Tuttavia, oltre a prenderne atto, è importante conoscerne anche i retroscena. Al giorni d’oggi e a causa della crisi economica, molti di quei giovani che erano diventati indipendenti, si vedono adesso senza alcuna alternativa se non quella di fare ritorno al proprio nucleo familiare.
Al senso di fallimento in ambito professionale si aggiunge spesso il fatto di dover riassumere ruoli che ci si era già lasciati alle spalle. Un ruolo a volte dovuto alle proprie dinamiche familiari che ha, però, poco a che vedere con la persona che siamo oggi.
La famiglia e le sue costruzioni incoscienti
Per i nostri genitori, zii o nonni, una parte della nostra infanzia è ancora lì. Continuiamo, in qualche modo, ad essere il fratello di mezzo, quello che ha trascorso parte della vita a imitare il maggiore e a invidiare ciò che veniva concesso al piccolo. Nella loro memoria può persistere tuttora il ricordo del nostro “brutto carattere ”, perché eravamo piuttosto ribelli, incontrollabili e turbolenti.
Tale temperamento, però, è ciò che ci ha portato ad essere come siamo adesso: persone intraprendenti, creative e dinamiche; tutte qualità che ci danno grandi soddisfazioni. Caratteristiche che, in passato, auto-percepivamo come negative a causa dei commenti dei nostri genitori che ci imploravano di “cambiare” per “migliorare” poco a poco… facendoci scoprire, invece, che non avevamo motivi per farlo. Non erano difetti, ma autentiche virtù.
Tuttavia, e questo capita spesso, quando torniamo a casa o ci riuniamo con la famiglia, è sufficiente dire o fare qualcosa perché ci si ritrovi al centro delle solite prediche: “come sei intrattabile, che brutto carattere che hai… da chi avrai preso?”.
Non ci accorgiamo nemmeno come, ma abbiamo assunto di nuovo il ruolo del passato, da figlio ribelle o conformista. Non importano i risultati del presente , non importa quanto siamo orgogliosi di noi stessi, perché in molti nuclei familiari vi è la tendenza incosciente di restituire i propri membri ai rispettivi ruoli passati, a quelle posizioni auto-costruite dai genitori.
Questi fenomeni così comuni hanno di fatto una spiegazione molto interessante. Dall’Università dell’Illinois ci spiegano che le dinamiche interne ad un sistema familiare non funzionano quasi mai in modo indipendente.
In ogni famiglia vi è un insieme di regole e costruzioni incoscienti per le quali ogni membro deve comportarsi secondo ciò che ci si aspetta da lui. Allo stesso modo, si creano dei modelli secondo i quali ci si immagina, in qualche modo, che ognuno di noi agisca come faceva in passato .
Si tratta senz’altro di una situazione molto complessa quando ci vediamo costretti a tornare a casa per problemi economici o personali.
Dobbiamo relazionarci con la famiglia come gli adulti che siamo adesso
A volte basta varcare la soglia di casa della propria famiglia per avere la sensazione di fare un tuffo nel passato. Talvolta la sensazione è piacevole, persino confortante. Tuttavia, per molte persone significa addentrarsi in conflitti irrisolti, in divergenze che hanno creato distanze grandi quanto un oceano e che devono persino ritrovarsi ad assumere di nuovo il ruolo che si sono lasciate alle spalle.
Cerchiamo di non cadere in queste “trappole per orsi”. Il miglior modo per entrare di nuovo in questo nucleo familiare è essere chi siamo adesso: adulti maturi, con tutta la nostra esperienza di vita, con il bagaglio di conoscenze apprese, con le nostre virtù e i nostri punti di forza.
È questo il modo per affrontare tali preconcetti e persino gli archetipi che, in un dato momento, hanno creato i nostri genitori: Luigi è lo sportivo, Carmen è la ribelle, Alberto era quello che picchiavano a scuola e che doveva essere difeso .
Tuttavia, è anche possibile che Luigi scrivesse poesie di nascosto e che adesso voglia aprire una libreria. Forse Carmen aveva poco di ribelle e, semplicemente, sia stata arrabbiata per buona parte della sua giovinezza . È persino possibile che Alberto, quel bambino pelle e ossa che inseguivano durante la ricreazione per picchiarlo, adesso stia facendo il concorso per entrare in polizia.
La persona che siamo stati in passato, o quella che gli altri credevano che fossimo, ha poco a che vedere con la persona che siamo adesso, e questo deve essere accettato da tutti. Sta a noi farglielo vedere, farglielo percepire, evitando di reincarnare quel ruolo che la nostra famiglia si aspetta e riuscendo così a modificare quei modelli del passato che generavano solo insoddisfazione.
In una famiglia poche cose possono essere più sane che godere della libertà che ci permette di mostrarci per quello che siamo.