La sindrome dell’uomo irritabile: la crisi dei 40?

La sindrome dell’uomo irritabile: la crisi dei 40?
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 14 dicembre, 2021

Con sindrome dell’uomo irritabile si intende uno stato di ipersensibilità, ansia, frustrazione e rabbia che si verifica negli uomini. Si tratta di un disturbo associato a cambiamenti biochimici, sbalzi ormonali, stress e un senso di perdita della propria “identità maschile”.

È un problema poco conosciuto, ma molto diffuso. È stato definito solo di recente e, tuttavia, riflette una realtà che sembra avere una stretta connessione con l’equilibrio ormonale e la situazione socio-emotiva con cui gli uomini devono fare i conti una volta raggiunta la quarantina.

Nel 2002, lo studioso scozzese Gerald Lincoln, che si occupa di questioni relazionate alla riproduzione umana all’interno del Medical Research Council britannico, ha pubblicato i risultati di uno studio durato diversi anni, durante i quali sono stati misurati i livelli di testosterone in animali di sesso maschile. Lincoln ha scoperto che la diminuzione progressiva di questo ormone rendeva gli animali più irascibili e sensibili, e meno comunicativi a livello sessuale.

C’erano ancora ben pochi studi su questo fronte, e per questo Jed Diamond ha deciso di continuare a fare ricerca sull’argomento. Nel 2004 ha pubblicato un libro intitolato The Irritable Male Syndrome (“La sindrome dell’uomo irritabile”) in cui descrive una problematica che gli uomini tra i 40 e i 50 anni riscontrano già da tempo.

I partecipanti allo studio, infatti, hanno riportato di soffrire di mancanza di energia, poca motivazione, un calo del desiderio sessuale e continui sbalzi d’umore: irritabilità, depressione e aggressività. Dicevano di sentirsi come Brontolo, il nano di Biancaneve, e per questo Diamond ha dato loro il soprannome di “uomini Brontolo”.

Secondo il Dottor R. Petty, direttore della Wellman Clinic di Londra ed esperto nel settore della salute psicologica maschile, la sindrome dell’uomo irritabile colpisce il 50% degli uomini che hanno superato i 45 anni. Spesso non viene identificata né da chi ne soffre né da chi effettua una diagnosi, e per questo i trattamenti sono del tutto assenti oppure risultano insoddisfacenti e inadeguati. A quanto pare, però, in futuro la terapia ormonale sostitutiva potrebbe essere riconosciuta come il trattamento più adeguato in questi casi, come accade per le donne in menopausa.

La sindrome dell’uomo irritabile equivale alla famosa “crisi dei 40 anni”?

Forse la descrizione di questo problema vi ricorderà quella che viene popolarmente denominata la “crisi dei 40 anni”. Ed effettivamente può sembrare simile. Tuttavia, questa definizione non è rispettosa dei sentimenti e delle sensazioni che provano gli uomini che soffrono di questa sindrome.

Dobbiamo tenere in considerazione che la sindrome dell’uomo irritabile non ha una diagnosi precisa, ma è ancora in fase di studio e di teorizzazione. Gli studiosi vogliono dare una validità scientifica a questo insieme di sintomi di cui un nutrito gruppo di uomini soffre durante questa fase della loro vita.

Si tratta di una fase ricca di cambiamenti a livello fisico e socio-psicologico, pertanto è naturale che sia necessario lavorare sul livello di accettazione e di adattamento a questa nuova realtà, e non sottovalutarne le difficoltà.

Non dobbiamo metterci le mani nei capelli e allarmarci troppo per questa “nuova” patologia, perché in realtà riflette una realtà che conosciamo già bene. Semplicemente, con questo articolo vogliamo farvi prendere consapevolezza del problema e sottolineare che la salute fisica ed emotiva degli uomini ha bisogno di tutte le cure e le attenzioni necessarie, proprio come quella delle donne.

