La sindrome di Huckleberry Finn

Sono due la caratteristiche fondamentali della sindrome di Huckleberry Finn: il vuoto esistenziale e la ricerca infinita della felicità.
La sindrome di Huckleberry Finn
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 marzo, 2023

Quando si parla di sindrome, ci si riferisce a un complesso di sintomi e segnali conosciuti e, quindi, identificati in un quadro clinico vincolato a problemi di salute. La sindrome di Huckleberry Finn costituisce uno di questi complessi di sintomi che rivelano una disfunzione, non definiti però come un disturbo vero e proprio.

La definizione sindrome di Huckleberry Finn allude a un personaggio dei romanzi di Mark Twain. Anche se compare in varie opere dello scrittore nordamericano, è nelle Avventure di Huckleberry Finn che se ne delineano chiaramente il carattere e le problematiche.

Prima di descrivere in cosa consiste la sindrome, è importante sottolineare che si tratta più che altro di una costruzione della psicologia popolare. Non è annoverato come un problema psicologico o psichiatrico nella letteratura medica. Tuttavia, apporta una interessante descrizione di certe personalità che vale la pena di considerare.

“Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice”

-Tom Robbins-

Chi era Huckleberry Finn?

Il personaggio più famoso dei racconti creati da Mark Twain fu Tom Sawyer. Un monello sveglio e coraggioso che incorreva in una miriade di situazioni problematiche, che riusciva sempre a superare. Uno dei suoi grandi amici era Huckleberry Finn.

Le avventure di Huckleberry Fynn

Caratteristica di Huck Finn era il rifiuto delle responsabilità. Saltava la scuola e non si curava dei suoi impegni. Comparve come spalla nelle avventure di Tom Sawyer, ma attirò tanto l’attenzione che Mark Twain decise di scrivere un romanzo dedicato esclusivamente a lui.

In esso emerge pienamente la personalità del ragazzo, contrastante con quella di Tom Sawyer. Huck, a differenza di Tom, era un bambino abbandonato. Viveva con una zia e aveva un padre malvagio e alcolizzato, per lui una continua minaccia.

Il padre lo rapisce e lo  tiene prigioniero. Riesce a scappare aiutato da uno schiavo in fuga di nome Jim. Entrambi vivono avventure pericolose ed emozionanti, finché il coraggioso Tom Sawyer non li salva. Tutto questo configura un quadro psicologico che dà origine alla denominata sindrome di Huckleberry Finn.

Due caratteristiche fondamentali della sindrome di Huckleberry Finn

Bambino abbandonato e con un padre crudele, si configura una struttura psicologica caratterizzata fondamentalmente da due caratteristiche: un vuoto esistenziale e una ricerca infinita di qualcosa che allievi la sua pena e lo renda felice.

Strada da percorrere

Consideriamo le due caratteristiche fondamentali, presenti nella sindrome di Huckleberry Finn:

  • Vuoto esistenziale. La sensazione profonda di non avere qualcosa che dia significato alla vita. Si manifesta come un dispiacere costante e una sensazione permanente di vuoto. Un quadro molto simile a ciò che conosciamo come depressione.
  • Ricerca infinita. Effetto della precedente, si manifesta una ricerca infinita di qualcosa che colmi finalmente la sensazione di vuoto. Un desiderio profondo di trovare una realtà per completarsi.

Come si nota, dietro l’apparente indifferenza di chi si comporta come Huckleberry Finn si cela un’inquietudine che non trova sollievo. Una mancanza di senso che spinge a beccare di qua e di là, cercando di trovare un significato.

Altre caratteristiche della sindrome di Huckleberry Finn

Oltre alle caratteristiche fondamentali già presentate, ce ne sono altre che definiscono la sindrome di Huckleberry Finn. Una di esse è che chi ne soffre è una persona molto intelligente. Ciò si manifesta nella capacità di trovare soluzione a diversi problemi. Oltre a questa, il soggetto presenta anche altre caratteristiche:

  • Gli risulta relativamente facile adattarsi a situazioni diverse, ma in fondo non si sente a proprio agio in nessuna.
  • Rifugge le responsabilità. Questo perché rifiuta l’idea di costruire radici, giacché egli stesso non ha radici stabili.
  • Ha avuto un’infanzia infelice e una figura paterna nociva.
  • Ha una bassa autostima. Non si considera valido e per lo stesso motivo è incline a soffrire di depressione.
  • Cambia continuamente amici, partner, lavoro. Non riesce a infondere stabilità alla propria vita.
Mare tra i capelli

Il senso di vuoto e la difficoltà di costruire un progetto di vita solido nascono dalla mancanza di un vincolo sano con la famiglia durante l’infanzia. Ciò conduce alla formazione di una personalità complessa e interessante. Si può superare la sindrome di Huckleberry Finn? Sì. Con volontà e aiuto, è possibile riconciliarsi con se stessi e con un passato difficile.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.