Nessuno ci fa arrabbiare, ci arrabbiamo perché perdiamo il controllo
Cominciamo col dire che non sotto tutti i punti di vista la rabbia è negativa, infatti a volte può risultare decisiva per ossigenare il corpo. Tuttavia, esiste una linea molto sottile che divide questa prospettiva da un’altra che riflette la nostra incapacità di controllarci.
Oggi parleremo proprio di questo aspetto più negativo: quello che emerge con la rabbia e l’ira, mostrando il nostro lato oscuro. In questo senso, quando ci arrabbiamo, abbiamo una reazione volontaria, quindi evitabile, di fronte ad una provocazione: nessuno ci fa arrabbiare, ci arrabbiamo noi.
L’arrabbiatura che porta all’ira ci confonde
A grandi linee e riassumendo l’introduzione, la rabbia smette di essere positiva quando diventa tossica dato che non riusciamo più a controllarla. Il problema sorge quando smettiamo di avere il controllo e lo cediamo alla rabbia: il sentimento ci invade e annebbia la ragione.
La conseguenza della perdita della ragione è quella di allontanarci dal sentiero della discussione dimenticando i reali motivi per cui ci siamo infastiditi. L’ira e la rabbia diventano le guide dei nostri movimenti e questo può portarci a commettere errori.
Un errore che comporta poi pentimento per aver parlato più del dovuto e per averlo fatto in brutto modo. Un errore perché ci arrabbiamo a beneficio dell’arroganza e dell’egoismo (non ascoltiamo e guardiamo in basso). In definitiva, quando ci arrabbiamo, ci ritroviamo in un luogo senza sapere esattamente come ci siamo arrivati né perché. Un luogo in cui, tra l’altro, non vogliamo stare.
Confidate nella possibilità che esistano altri modi per affrontare le situazioni
Cosa fare allora? Questa domanda sorge spontanea dal momento che siamo consapevoli del fatto che la carica negativa della rabbia è complicata da neutralizzare. Allora, dobbiamo riuscire ad avere fiducia nella possibilità di trovare altri modi di affrontare le situazioni. A causa di alcune circostanze, come lo stress continuo, arrabbiarsi diventa quasi un’abitudine. Che la situazione sia questa o meno, un’opzione è cercare altri strumenti che ci preparino psicologicamente ed emotivamente ad un conflitto.
La strategia principale è sapere che in qualsiasi momento potrebbe accadere qualcosa che ci faccia alterare e, quindi, accettarlo come una possibilità. Le discussioni non possono cessare di esistere, così come la sensazione di irritabilità che ci invade quando ci immergiamo in un conflitto.
Tuttavia, conoscere bene i nostri punti deboli, quelli che fanno male, ci aiuterà a gestire le discussioni quando necessario. In questo caso, possiamo sfogarci scrivendo, buttando fuori tutti con tecniche come lo yoga oppure coltivando una prospettiva più positiva del mondo in cui il protagonista sia il senso dell’umorismo, ecc.
La paradossale mancanza di controllo su ciò che è controllabile
Come vi abbiamo anticipato, è vero che in un conflitto con una persona si genera la situazione azione-reazione ed è difficile controllarsi. Alla fine, però, i padroni della rabbia siamo noi stessi. In questo senso, ognuno di noi è padrone delle proprie emozioni e dei propri atteggiamenti e, paradossalmente, non riesce a controllarli.
Da una parte sembra che ci siano persone più propense ad arrabbiarsi rispetto ad altre: si esaltano con maggior intensità rispetto ad altri (gridano, mostrano malumore e si insultano più facilmente). Dall’altra, è comune esprimere attraverso la rabbia altri sentimenti negativi considerati peggiori dal punto di vista della società, come l’invidia.
Commettiamo errori: la rabbia fa parte della nostra natura umana, ma è bene sapersi controllare per evitare di lasciarle le sorti della partita. In definitiva, la cosa migliore è cercare di evitare la collera e i suoi sinonimi, prodotti della frustrazione.