuta e implicitamente acconsentita.

Bisogna ricordare che le voci sono sempre state presenti, ma non vi abbiamo dato importanza, come quella di Elijah Wood, che aveva denunciato a suo tempo l’esistenza di costanti abusi di minori dietro le quinte di Hollywood.

Adesso, però, la nostra società si è svegliata ed è pronta ad ascoltare. Il nostro mondo è più ricettivo che mai, è collegato e i social network come Twitter possono innalzare eroi in pochi giorni e far crollare idoli in pochi secondi. Si tratta di uno scenario vorace che mobilita, che rende consapevoli e dove negli ultimi mesi, con l’hashtag #MeToo, ci ha permesso di venire a conoscenza di situazioni così dure da sembrare straordinarie (o meglio non quotidiane), ma che in realtà capitano tutti i giorni. Le vittime, donne e bambine per il solo fatto di esserlo.

Donna rannicchiata e con crepature nel corpo

La “malattia” dei predatori sessuali è la loro posizione di potere

Ogni mattina, quando viene alla luce una nuova storia su una celebrità di Hollywood, appare il termine “predatore sessuale”. Nel mondo dell’informazione, si fa un uso molto frequente di espressioni e parole che è necessario definire per evitare equivoci. A questo proposito, qualche settimana fa è stato pubblicato un interessante articolo su “Psychology Today” nel quale veniamo avvertiti di una cosa importante, ovvero che non bisogna associare il profilo dei predatori sessuali con quello dei dipendenti dal sesso.

Diciamo questo per un motivo ben preciso. Ogni volta una celebrità viene accusata, il suo avvocato si affretta a dire che il suo cliente entrerà in clinica per effettuare un trattamento. È quello che è stato detto, per esempio, su Kevin Spacey.

Non dobbiamo confonderci. Chi abusa non sempre è malato. Quando una persona aggredisce sessualmente, intimidisce e costringe, sa bene quello che fa. Fa un uso cosciente del suo potere per violare i diritti personali e sessuali di altre persone.

Per capire l’impatto di questo potere, discuteremo dell’origine di questi scandali. Molti intitolato questa storia come la “storia di un figlio che ha denunciato il padre e ha svelato un intero sistema di corruzione”. Si tratta di Ronan Farrow, figlio di Mia Farrow e Woody Allen.

Era poco più che adolescente quando fu testimone di come la società distoglieva lo sguardo di fronte alla denuncia del fatto che suo padre abusasse di Dylan, sua sorella adottiva di soli 7 anni. Una delle persone che riuscì a pulire l’immagine di Woody Allen e a farlo tornare alla fama fu proprio Harvey Weinstein.

Mia Farrow e suo figlio

Il giovane Ronan rimase segnato (così come la sorella) da tutto questo. Rimase colpito da come la società fosse in grado di trasformare l’aggressore nella vittima e la vittima in una persona disturbata. Fu colpito dalla segretezza di Hollywood sulle aggressioni sessuali e sugli atti di pedofilia commessi da uomini con grande potere in questo settore. Un settore abituato anche al silenzio, a essere complice e a fare uso di ricatti, minacce ed estorsioni con chiunque osasse alzare la voce.

Da allora, Ronan Farrow non ha smesso di indagare e raccogliere informazioni sui vari predatori sessuali di Hollywood, fino a individuare gradualmente un unico epicentro in Harvey Weinstein. Possiamo dire che era da anni che aveva informazioni sufficienti per portare alla luce i fatti, con prove e testimonianze. Ma si scontrava sempre con lo stesso messaggio da parte di giornali, produttori e televisioni: è una cosa pericolosa, lascia perdere, volta pagina, guardiamo da un’altra parte.

Finora. Fino a quando la società si è rifiutata di guardare altrove.

Caratteristiche dei predatori sessuali

I predatori sessuali appaiono in qualsiasi contesto caratterizzato da asimmetrie di potere. Li troviamo sul posto di lavoro, in una squadra sportiva, tra i presidi delle università o tra i professori, tra i capi delle equipe ospedaliere… Persone che superano il confine del rispetto per aggredire, violentare o intimidire con le parole.

È interessante approfondire un po’ di più i loro tratti di personalità e comportamento:

  • Desiderio di controllo. La maggior parte di noi sa che la nostra libertà finisce quando invadiamo lo spazio personale e l’integrità fisica o emotiva altrui. I predatori sessuali, invece, godono nel superare questo limite e sottomettendo, il piacere è immenso quando hanno il controllo e il potere sufficiente per sottomettere a scapito della vittima.
  • Narcisismo. I predatori sessuali si considerano superiori, soprattutto rispetto alle loro vittime. Pensano che solo loro abbiano la capacità di prendere decisioni. D’altra parte, se vogliono qualcosa, la cosa più naturale per loro è che la realtà glielo fornisca, non importa ciò che l’altro dice, pensa o vuole.
  • Sono antisociali. Questa caratteristica può essere contraria all’immaginario collettivo. In questo caso, essere antisociale non significa evitare la società. Al contrario, il predatore sessuale si adatta perfettamente al suo ambiente, ma con uno scopo ben preciso: ottenere quello che desidera. Sono persone che amano il rischio e mai empatiche.
  • Il sesso come possesso. La sessualità in questo profilo è intesa in termini estremamente primitivi. Non c’è amore, non c’è rispetto, solo un mero desiderio di possedere ciò che si vuole per alleviare una pulsione sessuale e riaffermare così il proprio potere.
Donna aggredita con un no scritto sulla mano

I predatori sessuali, dunque, non si trovano solo nel mondo dello spettacolo; tale termine si riferisce a molti di questi profili che a poco a poco vengono smascherati. Tuttavia, continueranno ad esistere e avranno vita sempre più facile se possono contare sulla complicità altrui, sotto forma di silenzio.

Forse questo è il momento migliore per dare ai predatori sessuali dei nomi, un viso e smettere di guardare altrove. Abbiamo vissuto troppo a lungo con la paura di chi è al potere, sono migliaia le vittime costrette a stare in silenzio e a dimenticare. Evitiamo che avvenga, dobbiamo essere sensibili, logici e tempestivi nel fermare i predatori sessuali.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.