Da che cosa deriva? Ve lo spieghiamo in 5 punti

L’origine di questo insieme di sintomi sembra essere legato a 5 fattori fondamentali che, quando si presentano insieme e si alimentano a vicenda, possono generare questo stato psicofisico così spiacevole per gli uomini che ne soffrono e per chi gli sta intorno. Vediamo più nel dettaglio quali sono questi fattori incrociati:

1. Squilibri ormonali

Diamond descrive in un modo bellissimo e particolare il testosterone, attraverso una citazione della scrittrice Theresa L. Crenshaw. Usando le sue parole, “il testosterone è il giovane Marlon Brando: sessuale, sensuale, seduttore, tenebroso, con una sfumatura pericolosa”.

È bene tenerlo in conto, perché il testosterone è in parte colpevole anche di comportamenti come l’ aggressività , la competitività e la violenza. Per questo, come sottolinea Diamond, “sappiamo che gli uomini con livelli di testosterone troppo alti possono irritarsi facilmente e diventare aggressivi. Ma le ricerche più recenti dimostrano che la maggior parte dei problemi ormonali negli uomini sono causati da livelli di testosterone eccessivamente bassi”.

2. Cambiamenti biochimici all’interno del cervello

Un’altra sostanza responsabile è la serotonina. Come riportano alcuni studi, una delle cause più frequenti dei livelli bassi di serotonina sono le cattive abitudini alimentari. Judith Wurtman e i suoi colleghi dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts hanno scoperto che una dieta ricca di proteine e povera di carboidrati può provocare maggiore irritabilità negli uomini.

Questo studio ha scoperto che gli uomini tendono a confondere i segnali del corpo che indicano un bisogno di carboidrati sani (presenti in prodotti come le patate, il riso, il grano, la zucca, ecc.) con la voglia di assumere cibi ricchi di proteine, per esempio la carne. “Mangiare proteine quando abbiamo bisogno di carboidrati ci rende irritabili, di cattivo umore o inquieti,” sostengono questi autori.

Gli studi in questo campo hanno anche scoperto che il consumo di alcol inizialmente aumenta i livelli di serotonina, ma il suo consumo cronico li diminuisce drasticamente. Questo può provocare stati depressivi, voglia di carboidrati, disturbi del sonno e propensione all’irascibilità.

3. Aumento dei livelli di stress

Per il nostro corpo, il cambiamento, positivo o negativo, è sinonimo di stress. I cambiamenti tipici di questa fase della vita, come un trasferimento, un nuovo lavoro, un nuovo arrivo nel nucleo familiare, ecc. possono essere positivi e meravigliosi. Tuttavia, generano spesso tensione e, insieme ad essa, altri stati emotivi tendono a intensificarsi, come l’ansia o l’irritabilità.

4. Cambiamenti nella percezione del proprio ruolo e della propria identità

La società sta pian piano cambiando, ma oggi giorno l’educazione e le informazioni che riceviamo dall’esterno sui ruoli di genere che “dobbiamo” o “non dobbiamo” assumere sono molto confuse. Per questo è normale che, in un ambiente in cui si sentono opinioni ambivalenti e contrastanti su questo argomento, si faccia fatica ad accettare tutti i punti di vista e ad agire rispettando la propria identità e libertà personale.

5. La mancanza o l’imperfezione dell’amore

I livelli di irritabilità aumentano quando ci si sente distanti dal proprio partner. Come sappiamo, questa situazione purtroppo è molto comune nelle nostre relazioni, perché spesso la routine, lo stress, la mancanza di comunicazione, le incomprensioni e i problemi personali ci portano a un forte distacco emotivo nei confronti della persona con cui condividiamo la nostra vita.

Tutti questi fattori, quindi, possono contribuire a quella che Jed Diamond definisce come “sindrome dell’uomo irritabile”, un problema ancora in fase di studio e che sembra colpire numerosi uomini.


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  • Diamond, J. (2006). El síndrome del hombre irritable: Gestione las cuatro causas de la depresión y la agresión. Editorial AMAT.
  • Noriega, A. T. (2013). La actitud y la Testosterona, la hormona del estilo de vida. Horizonte Médico (Lima)13(2), 46-50.
  • Preston, B. T., Stevenson, I. R., Lincoln, G. A., Monfort, S. L., Pilkington, J. G., & Wilson, K. (2012). Testes size, testosterone production and reproductive behaviour in a natural mammalian mating system. Journal of animal ecology81(1), 296-305.

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