Un modo semplice di migliorare lo stato d'animo

Un modo semplice di migliorare lo stato d'animo

Ultimo aggiornamento: 17 marzo, 2015

Non è uno, bensì sono centinaia gli studi che confermano la notevole influenza dell’attività fisica sullo stato d’animo. In particolare, si è stabilito che fare esercizio con regolarità ha un effetto preventivo di fronte a problemi come l’ansia e la depressione.

Spesso ci dimentichiamo che il corpo e la mente sono un’unità indissolubile. Quello che succede al corpo interessa la mente e viceversa. Infatti, ci sono motivi importanti per affermare che la mente, in maniera preponderante, determina il buon funzionamento del corpo. Per questo quando ci si sente tristi aumentano le possibilità di contrarre qualche virus oppure di soffrire di emicranie o di problemi allo stomaco.

La ragione è semplice: quella che chiamiamo “mente” risiede in un luogo fisico, il cervello. Questo organo determina il funzionamento di tutto il corpo e ha incidenza su ogni organo.

Uno stato d’animo, come ad esempio la depressione, si esprime a livello organico in diversi modi. Uno di questi è la comparsa di alcuni cambiamenti chimici nel funzionamento del cervello. Vengono prodotte meno endorfine e altri componenti. Questo fa anche sì che cambino le emozioni e il modo di percepire il mondo.

La risposta della scienza di fronte a questi fenomeni è sempre stata quella di somministrare farmaci in modo da ritrovare l’equilibrio perduto. Il problema è che la loro azione non è permanente, bensì fugace. Quindi si può creare esattamente la stessa dinamica di una dipendenza: bisogna assumere il farmaco con una certa frequenza per sentirsi meglio.

In più, i farmaci psichiatrici hanno rilevanti effetti collaterali che danneggiano sia la salute fisica che mentale. Alcune persone provano tremori, difficoltà nel dormire o nausea quando assumono questo tipo di medicinali. Molti hanno riportato un incremento della depressione o dell’ansia dopo aver assunto il farmaco con regolarità per alcuni anni.

Secondo numerosi esperti questi trattamenti non risolvono il problema, semplicemente lo mascherano. L’ideale sarebbe trattare la depressione con la conversazione, con le parole e con una terapia; però, non tutti sono attratti da questa possibilità o, ad ogni modo, non trovano sollievo a breve termine per il loro dolore sebbene consultino un professionista.

È a questo punto che fa la sua comparsa l’attività fisica come alternativa economica, divertente e molto efficace per trattare questo tipo di sintomi. Anche questo ha una spiegazione chimica.

In una ricerca portata a termine dall’Università Duke sono stati paragonati un gruppo di adulti che soffrivano di depressione e che avevano seguito un programma di esercizi regolari, e un gruppo in cui il problema era stato affrontato con la Sertralina, una pasticca per la depressione. Il risultato è stato che in entrambi c’è stato un miglioramento delle stesse proporzioni.

Questo e molti altri studi suggeriscono che è valida l’ipotesi secondo la quale l’esercizio fisico produce cambiamenti chimici nel cervello paragonabili a quelli che verrebbero originati da un farmaco. Persino alcuni ricercatori dell’Università della Georgia sostengono che sia possibile alterare certi geni ottenendo degli effetti sullo stato d’animo.

Si ritiene inoltre che l’esercizio incrementi le onde alfa nel cervello. Ciò ha un effetto simile a quello di un tranquillante. In aggiunta, sembra esistere uno stretto collegamento tra l’attività fisica e l’autostima. La valorizzazione di sé stessi tende ad aumentare se si segue un programma di attività fisica regolare.

Uno stile di vita sedentario, invece, ha l’effetto opposto. Più una persona rimane passiva dal punto di vista fisico, maggiore sarà la sua tendenza a vivere episodi di ansia e depressione.

L’effetto dell’attività fisica si prova quasi in modo immediato, ma il cambiamento significativo appare se si pratica in maniera regolare. Dedicare quindici o venti minuti al giorno all’esercizio può aumentare la sensazione di benessere molto di più di quanto si possa immaginare. Che cosa aspettate?

Immagine per gentile concessione di: Elena Schweitzer


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