Vilayanur Ramachandran: le teorie
Ci sono scienziati che con il loro carisma riescono ad affascinare il pubblico. Uno di loro è Vilayanur Ramachandran. Questo neurologo indiano, classe 1951, ha studiato i misteri del cervello umano dal punto di vista delle neuroscienze. Le sue teorie aspirano in particolare a cambiare il modo in cui concepiamo il sistema nervoso.
Ramachandran è cresciuto a Tamil Nadu, città dell’India, ma ha trascorso gran parte della sua vita all’estero in virtù dei suoi notevoli risultati accademici. Si è laureato in Medicina presso lo Standley Medical College in India e in seguito ha ottenuto il dottorato presso l’Università di Cambridge.
È considerato uno dei maggiori esponenti contemporanei delle neuroscienze, campo che negli ultimi anni ha assunto particolare rilevanza e popolarità.
“La curiosità illumina la strada giusta per qualsiasi cosa nella vita. Se non sei curioso, è allora che il tuo cervello inizia a morire”.
-Vilayanur Ramachandran-
Gli studi sul cervello
La domanda principale che ha suscitato la curiosità di Ramachandran e ha mosso la sua ricerca è stata: come può un organo così piccolo e gelatinoso essere responsabile della nostra condotta?
A partire da questo quesito, il suo lavoro di ricerca si è interamente concentrato sulla scoperta dei grandi misteri del sistema nervoso umano.
Neuroni specchio, arti fantasma e sensazioni confuse sono gli ambiti su cui si è incentrata maggiormente la ricerca da parte di questo autore.
La paralisi del sonno secondo Vilayanur Ramachandran
Vilayanur Ramachandran si è dedicato a un argomento intrigante come la paralisi del sonno, che affascina chi ne soffre e no.
Durante gli attacchi di paralisi, la persona riprende conoscenza prima di recuperare la capacità di muovere i muscoli (controllo del sistema locomotore). Questa situazione porta a uno stato di disperazione in cui si verificano le pseudo allucinazioni legate al sonno.
Perché si verificano le allucinazioni durante la paralisi del sonno?
Le allucinazioni più comuni sono la sensazione di galleggiamento, la presenza di un intruso, le voci e persino la possibilità di vedere il proprio corpo da lontano.
Secondo Vilayanur Ramachandran, la de-sincronizzazione tra le estremità e il motore di esecuzione altera l’elaborazione multisensoriale del corpo, dunque la percezione di sé. Ciò provoca sensazioni fluttuanti o esperienze extra corporee, nonché immagini cupe.
La sindrome dell’arto fantasma
Un altro argomento che ha affascinato Vilayanur Ramachandran è la sindrome dell’arto fantasma, secondo cui le persone che hanno perso un arto continuano a sentirlo.
Sebbene la mano o un’altra parte del corpo non ci sia più, si ha la sensazione che sia ancora presenta; di conseguenza, la persona presenta movimenti riflessi, confusione o diverse sensazioni che le ricordano che l’arto non c’è più.
La spiegazione di Ramachandran
Secondo l’autore, questo fenomeno ha una spiegazione tanto logica quanto complessa. Nel nostro lobo parietale, più precisamente nella corteccia sensoriale-motoria, vi è una mappa del corpo nella quale terminano tutte le terminazioni nervose.
Questa mappa, conosciuta come homunculus corticale, ci rende consapevoli della posizione e delle sensazioni del nostro corpo. Quando un arto viene amputato, la sua area bersaglio nel cervello continua a funzionare, a volte provocando la sensazione che l’arto sia ancora presente.
L’esperimento mirror box
Vilayanur Ramachandran ha condotto un esperimento che dimostra questo fenomeno. L’esperimento prevedeva una scatola divisa in due da uno specchio, il paziente doveva mettere il braccio monco della mano in una parta e l’altro in quella opposta.
Guardando lo specchio dal lato della mano presente, si generava l’illusione ottica che l’altra mano fosse tornata. Questo esperimento mette in evidenza:
- L’importanza della stimolazione visiva. Non appena la persona riceve l’illusione visiva che l’arto perso è tornato, le aree cerebrali bersaglio dell’arto si riattivano. Di conseguenza, il soggetto ha la sensazione reale che il suo membro sia tornato, quindi inizia a muovere la parte del braccio che ha ancora.
- Scomparsa del dolore. Le persone con arti fantasma possono provare dolore nell’arto monco. Durante l’illusione ottica la sensazione di dolore scompare.
- Riabilitazione della paralisi. Molti soggetti perdono la sensazione del braccio dopo un incidente o una lesione cerebrale traumatica. Secondo Ramachandran, il cervello impara a funzionare con il braccio paralizzato rendendo difficile la riabilitazione.
Questo esperimento suggerisce che riattivando alcune aree della propriocezione e del movimento nel cervello, il soggetto riattiva le connessioni perse.
I neuroni specchio secondo Vilayanur Ramachandran
I neuroni specchio sono responsabili dei comportamenti di imitazione. Questi neuroni si attivano quando osserviamo qualcuno che esegue un’azione e la ripetiamo nella nostra mente. Sono una componente essenziale dello sviluppo umano e il loro ruolo a livello emotivo è determinante.
I neuroni dell’empatia
Secondo Vilayanur Ramachandran, i neuroni specchio consentono di annullare le barriere tra gli individui. È stato dimostrato che questi neuroni si attivano non solo quando imitiamo un’azione, ma anche quando siamo in presenza di uno stato emotivo.
Grazie a loro proviamo empatia, ovvero possiamo metterci nei panni dell’altro quando lo vediamo piangere e possiamo sentire gioia quando ride. Per l’autore, i neuroni specchio sono alla base delle relazioni umane.
Vilayanur Ramachandran: il Marco Polo delle neuroscienze
Vilayanur Ramachandran è senza dubbio un pioniere della divulgazione neuroscientifica. I suoi studi hanno segnato un prima e un dopo nelle neuroscienze. La sua ricerca suggerisce che molti dei fenomeni che accadono intorno a noi hanno una spiegazione nel cervello.
Dalle esperienze apparentemente paranormali alla capacità di piangere quando vediamo un amico farlo; sono tutte basate sul cervello.
“Le scimmie possono raggiungere le banane, ma solo gli esseri umani possono raggiungere le stelle.”
-Vilayanur Ramachandran-