Sindrome del nido vuoto: chiavi per affrontarla
I figli sono fonte di felicità, ma anche di preoccupazione e, quando se ne vanno di casa, i genitori possono soffrire della cosiddetta sindrome del nido vuoto. La sindrome del nido vuoto fa riferimento a una combinazione di sentimenti di solitudine, tristezza e malinconia che si mescolano con la sensazione di abbandono e perdita dell’identità.
Le circostanze che favoriscono l’insorgere di tale sindrome variano da una famiglia all’altra, così come i sentimenti sperimentati dai genitori quando i loro figli abbandonano il focolare domestico.
Dobbiamo considerare che questo sentimento non compare sempre e, quando si presenta, può farlo a diversi livelli. Se la relazione di coppia si fonda su basi solide e la complicità e il vincolo emotivo sussistono, è più difficile che compaia questa sensazione di insoddisfazione e abbandono.
Al contrario, se la presenza dei figli è una delle ragioni principali per cui la coppia resta unita, è più probabile che si manifesti la sindrome del nido vuoto. È normale sentire la mancanza della vita quotidiana con i propri figli e della loro compagnia, inoltre questo fatto va di pari passo con la preoccupazione per la loro incolumità e se sapranno prendersi cura di se stessi. Tuttavia, questa situazione può generare stress e persino depressione nei genitori.
Non tutti gli studiosi sono d’accordo sul fatto di parlare di disturbo e alcuni negano persino l’esistenza di questa sindrome in quanto tale, ma ciò che è evidente è che presuppone un cambiamento vitale, per i genitori e per i figli.
Quando i figli lasciano il focolare domestico, per i genitori arriva il momento di riconsiderare e riorganizzare la propria vita, in modo che questo cambiamento li condizioni il meno possibile. I genitori devono comprendere la nuova situazione, accettarla e sforzarsi di sopportarla nel miglior modo possibile.