Ho smesso di aspettare che passasse il treno: ora sono io a muovermi

Ho smesso di aspettare che passasse il treno: ora sono io a muovermi

Ultimo aggiornamento: 26 maggio, 2017

Ho smesso di aspettare treni che portassero il mio nome e mi sono lasciata alle spalle i binari delle ambizioni spezzate e dei sogni irrealizzati, perché adesso sono io a muovermi, sono io a camminare. Chi vuole può intraprendere questo viaggio con me, e chi non lo desidera, può scendere alla prossima stazione.

Assumere questo semplice, ma coraggioso, atteggiamento sarebbe senza dubbio un gran passo verso la nostra crescita personale e il nostro benessere emotivo a volte così fluttuante. Tuttavia, ammettiamolo, se c’è qualcosa a cui siamo abituati è aspettare, e ancora di più, alimentare quell’attesa con la filigrana dei sogni e con il pennello della perfezione irraggiungibile.

Ebbene, a volte, e questo va sottolineato, è la stessa società che, con i suoi tentacoli, con i suoi filtri e i suoi imbuti, ci imbocca verso quella sala in cui non rimane altro che aspettare. Il complesso mondo lavorativo e i suoi meandri ci fanno procrastinare molte cose, un nuovo titolo, una nuova competenza, un contratto più o meno degno, per permetterci di ottenere quei cambiamenti e quel movimento in cui si incide la vita.

Tuttavia, nonostante l’attuale contesto socioeconomico ci renda prigionieri di queste sale d’attesa interminabili, ciò di cui nessuno può privarci è la nostra attitudine. Il movimento è dentro di noi. Pertanto, non importa se a prima vista i treni vadano in direzione contraria, perché chi conosce il suo cammino, i suoi sogni e i suoi ideali, è obbligato a non aspettare, a non fermarsi mai.

Quando l’attesa ci fa credere che la nostra vita è in pausa

Ci sono molti motivi che possono indurre una persona ad avere l’impressione che la sua vita sia bloccata. Non avere un partner, non avere un lavoro, aver fallito in un progetto personale o essere stati rifiutati a livello professionale o emotivo sono senza dubbio alcuni degli esempi che caratterizzano gli angoli del nostro Io più profondo, quelli che ci immobilizzano.

Ebbene, è necessario capire che la vita non si ferma mai, scorre sempre, muta e vibra. Tuttavia, a fermarsi siamo noi, il nostro animo, la nostra voglia e la nostra motivazione. Bernice Neugarten è stata una delle prime psicologhe a studiare lo sviluppo adulto e quei periodi così complessi del nostro ciclo vitale in cui le persone hanno la chiara  percezione che la propria realtà si sia fermata, assumendo un atteggiamento triste, apatico e privo di luminosità.

Neurgarten ha stabilito la teoria life on Hold (vita in attesa) come una transazione che dobbiamo saper affrontare. Il problema maggiore risiede nel fatto che, troppo spesso, la nostra visione del futuro è ambigua, incerta e addirittura pessimista. Pensieri come “il mio treno è ormai passato, non troverò un partner” o “è chiaro che non troverò un buon lavoro”, derivano da uno stile di pensiero che aggraverà ancora di più questa fase di attesa, rendendo difficile il passaggio ad una dimensione migliore.

Come abbandonare il binario dei sogni che non si realizzano mai

Viviamo nel mondo del “Torni domani”, del “La chiameremo” e del “Quando otterrai questo, potrai avere quest’altro”. Abitiamo in eterne sale d’attesa, domandandoci se la felicità sia un inganno o un premio che si riceve quando si ottengono abbastanza punti. I treni passano, le opportunità vanno e vengono, ma nessuna sembra portare il mio nome. Come possiamo sopravvivere, quindi, in questo scenario di incertezze, in cui le crisi, a volte, sembrano non avere una data di scadenza?

Di seguito vi mostriamo alcuni semplici concetti su cui riflettere.

3 linee guide per essere il movimento delle nostre vite

-La prima è semplice: bisogna aver chiaro il proprio obbiettivo, il proprio punto nell’orizzonte. Tuttavia, deve trattarsi di una meta realistica e chiara, in accordo alle nostre possibilità, ma senza sottovalutare mai il nostro potenziale.

  • Il secondo aspetto che Bernice Neugarten ci ha lasciato nella sua teoria sulla transazione vitale è la necessità di provare quotidianamente il nostro futuro. Non è sufficiente sognarlo. Se quello che desiderate è un buon partner, prima dovrete prendervi cura di voi stessi, dovrete preoccuparvi di crescere come persone. Se volete un buon lavoro, investite su questo proposito ogni giorno, formandovi professionalmente e mentalmente.
  • La terza parte di questo piano è ugualmente interessante. Dovete sentirvi protagonisti attivi, pro-attivi e creativi. È necessario smettere di sentirsi subordinati a qualcuno o a qualcosa. Se la società non vi lascia spazio, forse dovete crearlo voi stessi. Forse dovete innovare, proporre qualcosa di nuovo sul mercato del lavoro che susciti interesse, essere voi stessi il treno del movimento in un ambiente di quiete.

Per concludere, un giorno qualcuno disse che la vita non è l’intento di ingannare la morte, ma di godersi la propria esistenza ogni giorno, senza limitarci solo a respirare e a lasciare che le cose accadano e basta. Dobbiamo essere la locomotiva della nostra crescita, esseri attivi, entusiasti, realisti ma ottimisti, in possesso di quell’incredibile forza capace di dare al mondo cose meravigliose e, a sua volta, di dar vita alla felicità che meritiamo davvero.


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