Viaggiare è molto di più che fare i turisti

Viaggiare è molto di più che fare i turisti
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

Vi piace viaggiare?

Ci sono molti modi di viaggiare: a qualcuno piace la città, ad altri la natura incontaminata, ad altri ancora i musei e le cattedrali, e c’è chi ama gli sport estremi.

In un viaggio, potete cercare relax e provare a dimenticarvi dello stress quotidiano oppure aspirare a vivere sensazioni adrenaliniche. Indipendentemente dalle vostre preferenze, la maggior parte delle persone ama fare un viaggetto di tanto in tanto.

Cambiare aria e frequentare un ambiente diverso è un’attività piacevole, che ossigena lo spirito e rigenera le energie per permettervi di ritornare alla quotidianità.

Se ci pensate bene, viaggiare è molto più che un’attività gradevole: in realtà, quando andate in un nuovo posto, state compiendo anche un viaggio interiore, non solo fisico, e oltre a divertirvi, state imparando.

“In un viaggio, la nostra destinazione non è mai un posto, ma un nuovo modo di vedere le cose”

(Henry Miller)

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Viaggiare significa affrontare le proprie paure

Tutti hanno timori, piccoli o grandi, a volte persino fobie, che superano per poter viaggiare. La semplice idea di rompere con la routine, infatti, per quanto essa sia positiva, richiede uno squilibrio fisico che sconquassa i nostri corpi (i nostri ritmi del sonno si modificano, così come le abitudini alimentari). Di certo, questo momento lo superiamo volentieri!

Qualcuno supera la paura di volare, altri superano il timore di stare lontano dai propri cari. Qualcuno ha paura di perdersi in una nuova città o di non essere in grado di comunicare con gli altri a causa della barriera linguistica.

L’aspetto positivo del viaggio è che ci motiva abbastanza da scavalcare queste paure; per questo, viaggiare non significa solo fare il turista, ma anche uscire dalla propria zona di comfort e crescere.

Viaggiare significa superare i pregiudizi

Più viaggiamo, più culture e tradizioni diverse conosciamo.

In ogni posto del mondo ci sono tradizioni particolari che influenzano il modo di agire degli abitanti locali.

In certi luoghi si parla a voce molto alta, mentre in altri i ristoranti sono quasi completamente silenziosi. Le persone possono essere più fredde o più socievoli; ci si può salutare con uno, due o tre baci, come in Francia, o con un abbraccio, come in America del Nord. Cambiano gli orari, il cibo e il vestiario.

Qualsiasi cosa vi troviate davanti, quel che è certo è che, quando viaggiate, siete consapevoli che ogni posto del mondo è diverso dagli altri. Non migliore o peggiore: ogni luogo è speciale per il fatto di esistere, perché fa parte della ricchezza del nostro pianeta.

Quante più forme di vivere conosciamo, meno pregiudizi abbiamo, perché comprendiamo che, così come esistono paesaggi differenti, esistono anche culture differenti, che sono uniche e che rendono il pianeta meraviglioso grazie alla loro diversità.

“Viaggiare è dannoso per il pregiudizio, per l’intolleranza e per la rigidità della mente”

(Mark Twain)

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Viaggiare significa imparare ad adattarsi

Di solito abbiamo una routine che si ripete quasi ogni giorno della nostra vita. Quando viaggiamo, queste abitudini si trasformano: cambiano gli orari, il cibo, le attività che svolgiamo, ecc.

Il corpo umano è stato disegnato per abituarsi alle consuetudini e questa rottura della routine è un cambiamento a cui ha bisogno di adattarsi.

L’esempio più evidente è, quando facciamo viaggi lunghi, il jet-lag: il cambiamento degli orari e dei cicli del sonno ci stanca e ci disorienta.

I cambiamenti di routine, il fatto di doversi mettere d’accordo con gli altri, il regime alimentare distinto, le condizioni igieniche e climatiche tipiche del luogo in cui andiamo … Insomma, nei viaggi dobbiamo essere flessibili ed in grado di adattarci.

Alla fine del viaggio, quando ci guardiamo indietro, se l’esperienza è stata valida e se abbiamo imparato qualcosa, significa che siamo capaci di vivere in circostanze diverse, e ciò ci rende più maturi, più disponibili al cambiamento.

Viaggiare significa ritrovare il mistero

Vi ricordate quando eravate bambini e il semplice fatto di esplorare il giardino di casa o una stanza a cui normalmente non avevate accesso era un’incredibile avventura?

Addentrarsi in qualsiasi angolo dei dintorni rappresentava una vera avventura. Con il passare degli anni, questa sensazione viene persa in mezzo alle responsabilità quotidiane.

L’emozione di addentrarsi nel mistero e nella novità può essere recuperata viaggiando: tra le strade di una città sconosciuta, tra gli alberi di un bosco in cui ci sembra di essere soli. Qualche volta siamo esaltati da quella sensazione che ci penetra lo stomaco e che ci fa sentire i protagonisti della nostra avventurosa storia.

“Viaggiare ci permette di fuggire dalla routine quotidiana, dalla paura del futuro”.

(Graham Greene)

Viaggiare significa crescere

Insomma, viaggiare vuol dire fare turismo e divertirsi, ma significa anche mettersi alla prova, ampliare i propri orizzonti, conoscersi in circostanze diverse, capire quali sono i nostri limiti, vedere che possiamo superarli e uscire dalla nostra zona di comfort.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.