La distimia: una tristezza insanabile e una ferita eterna

La distimia: una tristezza insanabile e una ferita eterna

Ultimo aggiornamento: 31 luglio, 2015

Una persona che soffre di distimia non avverte l’immenso vuoto tipico della depressione, malattia che scatena un dolore enorme, bensì vive aggrappata a una sofferenza che non comprende, dominata da una tristezza che la opprime giorno per giorno, senza capirne la ragione.

Malumore, stanchezza, malessere, apatia, … Cosa ci sta succedendo? Ci rechiamo dal medico, il quale ci fornisce la ricetta per acquistare delle vitamine; non c’è nient’altro da fare, poiché durante le comuni visite dal medico di base è raro che si possa diagnosticare la distimia al primo sguardo. I suoi segni, infatti, non sono facilmente individuabili come quelli della depressione, perché si tratta di un disturbo molto diverso e misterioso, che divora la vita delle persone attraverso la malinconia e l’apatia, isolandole e disorientandole.

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), ha sostituito il termine “distimia” con un’etichetta un po’ più complessa e precisa, quale “Disturbo Depressivo Persistente”; nonostante questo nome dia maggiori indicazioni sugli aspetti di questo disturbo, c’è da dire che, al giorno d’oggi, non sono ancora ben chiari i fattori scatenanti. Si può affermare che, fra questi, vi sono senza dubbio un fattore genetico e uno biochimico.

Una vita con la distimia, un nemico invisibile

È curioso pensare che, oggigiorno, molte persone soffrano di questo disturbo depressivo permanente (nuovo nome per la distimia) senza saperlo. La ragione è il fatto che i sintomi, in generale, non sono così limitanti come quelli della depressione, per esempio.

Una persona può continuare ad essere perfettamente funzionale mentre questa tristezza le si appiglia alla schiena e le soffoca cuore e mente, può andare a lavorare e creare rapporti più o meno accettabili; tuttavia, qualcosa non va, perché il soggetto avverte che qualcosa dentro di lui non funziona a dovere e che la vita gli risulta un peso.

Da dove vengono l’apatia, la disperazione e questa insopportabile stanchezza? Ci sono giorni in cui sentiamo una rabbia indefinita senza conoscerne l’origine, passano le settimane e non vogliamo fare altro che dormire e rifuggire la gente. In altri momenti, siamo così autocritici che non tolleriamo nemmeno di vedere la nostra immagine riflessa nello specchio.

Ci risulta difficile prendere decisioni e ci trasformiamo in quel tipo di amico malinconico a cui tutti si sono già abituati, perché ormai siamo così da molto tempo, con l’anima ferita. Di fatto, si sa che la distimia colpisce molto più spesso le donne che gli uomini e che, in generale, questi sentimenti di tristezza, cominciano a palesarsi a partire dai 21 anni.

È importante sapere che una distimia non diagnosticata, e quindi non trattata, può degenerare in una grave depressione, soprattutto nel caso in cui, in qualche momento della nostra vita, viviamo momenti di forte stress o ansia. Il peso emotivo può essere un fattore scatenante molto pericoloso e può portare ai primi tentativi di suicidio; dunque, non si tratta di una cosa da sottovalutare.

distimia (2)

Come affrontare la distimia?

La distimia è un disturbo affettivo di tipo depressivo cronico; pertanto, è necessario un trattamento farmacologico combinato con una terapia psicologica. È possibile superarla?

Sono molte le persone che ci riescono. Dato che, come vi abbiamo spiegato, si tratta di un disturbo generalmente cronico, lo scopo è quello di monitorare le emozioni negative per poter ottenere una buona qualità di vita; se la vediamo in questo modo, sì, è possibile superarla.

Prendete in considerazione questi aspetti:

  1. Se nella vostra famiglia vi è un parente affetto da distimia, le probabilità che ne soffriate anche voi sono molto alte. Anche se questo disturbo è solito manifestarsi a partire dai 21 anni, è importante che tutta la famiglia ponga attenzione alla sintomatologia e all’eventuale isolamento dei più giovani e si prenda cura della propria motivazione e autostima.
  2. Siate consapevoli del fatto che le emozioni negative saranno insistenti ospiti indesiderati che non vedranno l’ora di sistemarsi dentro di voi contro la vostra volontà. Affrontatele. Sapete già che, in questo caso, la biochimica del vostro cervello può essere la ragione scatenante della vostra tristezza; di conseguenza, guardatevi attorno e rendetevi conto del fatto che non c’è niente per cui disperarsi, arrabbiarsi o spaventarsi.
  3. Emozionatevi e sperate, le passioni sono molto importanti affinché la vostra routine quotidiana sia scandita dalla gioia. Avere abitudini che, giornalmente, vi spingano a coltivare i rapporti e uscire di casa è essenziale. Siate socievoli, passeggiate, aspettate, respirate, ridete, scrivete, riempitevi di sensazioni positive e allontanate quella sofferenza che la distimia accende nelle sue vittime. Non permettetele di soggiogarvi.

Immagine per gentile concessione di Cristian Schloe


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