Reclamare con assertività è un'arte

Reclamare con assertività è un'arte

Ultimo aggiornamento: 29 aprile, 2016

Chi nella vita non ha mai avuto motivo, ragione o necessità di rispondere? I rapporti umani sono un territorio complesso in cui si stabiliscono continuamente compromessi, concessioni e accordi. I risultati, però, non sono sempre felici. A volte non si raggiungono o non si compiono questi patti, impliciti o espliciti; ecco perché bisogna reclamare, ma con assertività.

Come si fa a non lamentarsi sul lavoro se i colleghi tengono in considerazione solo i loro interessi a scapito delle nostre necessità? Come si fa a non lamentarsi se il partner assume atteggiamenti sconsiderati, indifferenti o ostili? Come si fa a non lamentarsi in famiglia se ci attribuiscono ruoli che non corrispondono a ciò che vorremmo essere davvero?

All’inizio, la maggior parte delle volte, queste piccole ingiustizie non sembrano gravi, ma possono essere il seme da cui sbocciano problemi più complessi che non possono passare inosservati. Reclamare adeguatamente e per tempo è una soluzione migliore del silenzio che, invece, scatena tempeste future. La chiave sta nel sapere come rispondere. Oggi vi daremo alcune idee che vi permetteranno di imparare l’arte di reclamare con assertività.

Allenatevi nell’arte di reclamare con assertività

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Come qualsiasi arte, anche quella dell’assertività richiede una certa dose di pratica. In realtà, ci sono pochi casi in cui si riceve qualche istruzione, quindi l’ideale è cominciare con un allenamento di base.

Iniziate con piccoli reclami avendo ben chiaro ciò che state chiedendo. L’ideale è provarci con chi non fa parte del vostro ambiente quotidiano e che merita una critica da parte vostra. Ad esempio, l’elettricista che non ha svolto bene il suo lavoro. Dovete esporre con calma e con chiarezza quello che secondo voi non va bene.

Riconoscete la parte migliore degli altri e utilizzate sempre la prima persona

Questa è una soluzione magica nel mondo dell’assertività e non vale solo per i reclami, ma per qualunque tipo di situazione. Invece di esporre il vostro disagio mettendo in discussione quello che dice o fa l’altra persona, fate capire come vi danneggia la situazione per evitare fraintendimenti con l’altra persona.

Facciamo un esempio: il vostro capo aumenta la quantità di lavoro ogni giorno, fino al punto che non riuscite a tornare a casa in orario, ma dovete fermarvi in ufficio fino a tardi senza nessuna ricompensa. Avete paura di lamentarvi perché il vostro capo è molto esigente e in ufficio girano voci di tagli al personale.

Potreste dirgli che il vostro diritto di una giornata lavorativa ben definita non viene considerato. Tuttavia, se lo fate in questo modo, di sicuro penserete che il risultato sarà un conflitto aperto con il capo o comunque un risentimento.

La cosa migliore, allora, è cercare un momento adatto per far capire all’altra persona cosa significa per voi la situazione che state vivendo. Dite al vostro capo, per esempio, che capite che c’è molto lavoro da fare e che sapete quanto lui desideri che tutto vada per il meglio. Aggiungete il fatto che siete disposti a collaborare, ma che questo vi obbliga ad estendere la vostra giornata lavorativa e di conseguenza non riuscite ad organizzarvi per quanto riguarda altri aspetti della vostra vita.

Sviluppate la vostra abilità nell’essere semplici e diretti e mantenete la calma

La migliore comunicazione è quella che va dritta al punto. Non è questione di essere sfacciati o maleducati, ma di esporre in modo gentile il vostro reclamo senza girarci intorno e senza troppe parentesi. Spesso, chi tergiversa viene considerato insicuro o il suo atteggiamento è visto come un tentativo di manipolazione.

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Ciò che completa la comunicazione assertiva è un lavoro sulla gestione delle emozioni. Se mantenete la calma, le vostre probabilità di risolvere i problemi aumenteranno in modo significativo. Ricordate che nessuno nasce con l’autocontrollo, è un’abilità che si acquisisce con il tempo. Lavorate su questo aspetto.

Perseveranza e selezione

La maggior parte dei conflitti o degli screzi non si risolve tanto facilmente. A volte non basta presentare un reclamo assertivo e rispettoso perché l’altra parte capisca le vostre necessità. Per essere trattati con giustizia, dovete perseverare ed essere pazienti. Spesso vi vedrete obbligati ad esporre più di una volta il vostro reclamo.

Ad ogni modo, ci sono reclami che vanno abbandonati se l’obiettivo da raggiungere non è significativo. Perché perdere tempo ed energie nel reclamare qualcosa che l’altro non è disposto ad ammettere, non perché non sia ragionevole, ma perché non ha intenzione di riconoscere i vostri diritti, le vostre aspettative o le vostre necessità?

In questi casi, perseverare è assurdo. L’ideale è trovare un punto finale a una situazione che, sostanzialmente, non ha soluzione. Magari perderete qualcosa temporaneamente, ma a lungo andare, con assoluta certezza, ci guadagnerete di più.

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