Traumi dell'infanzia, depressione nell'adulto

Traumi dell'infanzia, depressione nell'adulto

Ultimo aggiornamento: 08 agosto, 2016

Nessun periodo della vita è più intenso, meraviglioso e allo stesso tempo vulnerabile della nostra infanzia. Le prime esperienze fatte in quest’età non solo segneranno per sempre la strada che prenderà la nostra vita, ma anche la visione che noi stessi avremo di essa. Il legame che stabiliamo con i nostri cari, soprattutto con i genitori che ci guidano, si prendono cura di noi e ci proteggono, diventerà il pilastro del nostro sviluppo, per crescere in modo sicuro e autonomo.

Se qualcosa va storto, però, se il trauma della violenza, della disgrazia o della fatalità fa la sua comparsa nella nostra vita facendoci risvegliare prima del previsto dal sogno dell’infanzia, quella ferita rimarrà lì per sempre. È un fatto, una realtà. Anche se siamo ancora dei bambini, e dunque persone non ancora in grado di difendersi né di comprendere perché esistano la malvagità o le tragedie, dovremo per forza digerire quella situazione, con tutto il suo carico di difficoltà e gravità.

Gli psichiatri chiamano questa condizione “stress prematuro”: si tratta di eventi causati da traumi fisici o emotivi che alterano in profondità il nostro sviluppo e il nostro processo di maturazione. Quella ferita rimarrà nel nostro cervello, quel picco così alto di stress e di sofferenza lascerà una traccia dentro di noi e così, quando arriverà l’età adulta, avremo un rischio maggiore di sviluppare qualche forma di depressione.

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La mancanza di affetto nell’infanzia: una delle principali cause di depressione

A volte non c’è nemmeno bisogno di arrivare a situazioni estreme come quelle di un abuso o di un maltrattamento infantile. Molto spesso ad arrivare all’età adulta con molte mancanze e carenze sono semplicemente quei bambini costretti a crescere privi di legami familiari o con genitori che non hanno saputo o non hanno voluto stringere un legame affettivo con loro.

Un’infanzia sana, felice e completa permette al bambino di crescere nella consapevolezza di essere amato, cosciente del fatto che ogni suo passo, decisione o errore sarà sempre accompagnato dall’appoggio unico e incondizionato della sua famiglia. Lo sviluppo della sua autostima andrà di pari passo con l’affetto dei suoi cari. L’idea che il bambino avrà di sé, inoltre, sarà positiva, perché è il riflesso di ciò che ha trovato lungo la sua strada fino a quel momento.

Tuttavia, se lungo quella strada incontra solo vuoto, disprezzo e rimproveri, il bambino non solo crescerà con una forte insicurezza, ma coverà anche un certo rancore e persino sfiducia. E come dargli torto? Le persone che avrebbero dovuto offrirgli supporto e amore incondizionato gli hanno dato solo freddezza e durezza, e questo farà sì che per lui sia difficile stringere rapporti sani con gli altri. Continuerà a lungo ad essere sfiduciato e timoroso.

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Superare un’infanzia difficile

Gli psichiatri parlano di “vulnerabilità biologica” per indicare tutte quelle esperienze traumatiche o negative del passato che sono rimaste sepolte nella nostra esperienza, anche a livello cerebrale. Gli alti livelli di stress modellano e cambiano molte delle nostre strutture più profonde, e tutto ciò ci rende persone più fragili. Persone più inclini a soffrire di depressione durante l’età adulta.

Ma cosa vuol dire questo? Che tutti coloro che hanno sofferto di un trauma durante l’infanzia dovranno per forza diventare adulti depressi? La risposta è no.

Ognuno di noi affronta il suo passato traumatico in un modo diverso. Per alcune persone questi eventi potrebbero addirittura trasformarsi in una spinta che li porterà a lottare giorno dopo giorno per superare il trauma. Potrebbero essere degli insegnamenti da assimilare, accettare e affrontare con la consapevolezza che la vita darà loro nuove opportunità per essere felici.

Per altre persone, invece, quella predisposizione biologica ed emotiva continuerà ad avere un forte peso. Non si tratterà soltanto di un ricordo persistente, ma potrebbe influire anche sul modo in cui si relazionano con il mondo.

Possono diventare persone che hanno perso ogni fiducia non solo verso chi le circonda, ma anche verso se stesse. Fanno fatica a mantenere le amicizie e persino a stringere legami affettivi. Esigono affetto, ma sono incapaci di accettarlo perché continuano ad avere paura di essere tradite e ferite.

Si tratta di profili emotivi che possono nascondere alcune forme di ansia cronica, ipersensibilità e una vulnerabilità emotiva contro cui bisogna lottare ogni giorno. La felicità in questi casi ha un prezzo molto alto. Ma come affrontare questa situazione, quindi? Ovviamente con sforzo, buona volontà e il giusto supporto sociale.

Considerato tutto ciò, non possiamo non capire quanto sia importante continuare a difendere l’infanzia. Non considerate mai un bambino come un adulto in miniatura. Un bambino è una persona affamata di emozioni positive, che ha bisogno di vivere esperienze piene di affetto incondizionato, di parole buone e di legami sinceri.

Un bambino non è un adulto, non può capire perché altri adulti lo trattano male e non può nemmeno difendersi. Ciò che gli accade mentre è piccolo lo segnerà per sempre, non dimenticatelo. Prendetevi sempre cura dei più piccoli, e se siete stati voi ad aver sofferto per colpa di un’infanzia complicata, ricordate che la felicità non è interdetta a nessuno e che vale la pena accettare ciò che vi è accaduto, superarlo, e tornare a vivere di nuovo.

Immagini per gentile concessione di Lucy Campbell.


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