William James: 10 pensieri

Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

William James, con le sue teorie e i suoi modelli esplicativi ha lasciato un importante contributo nel campo della psicologia e della filosofia. È considerato uno dei padri della psicologia americana dall’approccio pragmatico e funzionalista. A seguire presentiamo alcune frasi di William James che meglio riassumono la sua idea di psicologia.

Nacque negli Stati Uniti in una famiglia benestante. Gli anni ’70 furono un periodo cruciale nella sua vita: una profonda crisi emotiva, il matrimonio e l’inizio della sua attività di insegnamento all’Università di Harvard nel 1872. A partire da quel momento si dedicò a studiare in profondità il rapporto tra coscienza e stati emotivi.

Il suo primo libro, Principi di psicologia, lo consacrò come uno tra i pensatori più influenti e rappresenta uno dei maggiori apporti alla ricerca in psicologia. James ci ha lasciato anche diversi pensieri di grande significato e saggezza.

“Tutto ciò che riesci a mantenere in modo stabile nella tua immaginazione, può essere tuo”

William James e la mente come oggetto di conoscenza

William James fondò un laboratorio di psicologia ad Harvard, inaugurando la corrente del funzionalismo. Questo approccio aveva come oggetto di studio la mente come parte funzionale, essenzialmente utile al corpo umano.

“La più grande scoperta della mia generazione: l’uomo può cambiare vita semplicemente cambiando il proprio atteggiamento mentale”

Uomo con luci intorno alla testa

James paragonò la coscienza a un fiume, un flusso continuo di pensieri, idee e immagini mentali. Pertanto, nulla che appartenga alla mente può essere isolato o immagazzinato per diventare oggetto di studio. Tutto è legato a un contesto.

“La barriera più inamovibile in natura è quella che esiste tra i pensieri di un uomo e quelli degli altri”

L’inaccessibilità dei nostri pensieri

William James sostiene che le convinzioni, le idee e i pensieri ci appartengono e, in quanto tali, sono inaccessibili agli altri. Questa idea di “privatizzazione” o ermetismo ha avuto un grande impatto sulla concezione filosofica della psicologia.

“Quando due persone si incontrano, ci sono in realtà sei persone presenti: c’è ogni uomo come egli si vede, ogni uomo come l’altro lo vede, e ogni uomo come egli è in realtà”

Teste di profilo sovrapposte

In un certo senso, significava riconoscere un limite: ammettere che la psicologia sperimentale non poteva comprendere appieno come funziona il pensiero umano. Questo presuppone che, studiando la mente umana, studiamo un costrutto astratto, “l’io”.

“La nostra visione del mondo è formata da ciò che abbiamo deciso di ascoltare”

Approccio pragmatico: il ruolo della mente

L’idea principale di questo modello è che il vero è ciò che funziona realmente. Quindi, il suo concetto di verità è basato sull’utilità. Ossia, in termini pragmatici, il vero è ciò che è utile. Sono le conseguenze, le ripercussioni e ciò che otteniamo da qualcosa che ci consente di categorizzarlo come vero o falso.

“Non c’è bugia più grande di una verità mal compresa”

Questa è una delle frasi migliori di William James; è un po’ altisonante, ma chiarisce la sua idea di verità. Non esiste una verità assoluta, ma tante verità quanti sono i punti di vista.

“I decimali non calcolati di π riposano in un misterioso regno astratto, dove fruiscono di una debole realtà. Fino a quando non saranno calcolati, non si trasformeranno in qualcosa di pienamente reale, e persino allora la loro realtà sarà una mera questione di grado”

Questo pragmatismo allude e difende l’idea che modifichiamo il nostro comportamento o elaboriamo le nostre esperienze in funzione dei risultati. In altre parole, grazie ai giudizi emessi posteriormente, che a loro volta ci danno un’idea di quanto possa essere relativa l’elaborazione di tale significato.
“Se credete che dispiacersi o preoccuparsi abbastanza cambierà un evento passato o futuro, allora vuol dire che state su un altro pianeta con un differente sistema di realtà”
Testa con ingranaggi

William James e la sua teoria sulle emozioni

La teoria di James-Lange. Una teoria che fu proposta contemporaneamente da Carl Lange e William James, ma in modo indipendente nel 1884. L’idea di fondo è che l’emozione è il risultato della percezione interna dei cambiamenti fisiologici. Ovvero, non piangiamo perché siamo tristi, siamo tristi perché percepiamo il nostro pianto.

“L’azione sembra essere seguita dall’emozione, in realtà azione e sentimento procedono insieme; e, regolando l’azione che è sotto il controllo della volontà, regoliamo di conseguenza anche l’emozione”

Il suo modello è meccanicistico perché ipotizza una relazione diretta tra i cambiamenti del corpo e la percezione degli stimoli che scatenano l’emozione. Con questo chiudiamo la rassegna delle frasi di William James che rappresentano meglio il suo pensiero; un pensiero che per molti ha gettato le basi della psicologia moderna.


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