Alimentazione cosciente: il rapporto col cibo

Vi sentite in colpa dopo aver mangiato? Avete sempre fame? Oggi parleremo di alimentazione cosciente.
Alimentazione cosciente: il rapporto col cibo
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’estate è finita, ma ci sono ancora delle belle giornate in cui possiamo rilassarci con amici e familiari intorno a un tavolo. In molti si trovano nella situazione di decidere se iniziare una dieta o lasciarsi andare. Un’alimentazione cosciente ci aiuta a gestire questo momento e a migliorare il nostro rapporto con il cibo.

In alcuni casi, una dieta casuale è il risultato di una vita frenetica. In altri, si perde completamente la relazione con l’alimentazione a e con il proprio corpo. Ce ne rendiamo conto quando avvertiamo dei malesseri dopo i pasti o quando iniziano i primi problemi legati al sovrappeso.

È in quel momento che ci poniamo il problema di eliminare determinati alimenti e seguire una dieta che ci aiuti a eliminare i chili di troppo. Nasce il senso di colpa e ci rimproveriamo per il cibo che mangiamo e per quello che invece dovremmo mangiare.

L’alimentazione cosciente riguarda non solo quello che ingeriamo, ma anche come lo ingeriamo. È inutile cambiare tipo di alimentazione se poi mangiamo troppo in fretta, senza masticare a sufficienza e senza permettere ai nostri sensi di godere del momento e dell’esperienza del mangiare.

Giovane donna che mangia delle verdure

Mangiare più del dovuto

Il nostro cervello ha bisogno di circa venti minuti per ricevere e analizzare i segnali di sazietà inviati dallo stomaco. Mangiando molto in fretta, è probabile che termineremo il pasto avendo consumato più cibo del necessario.

Masticare e deglutire non significa mangiare in maniera cosciente. L’atto del mangiare è sempre accompagnato da diversi stati emotivi. Quando mangiamo con consapevolezza, proviamo un sentimento di soddisfazione. Al contrario, quando mangiamo inconsapevolmente, non ci sentiamo a nostro agio nei riguardi del nostro corpo, troppo sazi, e compare persino una sorta di stato di letargia.

Uno studio realizzato da Langer, Warheit e Zimmerman ha indicato che, dopo ogni pasto, il 44% dei soggetti riteneva di avere un problema di sovrappeso. Oltre il 45% si sentiva in colpa dopo aver mangiato.

Alimentazione cosciente: le quattro domande

Per introdurre un’alimentazione cosciente nelle nostre vite, bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti. Prima di tutto, bisogna impegnarsi a creare un continuum di consapevolezza. Più siamo consapevoli del nostro rapporto con il cibo, maggiori saranno le possibilità di miglioramento.

Quando ci nutriamo, dobbiamo essere coscienti di quello che desideriamo e di quello che dovremmo mangiare. A tale scopo, è bene porsi quattro semplici domande:

  • La mia soddisfazione rispetto al modo con cui mi relaziono al cibo è alta o bassa?
  • Il livello di piacere che il cibo mi offre quando mangio è alto o basso?
  • Consumo porzioni normali o tendo a scegliere porzioni più grandi del normale?
  • Quando finisco di mangiare, mi sento felice o a disagio?

Se mettiamo attenzione nel rispondere a queste domande, inizieremo un processo che ci porterà ad un’alimentazione cosciente. Essere consapevoli ci permetterà di adottare una dieta più sana.

Al contrario, se saremo distratti e poco coscienti, non avremmo il controllo su quello che mangiamo. L’aspetto importante è pianificare bene cosa mangiare e quando.

La fame emotiva

Il nostro modo di mangiare è notevolmente influenzato dal contesto socioculturale in cui viviamo ed è intimamente legato alle nostre emozioni. A seconda di come sviluppiamo la nostra capacità di gestire le emozioni, riusciremo a seguire le giuste abitudini per seguire un’alimentazione cosciente.

Mangiamo in modo emotivo quando non siamo in grado di distinguere le emozioni piacevoli (o spiacevoli) con la reale sensazione di fame. Inoltre, la bassa tolleranza al disagio emotivo spinge a mangiare in modo irrazionale. È quello che comunemente conosciamo come “assalto al frigorifero”.

Usiamo il cibo come valvola di sfogo per far fronte a un’errata gestione delle emozioni. Il cibo non deve essere visto come intrattenimento, sollievo, ansiolitico o antidepressivo. Questo modo di usare i nutrienti non è altro che un escamotage usato dal cervello per ridurre momentaneamente lo stress accumulato. Il problema è che questo atteggiamento finisce per diventare un’abitudine.

Ragazza che mangia una ciambella

Sviluppare un’alimentazione cosciente attraverso la consapevolezza

L’osservazione costante di noi stessi ci aiuta a gestire meglio le nostre abilità riguardo l’alimentazione cosciente. È anche un modo per evitare l’auto-sabotaggio. La soluzione è costruire nuove abitudini alimentari basate sulla consapevolezza. È essenziale iniziare a chiedersi se la fame che sentiamo è fisica o emotiva. Bisogna identificare le nostre emozioni e gestirle correttamente.

Dobbiamo esercitarci a rimandare la sensazione di fame fino al momento del pasto e non incoraggiarla con giustificazioni di nessun tipo. Potete svolgere coscientemente alcune attività piacevoli che non sono legate al cibo.

Seguire un’alimentazione cosciente è un’abilità che si acquisisce e si allena. Quando si passa dal mangiare in modo emotivo al mangiare in modo cosciente, ci si sente meglio perché ci si prende cura di se stessi. In questa fase, comprendiamo di avere il controllo su quello che mangiamo e, quindi, il controllo del nostro corpo.


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